Roma, 10 febbraio 2000.
Al signor Ministro dei Lavori Pubblici
Oggetto: richiesta di parere su applicazione del disposto per lerogazione del
contributo nel "Fondo Nazionale per laffitto" decreto del Ministro
dei Lavori Pubblici 7 gugno 1999.
Il sottoscritto Vincenzo Simoni, a nome e per conto della Segreteria Nazionale
dellUnione Inquilini, sindacato dei conduttori tra i maggiormente rappresentativi,
firmatario della Convenzione Nazionale (Legge 9 dicembre 1998, n. 431 Articolo 4,
comma 1) sottopone allattenzione del Ministro dei Lavori Pubblici la seguente
questione con richiesta di un Suo intervento:
Il decreto in oggetto allart. 1 comma 3 dispone che:
" Ai fini verifica della situazione economica e patrimoniale del nucleo familiare
deve essere resa apposita dichiarazione ai sensi del decreto legislativo 31 marzo 1998, n
109".
Il suddetto disposto è stato assunto dal Comune di Firenze come riferimento per
introdurre un "redditometro" che determina lesclusione dei soggetti
detentori di un patrimonio mobiliare e immobiliare superiore a 50 o 60 milioni di lire.
In dettaglio trattasi di delibera approvata dal Consiglio Comunale di Firenze in data
24 gennaio 2000 che a pag. 6 (lettera e del punto 1 del dispositivo) recita:
"e) deve essere fatta la valutazione del patrimonio mobiliare (depositi, titoli di
stato, azioni, etc.) e immobiliare (determinato sulla base della dichiarazione I.C.I.,
escluso leventuale debito residuo per lacquisto); qualora la loro somma superi
la soglia di 50 milioni ciò costituisce motivo di esclusione dalla partecipazione e/o
dalla erogazione del contributo;".
LUnione Inquilini di Firenze in consultazioni preventive con
lamministrazione comunale aveva espresso il proprio dissenso per ogni intervento di
modifica dei requisiti minimi per beneficiare dei contributi contenuti nel decreto del
Ministro dei LL.PP. allart. 1 e 2 dellart 1, ricordando che caso mai
era possibile un intervento atto a introdurre delle condizioni più favorevoli
allaccesso nel caso che le Regioni e i Comuni incrementassero il fondo con proprie
risorse.
Ed infine, a rafforzare la posizione dellUnione Inquilini, si ricordava che il
Fondo Nazionale si configurava come succedaneo allE.R.P. da cui derivata i
finanziamenti e le stesse norme generali per laccesso (vedi art. 1, comma 1 lettera
b) e che in nessuna norma per laccesso allE.R.P. (nella parte riferita
alledilizia sovvenzionata come a quella agevolata - convenzionata) era previsto un
"redditometro" con effetti analoghi a quelli concepiti dallamministrazione
comunale di Firenze.
LUnione Inquilini ha anche evidenziato le conseguenze sociali di una clausola di
esclusione così formulata.
I 50 milioni ( o 60 per categorie più povere) di valore mobiliare e immobiliare ( e
non di reddito) corrispondevano in pratica allaccantonamento di qualche liquidazione
e alla proprietà di un box.
Si escluderebbero dallaccesso al fondo nazionale soggetti deboli che con il
contributo allaffitto avrebbero invece potuto sperare in una conversione dei loro
sfratti i nuovi contratti.
Per quanto esposto il sottoscritto chiede al Ministro dei Lavori Pubblici un intervento formale.
Cè bisogno di un chiarimento sulla materia descritta e non tanto per noi
che riteniamo di aver correttamente letto e interpretato il decreto del Ministro ma
per la pubblica amministrazione che con atto esecutivi sta per emettere dei bandi per
laccesso al fondo con clausole di esclusione tali da stravolgere lo stesso contenuto
normativo del decreto.
La richiesta di parere ha carattere di urgenza perché in questi giorni si stanno
perfezionando gli atti che porteranno a Firenze alla pubblicazione del bando.
Il segretario nazionale
Vincenzo Simoni
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