Unione
Inquilini
Segreteria
Nazionale
Al
Coordinamento Nazionale della CUB
Roma,
28 febbraio 2002
Vi
trasmetto la posizione della segreteria nazionale dell'Unione Inquilini sulla
Manifestazione nazionale del 23
marzo 2002.
Ritengo
utile riferire anche l'articolazione interna alla segreteria..
Simoni,
Ferretti, Ottolini presenti, Pasquini, Turchetti e Lopresto, raggiunti per
telefono lunedì 25 febbraio 2002 scelgono la partecipazione, tenendo
presente tuttavia (Simoni, Lopresto) che è comprensibile la resistenza alla
partecipazione di nostri settori sociali e di tanti attivisti che sono anche
compagni della CUB e delle RdB in concreta opposizione alle scelte della
CGIL; questo non può essere cancellato con una nuova unità nazionale
contro Berlusconi. Questa posizione è stata formalizzata in sede di
discussione da Gianni Belli che ha anticipato una posizione che circola
autorevolmente nella CUB e che per ora non ha scelto la partecipazione.
Di
seguito le riflessioni, determinazioni e richieste della segreteria nazionale:
E’
possibile che prima del 23 marzo i consiglieri di Berlusconi lo convincano
allo stralcio delle proposte di modifica dell’art. 18. Sarebbe suo interesse
anche se il ruolo di Cofferati ne uscisse estremamente rafforzato e quello
della Confindustria indebolito.
Non
dobbiamo trascurare questa eventualità e preventivare una posizione che
risponda a tale variante.
Oggi
comunque sta diventando senso comune che la questione art.18 non è sindacale
ma politica, ma non nel senso di scontro tra parti politiche. E’ questione
di “libertà” o se volete di “dignità”. Su questioni di libertà/dignità
il centro-destra può andare a pezzi.
·
Per
questo noi riteniamo che sia giusto e utile esserci il 23 marzo a Roma, con
moltissimi aderenti con tantissime bandiere, proponendo un grande spezzone per
il diritto alla casa.
Va
detto che stare insieme con gli apparati “lungi-miranti” della CGIL o con
tanti ulivisti in crisi di astinenza non porta certo alla revisione di quel
percorso aperto nel 1992. Non saprebbero fare altro.
Ma
è per noi evidente che questo 23 marzo non può essere paragonato ai raduni
del centro-sinistra che governava con un PdS che guidava la carovana, e che
tuttavia non è nemmeno riproducibile lo schema di un inserimento della
sinistra alternativa (il cuneo rosso!) in una massa di popolo che andrebbe
“egemonizzata” portandola verso l’estrema.
Ricordo
la marcia Perugia-Assisi dove fu sbagliato il separatismo del Genoa Social
Forum e dei Cobas di Bernocchi che avevano enfatizzato il pericolo determinato
dalla presenza alla marcia – ma per un breve tratto! – di Rutelli e D’Alema
e quant’altri.
I
300.000 marciatori non aderivano per nulla alle posizioni del centro sinistra
che aveva votato per la guerra – non c’era alcun annebbiamento nelle
convinzioni del popolo della pace.
·
Oggi
bisogna dunque stare dentro, immersi e condivisi, visibili ma non separati.
La
massa dei disubbidienti, degli autoorganizzati, dei liberi deve essere
immensa.
Ma
questo 23 marzo – se ci si arriva
- non può e non deve nemmeno più essere “solo” la scadenza della CGIL; è
scadenza di popolo e dunque lo stesso palco deve essere grandissimo e
pluralista e non circondato da servizi d’ordine che fanno il vuoto
protettivo intorno al "capo" sindacale.
Cose
che andranno chiarite, ma lo possono chiarire solo coloro che stanno dentro la
scadenza da protagonisti.
·
La
segreteria nazionale trasmette questa posizione al coordinamento nazionale
della CUB auspicando una decisione conforme.
Per
la segreteria nazionale dell'UI - Vincenzo Simoni