29 Marzo 2000.

Al Ministro dei Lavori Pubblici, WILLER BORDON

Nessun procedimento di sfratto deve essere eseguito senza che il proprietario abbia adempito a tutti gli obblighi fiscali.

L'ANCI ha rappresentato al ministro Bordon l'emergenza reale nelle aree metropolitane:
"è impensabile dare il via all'esecuzione coattiva degli sfratti in carenza grave di soluzioni alloggiative".

L'Unione Inquilini documenta che a tutt'oggi sono "sulla carta" quasi tutti i programmi di nuova edifica-zione e recupero di alloggi pubblici dell'edilizia sovvenzionata (in affitto e a canone sociale). Cioè non ci sono case da assegnare e questo per precisa responsabilità delle diverse amministrazioni comunali.

L'inadempienza dei grandi comuni non può ricadere sulle famiglie che da anni attendono - avendone i punteggi - l'assegnazione di un alloggio.

Ed ancora: il contributo all'affitto per gli inquilini a basso reddito è a tutt'oggi, in tutti i comuni, solo sulla carta. Prima di sei mesi non saremmo in grado nemmeno di capire quale è la reale domanda.

L'inadempienza e i ritardi di molte regioni e comuni non possono essere pagati dalla cacciata pure e sem-plice dalle abitazioni di migliaia di famiglie.

Le soluzioni nell'emergenza stanno inevitabilmente:

In una programmazione degli sfratti che porti alla loro congrua riduzione (e questo attiene alle decisioni delle prefetture in ordine all'impiego della forza pubblica); tale riduzione deve derivare da un calendario concordato tra i giudici dell'esecuzione, le corti d'appello e gli assessori alla casa, affinché de facto gli sfratti siano sincronizzati con le diverse soluzioni alloggiative e con una selezione obiettiva del grado di necessità dei proprietari.

Senza questo dispositivo non resterà che rifare i picchetti antisfratto e porre la questione in termine di ordine pubblico.

Si tratta di una prospettiva molto grave ma realistica che deve essere evitata da una non ambigua posizione del Governo nel suo complesso.


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