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Contro la Tremonti-Scip2 e contro una iniqua legge
finanziaria Giovedì 12 dicembre, ore 15: la “casa” ritorna davanti a
Montecitorio. Intervento di Vincenzo Simoni al Coordinamento
Nazionale dell’Unione Inquilini Ancora una volta sono gli inquilini degli Enti Previdenziali a fare da massa d’urto; la loro rabbia contro Tremonti e i suoi interlocutori finanziari sta incoraggiando altri settori sociali ed altre componenti sindacali e istituzionali ad allargare la protesta contro le iniquità della stessa Finanziaria. L’Unione Inquilini ha condotto con decisione una campagna che ha gli altri sindacati degli inquiliini, innescando una positiva reazione a catena: la solidarietà dei sindacati confederali, la presenza del Comune di Roma, la scesa in campo dell’ANCI, le dichiarazioni di parlamentari di diversi schieramenti fanno del 12 dicembre una tappa non secondaria verso una grande manifestazione nazionale per il diritto alla casa. La situazione per milioni di famiglie è davvero critica. Incominciamo dai nefasti della Cartolarizzazione degli alloggi degli Enti: lo Stato cede tutte le unità immobiliari ancora non vendute (sono 62.500 di cui l’84/7% ad uso residenziale) alla S.C.I.P., una società veicolo, una “scatola vuota” che corrisponde ad un gruppo finanziario capitanato dalla Deutsche Bank e che comprende anche Intesa-BCI, Lehaman Brothers, San Paolo Torino, affiancate da IPI Fiat e dal “gruppo Romeo”. La SCIP in cambio è impegnata a versare al Tesoro 6,629 miliardi di Euro ma in diverse tranche. Una cifra notevole – essenziale per l’attuale Finanziaria - coperta dall’emissione di obbligazioni, collocate per conto della SCIP da un consorzio di banche costituito da Banca Imi, CabotoIntesaBCI, Lehaman Brothers e Ubs. Le obbligazioni dovrebbero in prima battuta essere garantite dalle vendite delle unità immobiliari; nel caso di un flop – che alcuni paventano – interverebbe direttamente il Tesoro a totale copertura. Tra gli inquilini degli Enti questa realtà è ben conosciuta; si scaricano i dati da Internet, si fotocopiano, si fa il passa parola; si interviene con precisione nelle assemblee. La vicenda sta trasformando migliaia di persone in oppositori coscienti di un governo che si rivela come agente diretto dei più scatenati appetiti finanziari. E’ in atto un processo di maturazione che va oltre ad antiche appartenenze politiche e che per questo inquieta moltissimo. Roma è al centro di questo movimento, qui sta il 60% di tutto il patrimonio degli Enti, qui si possono rompere delicati equilibri politici, con effetti nazionali. Abbiano detto del paventato flop delle vendite: ma questo è solo un aspetto della questione. Il più drammatico è rappresenta da una applicazione del diritto di prelazione che la legge assicura agli inquilini, che annullerebbe tale facoltà. I prezzi degli alloggi stanno infatti per essere valutati agli attuali livelli del mercato speculativo con aumenti rispetto ad alloggi analoghi venduti nei mesi scorsi, che vanno dal 50 al 100%. Da calcoli forfetari questo vuol dire che gli inquilini dovrebbero – se esercitassero il diritto di prelazione – versare…non allo Stato … ma alla SCIP altri 1,5 miliardi di €! Una media di altri 50-70 milioni da sborsare per ognuno degli inquilini potenziali acquirenti. Una enormità. Per questo il 12 dicembre gli inquilini in piazza richiederanno al Parlamento un pronunciamento immediato che riporti la questione dei prezzi di vendita ad equità contro i condizionamenti della SCIP. Governo che toglie… Governo
che da?! Ma niente affatto! E qui ci si collega alle “uscite” della Finanziaria. Il tasto più dolente, quello che immediatamente mette in crisi la politica sociale dei Comuni ad alta tensione abitativa, è rappresentato dalla forbice tra l’aumento incredibile delle richieste di contributo all’affitto (istituito dalla legge 431 del 1998) e gli stanziamenti attuali e previsti per l’intero triennio. Si passa dai 650 miliardi di lire della finanziaria 2002 agli attuali 248 milioni di Euro (480 miliardi di lire): per coprire le domande approvate per le quali si è già cominciato a corrispondere il contributo sarebbe necessario almeno 1 miliardo di €. Sta crollando una “gamba” della legge 431, un meccanismo anche troppo enfatizzato, da alcune regioni addirittura configurato come alternativo a nuovi impegni in edilizia sociale; ma che qualche utilità la sta avendo in una condizione di totale arbitrio del mercato immobiliare. Davanti a Montecitorio sarà rappresentata anche la tensione in cui stanno entrando migliaia di famiglie che non ricevendo più il contributo all’affitto potrebbero ritrovarsi in pochi mesi in una condizione di morosità con l’esecuzione quasi immediata dello sfratto. Tale emergenza – che potrebbe precipitare tra qualche mese – si congiunge ad un vuoto di prospettiva per l’edilizia residenziale pubblica (a zero finanziamenti nazionali) che sta faticosamente e in modo spesso contradditorio utilizzando quello che resta dei residui ex Gescal – 8 miliardi di euro mal spesi, spesso a pioggia, in usi impropri – e questo essenzialmente per responsabilità diretta dei grandi Comuni. Dicevamo di questo 12 dicembre e del cammino verso una manifestazione nazionale per il diritto alla casa. Va supportata da una programma di svolta; da azioni di lotta articolate (a partire dalla sistematica contestazione del caro-fitti – con denunce eclatanti), dalla stesura di un indirizzo nazionale che definisca gli standard essenziali di edilizia residenziale pubblica, ne garantisca il carattere pubblico, rifiuti ogni privatizzazione delle stesse gestioni del patrimonio, si pronunci con chiarezza contro uno pseudo federalismo che fa a pezzi la solidarietà e la programmazione. Bisogna per questo andare oltre alle organizzazioni sindacali storiche, che ci devono essere con tutto il loro peso, e ai labari - sempre ben accetti! - dei comuni. L’Unione Inquilini che sta condividendo le proprie sedi con il sindacalismo di base, con ATTAC, e con molti social forum, è impegnato alla promozione di un nuovo movimento che sia in grado - su qualcosa di serio - di ritornare a vincere.
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