Livorno: Facciamo il punto sulle politiche abitative a Livorno. Una corposa analisi con essenziali proposte di fase.
Livorno 17 dicembre 2018
Daria Faggi e Paolo Gangemi
Facciamo insieme il punto della situazione su uno dei problemi sociali più rilevanti.
È bene ricordare sempre che la crisi economica si è abbattuta sulla nostra città in largo anticipo, tanto da guadagnarci la maglia nera, piazzandoci al primo posto per numero di sfratti per morosità incolpevole; dal 2009 al 2014 hanno perso lavoro e casa più di 3000 famiglie e le esecuzioni sono proseguite con notevole intensità fino al 2016 per ridursi nel corso del 2017 fino all’attuale attenuazione del fenomeno. Vedi dati della tabella1).
Il Comune che ha per fortuna Assessori Casa disponibili al confronto con i Sindacati alla Casa, e un Ufficio Casa ben attrezzato e preparato, benché sotto organico (su questo il Sindaco, che pure ha sempre dimostrato la massima attenzione e sensibilità al problema, non ha mantenuto le promesse di rinforzarlo aggiungendo altri impiegati ....) ha risposto in modo soddisfacente.
Vedi dati tabella 2).
Ma purtroppo per la quantità enorme di richieste di ERP in così poco tempo, non è stato possibile dare risposta a tutti, e una parte ha dovuto trovare riparo provvisorio da se, trovando riparo in strutture abbandonate e vuote da tempo, che ha adattato ad abitazioni con interventi spontanei di autorecupero, mantenuto un discreto stato di conservazione edifici che altrimenti avrebbero costituito un grave rischio per la collettività, e preda del vandalismo.
Buona parte delle famiglie occupanti per necessità si è rivolta ai sindacati per essere sostenuti a gestire in modo pacifico e senza danni le strutture, e sono attentamente seguiti, godono della simpatia del vicinato che ne riconosce la civiltà di rapporti, e avendo i titoli per l’assegnazione di ERP, sta passando da queste strutture provvisorie a una casa vera e propria, solo in alcuni casi di totale autogestione al di fuori di ogni rapporto con i sindacati, sono malsopportati dal vicinato e le relazioni con il quartiere sono tese e conflittuali
Per la comune intesa con il governo locale e CASALP il nostro sindacato non sostiene in alcun modo le occupazioni di case popolari vuote, ma anzi ci appelliamo agli assegnatari per segnalare, con senso di responsabilità e solidarietà, le case vuote non riconsegnate all’ente gestore, per i lavori di ripristino (sui quali abbiamo condotto una forte pressione) e l’assegnazione secondo le graduatorie vigenti.
I rapporti con la Prefettura sono stati segnati da incomprensioni e difficoltà fino al 2017, la richiesta di spostare gli interventi esecutivi, per dare il tempo all’Ufficio Casa e alla commissione disagio abitativo di attuare percorsi da casa a casa, sono state in buona parte disattese e comunque molto limitare, nonostante la comprovata incolpevolezza e l'impossibilità di accedere al mercato privato dell’affitto.
Nella primavera del 2018 abbiamo sottoscritto finalmente con la Prefettura un ottimo protocollo di intesa e collaborazione per armonizzare gli interventi delle istituzioni, attraverso una graduazione degli interventi con forza pubblica che consente di attuare il passaggio da casa a casa programmato dal Comune su richiesta dell’apposita commissione (legge regionale 75/12 e successiva LN 124/13 ), ma il cambio di Prefetto, Assessore e Questore, ha costretto a riprendere in esame il documento redatto dalla Prefettura, a nostro avviso ottimo, esame che ci auguriamo rapido per arrivare a una nuova firma sottoscritta dai nuovi vertici istituzionali.
È interesse comune non trasformare un problema generato dallo stato di crisi economica, in un problema di ordine pubblico, come recita una sentenza della Corte Costituzionale chiamata ad esprimersi sulla liceità di applicazione della graduazione degli interventi, in base al piano casa per sistemare le famiglie .
Infine, dal nostri osservatorio in CASALP dobbiamo riconoscere che le richieste di un serio lavoro di anagrafe degli utenti morosi, per distinguere le famiglie incolpevoli dai furbetti, verso i quali è giusto e opportuno intervenire con intransigenza, è in corso di attuazione con beneficio per la collettività.
Importante poi l’obbiettivo raggiunto di attivare un fondo per pagare le spese accessorie delle famiglie senza reddito o con reddito bassissimo, e siamo lieti che nella imminente nuova Legge Regionale sull’ERP in discussione in Consiglio Regionale sia stata accolta la nostra richiesta di aumentare il fondo e migliorare le modalità di erogazione.
Resta interamente aperto ( ma già sono intercorsi incontri e confronti tra le parti sociali Comune e CASALP) il problema dell’autorecupero dell’ERP e il recupero-autorecupero delle strutture pubbliche e private vuote (comprese quelle occupate) per incrementare sostanzialmente l’offerta.
Così come è appena avviato lo studio di un protocollo che convenzioni i rapporti di collaborazione tra Ente gestore e assegnatari ERP rendendoli stabili e strutturati, in modo da avere un miglior controllo sui lavori di manutenzione alle parti condominiali e garantisca una partecipazione attiva e stabile .
In conclusione difficile essere soddisfatti pienamente in un settore ricco di problematiche ma povero di mezzi (case e soldi) ma siamo convinti che la strettissima collaborazione tra i sindacati casa, la disponibilità al dialogo e al confronto di Comune e CASALP sia il miglior antidoto alla disperazione, garantendo risposte tempestive nel limite imposto dalle risorse, e scongiurando le tragedie sociali di tante altre città travolte dalla crisi.
Non è per caso ma per senso di responsabilità e confronto assiduo tra parti sociali e istituzioni ,se a Livorno non si sono verificati sgomberi selvaggi, attuati senza monitoraggio e conoscenza dei problemi, disattendendo la circolare Minniti, che suggeriva fermezza ma anche giudizio, e soprattutto una attenta ricognizione che consentisse di agire avendo chiaro un piano di ricollocazione per evitare di trasferire i problemi da un punto all’altro della città, altrimenti si generano problemi di ordine pubblico che sono l'opposto di quella sicurezza sociale che la legalità dovrebbe garantire ai cittadini.
Per questo rigettiamo con forza i messaggi leghisti che dividono e creano i presupposti di disordine e conflitti sociali ovvero diminuiscono la sicurezza in città, e rifiutiamo la logica della giustizia fai da te, attraverso l’uso di armi personali, perniciosa e davvero preoccupante in uno stato di diritto come il nostro.
Il problema casa è anche un problema politico strutturale non emergenziale, lo testimonia a Livorno le 6000 case sfitte e tanta gente senza casa, si risolve con misure strutturali: attraverso un forte finanziamento pubblico per ristrutturale gli edifici pubblici e privati abbandonati, e con il superamento del canone libero sostenendo quello concordato e sostenibile.