Indice Comunicati

Home Page

Roma, 11 aprile 2002.

Nota sull’apertura del Congresso Nazionale del Sunia.

Premessa:

Il segretario nazionale dell’Unione Inquilini era stato formalmente invitato al Congresso. Il suo intervento era previsto tra la relazione di Pallotta e l’intervento di Cofferati. Le cose sono andate diversamente. Questa la sequenza degli interventi: relazione Pallotta, a seguire Rossini (SICET), Scorpioni (UNIAT), Sforza Fogliani (Confedilizia), il presidente dell’ASSPI (a nome anche delle altre associazioni dei piccoli proprietari), poi Cofferati. Dopo Cofferati la seduta antimeridiane è stata sciolta, con appuntamento alle 15.30.  Ascoltato Cofferati la delegazione dell’UI è ritornata a Roma. 

Intervento di Pallotta:

nella sostanza ha riassunto parte del documento congressuale che voi potete scaricare da internet, sito www.sunia.it

Toni trionfalisti sulla concertazione – giudizio tranchant sull’equo canone come regime che è stato bene affossare. Ha glissato sui patti in deroga. Un suo passaggio sugli effetti negativi delle due sentenze della Corte Cost. che hanno troncato la connessione tra obblighi fiscali e possibilità di sfratto e hanno ricondotto il risarcimento del danno per mancato rilascio alla situazione ante 431/98.

Affitti concordato: giudizio sostanzialmente positivo; valuta che coprano il 25% dei contratti ma ammette che lo strumento non sta funzionando nelle aree metropolitane.

Soluzione: aiutare il mercato con ulteriori sgravi fiscali sul concertato (50%) fino al 100% per chi affitta con questo regime a categorie deboli o sfrattati.

Sulla fase che si apre per il rinnovo della CONVENZIONE NAZIONALE Pallotta “apre” anche se in modo non chiaro sulla possibilità di modifiche per il regime delle locazioni transitorie  contrattando con le associazioni della Proprietà per sottrarre tali contratti al monopolio delle agenzie immobiliari e altri mediatori.

Propone l’estensione a tutto il territorio nazionale del regime di sgravi fiscali per i contratti concordati.

Lamenta l’insufficienza del fondo di sostegno all’affitto e la tendenza del Governo alla sua soppressione graduale.

Ha ripetuto l’analisi delle modifiche intervenute negli assetti della grande proprietà (vedi documento congressuale), a partire dal ruolo assunto dal Gruppo Tronchetti-Provera fino alle operazioni di vendita del patrimonio di San Paolo, Cariplo, Montepaschi, alla situazione nel FATE, alla BNL e… alla nuova situazione con lo spin off alle Generali. Conclusione: non contestazione e riaggregazione dell'inquilinato intorno ad una piattaforma unica per la grande proprietà ma un nuovo sistema di relazioni sindacali da reimpostare.

Sull’ERP: nessun accenno all’esistente, niente sugli ingentissimi fondi non spesi o in via di dirottamento, niente sui conflitti nell’applicazione di nuove normative sui canoni e sulle gestioni; niente sul rapporto con la grande inquietudine che si sta diffondendo tra gli assegnatari che pur compongono la grande maggioranza degli iscritti al Sunia ma che ormai sono ridotti ad un “fondo di finanziamento” (nostro commento) .

La questione è stata glissata dalla relazione anche se è parte pesantissima del documento.

Espone invece la proposta di un nuovo PIANO CASA:  e ripete quello che avevamo appreso nel suo intervento al nostro congresso.

 

Nostro commento: pare che non sia successo niente nel mondo, che non ci sia nessuna contestazione, che il compito fondamentale sia insegnare al capitale finanziario come investire al meglio e senza rischio i fondi immobiliari, i fondi pensione integrativi, le risorse delle fondazioni bancarie verso un mercato residenziale calmierato. Non precisa in alcun modo la portata della calmierazione rispetto ai prezzi di mercato.

 

Questo è l’asse del documento e della sua relazione; su questo chiama il congresso ad esprimersi.

Zero conflitto, ma anche zero contrattazione. Si è convinti di poter proporre un punto d’equilibrio tra un buon rendimento dei fondi chiamati all’intervento sul residenziale e la richiesta dei soggetti come insufficienti capitali per l’accesso alla proprietà ma con redditi superiori alla sopravvivenza.

Prefigura un obiettivo: 50.000 alloggi nel triennio.

 

Nostro commento: il congresso ascolta e non reagisce, non applaude nessun passaggio, forse nemmeno capisce. Del resto questo schema favorisce la massima centralizzazione delle decisioni nella segreteria nazionale se l’obiettivo “sindacale” principale è di interloquire con strutture finanziarie centralizzate.

 

Passiamo agli altri interventi:

il più significativo, a parte quello successivo di Cofferati, è quello del presidente di Confedilizia, Sforza Fogliani. Emerge una totale condivisione per l’intervento di Pallotta; il Sunia è l’interlocutore “leale” per la Confedilizia. Interessante il passaggio dedicato all’attuale Governo, che viene duramente attaccato (“è il governo di continue proroghe nell’esecuzione degli sfratti”) e soprattutto nelle figure di AN. Violente parole contro un progetto di legge di Publio Fiori, che proporrebbe di assoggettare tutta la grande proprietà solo al regime dei canoni concordati. Nessun apprezzamento nemmeno per la legge Foti, che ha stabilito un modello contrattuale unico per i canoni concordati.

 

Nostro commento:  questo passaggio va valutato con estrema attenzione. La posizione di AN o di una sua parte – la destra sociale - che in un certo modo ha influenzato l’orientamento del recentissimo suo congresso, risente del clima generale, non solo nazionale ma internazionale, che non è ricco di consensi per il liberismo senza regole. In questa fase del resto, in tutti gli schieramenti politici stanno emergendo – in modo apparentemente dominante – le posizioni critiche al decennio trascorso. Quanto c’è di autentico in questo trend e quanto dipenda dalla fase è difficile valutarlo. Certo è che bisogna inserirsi in questo raro contesto, che potrebbe rapidamente chiudersi, per mantenerlo il più possibile aperto.

Bisogna – verso la destra e soprattutto nella situazione romana – disporre di elementi di valutazione certi. Oltre per ora non andiamo se non ripetendo l’interesse a che le contraddizioni nel centrodestra si radicalizzino. 

Glisso sugli altri interventi (Rossini per il Sicet e Scorpioni per l’Uniat), e passo a quello di Cofferati.

Cofferati ha fatto un intervento che potrebbe apparire sostanzialmente alternativo a quello di Pallotta. Questa è stata la nostra impressione, ma non siamo in grado di dire se anche tra i delegati Sunia sia stata avvertita questa divaricazione. Non abbiamo partecipato al dibattito del pomeriggio e dei giorni successivi e dunque dovremmo in seguito disporre di altre informazioni.

 

Cofferati.

Ha iniziato proponendo una questione: se e quale fosse il sentimento comune che ha portata tanto popolo alla manifestazione del 23 marzo. E’ arrivato a delle conclusioni che per noi erano state alla base della scelta di esserci il 23 in modo visibile, nonostante i problemi con la CUB: la gente manifestava non per un interesse sindacale (anche se vi erano delle questioni sindacali rilevantissime) ma per difendere un “diritto fondamentale della persona”. Dice Cofferati: “L’art. 18 sta dentro una catena, una filiera di diritti fondamentali, nella quale tutto si tiene”. Cofferati ha rafforzato questa impostazione facendo riferimento alla carta d Nizza, nella quale, in quanto fondamentali, ci stanno i diritti dei lavoratori; cioè non come corpo separato dagli altri.

In questo senso ha riparlato di diritto alla casa, e mai di mercato, e non è stato un riferimento di “cortesia”; il diritto alla casa entra di forza come uno dei diritti fondamentali inalienabili.

 

Nota: è stato un passaggio cruciale, tant’è vero che mentre parlava Cofferati se ne sono andati Sforza Fogliani e il rappresentante dell’ASSPI (entrambi avevano parlato prima di lui). Non solo: Cofferati era interrotto da frequenti applausi ai quali non si è mai unito Pallotta.

 

Altra parte molto corposa, la definizione di sindacato confederale, che, ripercorrendo la storia “camerale” della CGIL, si è concentrata nell’invito pressantissimo a distinguere e separare anche a livello funzionale la tutela sindacale dei diritti dalla erogazione di servizi, pur essenziali nell’interesse dei lavoratori o dei soggetti di riferimento. Ha esaltato il carattere collettivo delle vertenze e delle contrattazioni, attaccando duramente i propositi del Governo e ha di nuovo richiesto la separazione anche formale delle due funzioni, che non possono coincidere in un unico soggetto.

 

Nota: non siamo in grado di dire con certezza se questo passaggio si riferiscano anche alle tendenze interne al Sunia, che vanno verso una direzione opposta, o se si tratta di un dibattito in CGIL di portata molto più vasta. Probabilmente si tratta soprattutto di questo. Comunque ci sembra importante segnalarlo ai compagni.

 

Nota finale:

 

a prescindere dalle ipotesi di finanziamento “concertato” con la grande finanza per un nuovo Piano Casa, che vanno analizzate laicamente, il dato negativo in senso assoluto è che il Sunia reputa una certa partita come già chiusa.

Si ripete lo stesso schema che portò il Sunia ad abbandonare ogni controllo legale sui canoni e a salutare con favore i patti in deroga. La partita chiusa è quella dell’edilizia residenziale pubblica con la presa d’atto – salvo proporsi come partner nel processo medesimo - della demolizione in corso degli IACP e suoi derivati.

Eppure OGGI è questa la questione all’ordine del giorno, non solo in Lombardia o in Toscana, ma in quasi tutte le regioni. A nostro avviso, se un sindacato degli inquilini non pesa e in modo determinante OGGI sul budget ancora ingentissimo dei fondi ex Gescal e se non pesa altresì sui processi di trasformazione/snaturamento degli istituti dell’ERP non è credibile supporre una sua capacità contrattuale sulle “cose degli altri”.

Questa è – ma lo avevamo già ribadito al nostro Congresso – la massima divaricazione tra noi e il gruppo dirigente del Sunia; anche se non riteniamo che il resto del corpo militante se ne sia ancora ben reso conto.

Dovremmo valutare nelle prossime settimane, acquisendo altre informazioni, sulla opportunità di un nostro intervento a tutti i livelli, in tutte le forme, anche pubbliche, affinché la questione emerga con maggiore visibilità. 

C’è anche la questione – a brevissimo termine – di come si arriva alla nuova CONVENZIONE NAZIONALE sui canoni concordati. A tutt’oggi non ci sembra di avvertire nel Governo la disponibilità ad un allargamento degli sgravi fiscali per il locatore che concorda e tanto meno per il conduttore e all’incremento della dotazione del fondo sociale.

 

La segreteria nazionale sta analizzando le anticipazioni e proposte che circolano in modo ufficioso e spesso semi segreto (testi Sunia-Sicet-Uniat, testo Confedilizia, nota del fronte della cosiddetta Piccola Proprietà) e cerca di elaborare una sua posizione sulla base dei deliberati congressuali. Non è facile considerando che una prossima riunione plenaria della Convenzione è fissata presso il ministero per la fine di questo mese.

 

 

 

Nota della segreteria nazionale 

sulla base del rapporto della delegazione UI al congresso Sunia


Top

Indice Comunicati

Home Page