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ROMA. 23 MARZO 2002.

L'Unione Inquilini ha fatto benissimo ad esporre se stessa davanti e dentro un popolo immenso, serio e consapevole.

Comunicato di Vincenzo Simoni - segretario nazionale dell'Unione Inquilini. 25.3.2002

La parte organizzata dalla CGIL era ovviamente di gran lunga prevalente su altre componenti di movimento, ma aveva delle caratteristiche diverse dalle manifestazioni del recente passato. Molto diverse da quello spezzone di corteo a Nizza, alla fine del 2000, silenzioso e rituale.
Il 23 marzo si è presentato il sindacalismo di una organizzazione di massa il cui senso comune (che può non coincidere in tutto con la sua linea) appare in via di modificazione.
Non la concertazione è il tratto unificante - anche se Cofferati non ha affatto rinunciato a tale asse e lo ha ribadito nel suo intervento che comunque era molto calibrato - ma la difesa di un ruolo sindacale, come elemento di parte, cioè non parte di un tutto. Questo lo diciamo con prudenza e cautela, senza farci trasportare dalla forza della massa che è scesa in campo; ma vorremmo comunque portare questa sensazione nella comune discussione.

La presenza no-global (usiamo ancora questo termine anche se è del tutto inadeguato) è stata imponente. Tutta una parte dell'area, dai Fori, sotto il Campidoglio, fino a Via Labicana e oltre era occupata da decine di migliaia di persone (forse oltre 200.000), giovani in gran parte, stesi per terra, con una incredibile varietà di presenze, non omogeneo all'altro ma nemmeno contrapposto, che operava delle commistioni continue.
Ecco un altro dato da evidenziare: non è stata una giornata di rottura e nemmeno di appiattimento.
Certo, l'omicidio di Marco Biagi pesava e molto; pesava come consapevolezza di una immane provocazione nei confronti di un percorso che sta conquistando consensi contro qualcosa di strategico.
Questa la parte essenziale della comunicazione.

In queste settimane, sta finalmente circolando in milioni di persone, anzi, in milioni di famiglie, un messaggio fortissimo, che produrrà conseguenze decisive per tutta una fase:
la flessibilità e la precarietà sono inumane, è il caporalato dei tempi moderni, è violenza commessa nei confronti di chi vuole emanciparsi.
Avvilita è la dignità delle persone e angosciante la cupa rabbia in chi subisce, spesso in silenzio.
E che contro questa retrocessione bisogna reagire.

L'Unione Inquilini, che da tempo conosce tale umiliazione, aveva giustamente come suo slogan: CASA - LAVORO - DIRITTO UNIVERSALE - SCIOPERO, SCIOPERO GENERALE.
La nostra scelta stava dentro l'applicazione di una parola d'ordine generale: su una linea di classe proporre visibilmente l'Unione Inquilini come IL sindacato ( e non uno dei tanti) per il diritto alla casa.
Lo siamo stati per centinaia e centinaia di migliaia di donne e uomini e di decine e decine di città.

La nostra delegazione è stata numerosa e visibile.
Siamo passati sul TG5, su La7 e su altri notiziari.
Ci eravamo piazzati in un punto strategico dello snodo tra via Cavour e Piazza S. Maria Maggiore. Qui il più grande dei cortei doveva passare ed è passato.
Ci siamo schierati con sei striscioni e circa 100 bandiere.
Voi capite per i colori smaglianti che eravamo molto evidenti. Sono lentamente sfilati davanti a noi grandi spezzoni sindacali, poi gruppi politici, i Verdi, i Comunisti Italiani, i dipietristi, pezzi di Rifondazione, che era un po' dappertutto, i DS, poi Emergency, la Lega Ambiente, molte RSU, coordinamenti di lavoratori senza sigla; indietro con enormi difficolta di avanzare i no global, i Disubbidienti, delegazioni dei Cobas, della Sulta, del Sincobas, la CNL.
L'USI, l'antico sindacato di ispirazione anarchici era riuscito con un furgone a piazzarsi accanto a noi.
Poi siamo entrati nel corteo, componendo un nostro dignitoso spezzone, arrivando con una enorme fatica fin dentro l'enorme catino del Circo Massimo.

Ultime notizie:
il 18 aprile ci sarà un incontro tra la Segreteria Nazionale dell'Unione Inquilini e il Coordinamento Nazionale della CUB, di cui facciamo parte fondante.
E' evidente che le scelte di queste settimane saranno esplicitate e ci sarà una seria discussione. Ma la storia va avanti e con molta accelerazione.
C'è lo sciopero generale e la scadenza unitaria del Primo Maggio.
Vorremmo proporre iniziative forti: 1 milione di famiglie delle case popolari sono oggetto assieme alle case in cui abitano di una operazione di saccheggio colossale.
La Lombardia di Formigoni con 180 mila alloggi è capofila di questa operazione ma la Toscana del centro sinistra vi partecipa.
Ci sono ancora quasi 20 mila miliardi di vecchie lire non spesi e in procinto di osceni dirottamenti.
Stiamo preparando l'assemblea/convegno nazionale sull'edilizia residenziale pubblica che si farà a Milano e sarà forte. C'è la nostra proposta dei Libri Neri sul Saccheggio, recepita dal Social Forum Italiano.
La CUB deve essere una forza essenziale per far uscire dai confini di una solitaria oppressione il popolo dei senza casa, dei precari della casa, dei saccheggiati.
E' con la sinergia di un programma comune che si risolvono molte questioni.
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