Per sabato 23 marzo la CGIL ha indetto una manifestazione nazionale a Roma. L'Unione Inquilini parteciperà a questo importante appuntamento perché sui diritti inalienabili delle persone non può esserci contrattazione.

Saremo alla manifestazione con una nostra piattaforma e con i nostri contenuti non tacendo le responsabilità anche del centro sinistra politico e sindacale per quanto avvenuto fino ad  oggi.

La manifestazione del 23 marzo non può e non deve essere "solo" la scadenza della CGIL. 

Deve diventare la scadenza di vaste aree popolari che sulla propria pelle, quotidianamente, vivono il peso della devastazione dei diritti sociali con le politiche di privatizzazione del patrimonio pubblico e di liberalizzazione degli affitti.

Gli inquilini da sempre vivono sulla propria pelle  un articolo 18 alla rovescia che si chiama finita locazione.

Dal 1983 ad oggi una famiglia su tre in Italia ha subito lo sfratto, ancora oggi ben 18.000 miliardi di lire di ex gescal risultano inutilizzati. L'avvento dei patti in deroga ha fatto si che si assistesse al quadruplicamento  dei canoni.

Oggi gli  sfratti per morosità sono più di quelli per finita locazione. La legge 431 /98 non ha prodotto che parziali accordi tesi alla sola "riduzione del danno" ma non ha inciso in una reale calmierazione dei prezzi.

E'  necessario ritornare in piazza con forza mettendo in campo una vasta mobilitazione  e costruendo un ampio movimento unitario di lotta per il diritto alla casa che imponga una vera politica abitativa abbandonando le fallimentari politiche fin ad oggi perseguite.

Per questi motivi l'Unione Inquilini partecipa alla manifestazione del 23 marzo e fa appello a tutti i comitati inquilini di grandi enti pubblici e privatizzati, degli assicurativi, agli assegnatari delle case popolari, agli sfrattati, a coloro che hanno subito aumenti insostenibili degli affitti, affinché scendano in piazza per una mobilitazione unitaria per riprenderci il diritto alla casa.