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Firenze-Toscana. Contro il Saccheggio Sociale
e le Privatizzazioni: 19 ottobre 2002, un incontro vasto, verso e
oltre il Social Forum Europeo. Dal 1992 al 1999 in Italia il valore delle offerte
pubbliche di vendita e delle vendite private è stato pari a 117 miliardi di
dollari; in Regno Unito 47, in Francia 63, in Germania 61, in Spagna 52. Un record per l'Italia del centro
sinistra. Negli scorsi anni pezzi di opposizione hanno tentato
di contrapporsi al flusso ininterrotto di privatizzazioni, con resistenze
parlamentari e politiche (l'uscita dalla maggioranza di Rifondazione Comunista
aveva anche questo significato), resistenze di settore condotte soprattutto dai
sindacati di base ed indipendenti, fino a delle promozioni di referendum locali
contro la privatizzazione di aziende municipalizzate. Non si può dire che questa opposizione sia stata in
grado di contrastare efficacemente tale trasferimento, e questo per diverse
ragioni: un ciclo mondiale espansivo dell'economia che illudeva sulla bontà
delle ricette liberiste temperate, la copertura politica e sindacale del centro
sinistra non solo italiano, che di fatto in quei sette anni ha governato
l'occidente, e, a livello sociale, la non esatta percezione delle conseguenze
delle privatizzazioni sulle condizioni economiche delle famiglie e di intere
comunità. Oggi siamo in presenza di una situazione mutata - in
quale misura è difficile dirlo - ma indiscutibile. Se è forse eccessivo parlare di disastro economico e
di precarietà assoluta per vasti ceti, è plausibile la descrizione di uno stato
di inquietudine profonda che si sta allargando. A Porto Alegre 2 la questione del "saccheggio
sociale connesso alle privatizzazioni" - pur non essendo ufficialmente il
tema dominante (era "un nuovo mondo possibile") - lo era nelle
conversazioni, nei seminari, in decine e decine di incontri autogestiti. Era
non solo il risultato dello choc argentino ma anche di una concordata
resistenza del sindacalismo brasiliano al modello ALCA, i cui risultati a
livello politico si sono visti nelle recenti elezioni presidenziali. A Porto Alegre l'Unione Inquilini s'era messa in
relazione con questi settori, e con alcuni gruppi francesi e tedeschi,
distribuendo un appello in quattro lingue per la realizzazione collettiva dei
"libri neri sul saccheggio sociale e privatizzazioni" . Nei mesi
successivi tale proposta fu presentata all'assemblea del Social Forum Italiano
e formalmente approvata come indicazione comune. Ma questa rischiava di
rimanere una petizione di principio se non si fossero prodotte due iniziative;
quella che portò il 25 maggio 2002 ad una grande assemblea alla Sorbona, con un
appello a "far fronte contro il mercato, per la difesa e lo sviluppo del
servizio pubblico" lanciato da molte centinaia di associazioni, pezzi di
sindacato ufficiale e interi sindacati di base e tanti intellettuali. Il
risultato è che ora al Social Forum Europeo due giorni sono interamente
dedicati al tale questione. E in Italia con l'impegno dell'Unione Inquilini in
una campagna nazionale contro le privatizzazioni dell'edilizia residenziale
pubblica, con cortei, picchetti, assemblee e duri confronti con le controparti
in due regioni, apparentemente antagoniste: in Toscana e in Lombardia. La necessità di stare dentro ad un movimento più
largo ha subito indotto, soprattutto a Firenze e in Toscana, i compagni
dell'Unione Inquilini a tentare qualcosa di complesso, conoscendo la storia dei
diversi movimenti e gruppi esistenti: mettere in rete chi lotta o a lottato
contro le privatizzazioni, a partire dal livello comunale fino ad arrivare ai
grandi gruppi industriali e di invitare i social forum a scegliere con chi
stare. A tutti è chiaro la delicatezza della questione dal
momento che questo avviene proprio a Firenze città nella quale la Regione
guidata da un presidente che era stato a Porto Alegre sostiene politicamente e
finanziariamente il grande evento sociale europeo. Eppure questo andava e va fatto e non per
smascherare nessuno, ma perché la Toscana era ed è la regione nelle quale non
solo si è privatizzato di più e un po' tutto, ma nella quale di è realizzato un
sistema che pare sia preso a modello proprio dal governo della Lombardia. E' il modello del "global service" erogato
e governato dalla forma giuridica della "società per azioni" a
maggioranza pubblica ma aperta progressivamente all'inserimento dei privati;
sistema nel quale si dislocano i più agguerriti pezzi di burocrazia politica
regionale, che quasi sempre coincidono con l'apparato dirigente dei DS unito in
questo a prescindere dalla appartenenza alle due correnti. Il sistema delle SpA, che domina il ciclo delle
acque, e arriva ai rifiuti, ai trasporti, ai servizi alla persona, ed in questi
giorni a Firenze al governo di fatto dell'Edilizia Residenziale Pubblica, con
lo scioglimento dello IACP e il trasferimento delle sue competenze alla
CasaSpA, appare progressivamente per quello che è: capace di incidere
immediatamente sul sistema delle tariffe, che hanno sempre delle brusche
impennate; intenzionato a modificare i rapporti di lavoro, con esternalizzazioni
e assunzioni a tempo determinato, in modo da sostituire un personale difeso con
un coacervo di lavoratori precarizzabili. Non ultimo nel sistema è il passaggio
di decine e decine di ex burocrati alla figura di imprenditori senza rischio; manager
di nome con prebende di tutto rispetto. Si potrebbe andar oltre. Dalle proteste di minoranze politiche e sociali, si
sta passando ad un clima strano: incredulità diffusa, settori di utenti e di
lavoratori che si rivolgono ai politici e sindacalisti di riferimento, con
risultati frustanti… Un clima generale che non approva tale arrembaggio, ma non
arriva ad uno sbocco fatto - perché no ? - di manifestazioni massicce di
dissenso. Da qui alcune decisioni che potrebbero rispondere ad
una domanda vasta: a caldo, il giorno dopo lo sciopero generale del 18 ottobre,
cioè sabato 19, si incontrano a Firenze importanti pezzi di opposizione
sindacale e sociale, ma anche i social forum locali, settori che fanno
riferimento alla rete di Lilliput, ATTAC e così via. Si pensa ad un appello che
raccolga migliaia di firme, ad un unico sito web per documentare e denunciare,
una rete che possa mobilitare rapidamente. E intanto una settimana prima una assemblea
preparatoria si è tenuta a Livorno, a Pisa si sta facendo lo stesso; nel
Valdarno ci si muove. E nel Social Forum Europeo le privatizzazioni e i
servizi sociali sono insieme alla lotta per la pace e contro la guerra, una
dominante, con due giorni dedicati a tale questione. Vincenzo Simoni |
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