Roma, 9 luglio 2002.
Al Presidente del Consiglio
Al Ministro degli Interni
Agli organi di informazione
DIRITTO ALLA VITA E SFRATTATI.
NON SI IMPIEGHI LA FORZA PUBBLICA NELL'ESECUZIONE!
Prima di tutto devo dire qualcosa che purtroppo non emerge nelle cronache
drammatiche di questi giorni: "Ci sono "meno" sfratti
che nel passato, ma questi sfrattati - e sono ancora tanti - sono i
più indigenti e i più soli".
La polizia, i fabbri, i pompieri, i vigili urbani determinano traumi
indicibili che in qualche caso si traducono in atti disperati, nella
quasi generalità in mesi e anni di depressione con caduta di
ogni difesa organica.
Mi permetto di richiedere al Governo l'applicazione dell'art. 3
della Costituzione quando stabilisce che tutti i cittadini hanno
pari dignità senza distinzioni di condizioni personali e sociali
e che è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine
economico e sociale che limitano la libertà e l'eguaglianza dei
cittadini.
Gli sfrattati non sono delinquenti; perdono la casa perché
non hanno i soldi per affittarne un'altra, perché gli affitti
sono a livelli pazzeschi, perché le case popolari non si costruiscono
nonostante 18.000 miliardi di residui ex Gescal, e perché spesso
non sanno più a chi rivolgersi.
Chiedo al Governo di emettere una Circolare ai prefetti e ai questori
che rappresenti la situazione così come è stata descritta
e disponga in modo concertato con i Comuni l'obbligo di accertamento
delle condizioni di bisogno del nucleo soggetto a sfratto e l'intervento
coordinato della sicurezza sociale, escludendo tassativamento l'impiego
della forza pubblica.
Da parte nostra mi appello a tutte le sedi dell'Unione Inquilini affinchè
attivino le strutture di solidarietà e di protezione esistenti
sul territorio.
Il segretario nazionale
Vincenzo Simoni