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Promemoria sullo stato della vertenza immobili ex-Generali/Fondo Immobiliare Investire 1-2. L’oggetto: da gennaio ad oggi Generali Properties (società facente capo a Generali) ha venduto ad un Fondo Immobiliare espressione della Banca d’affari FINNAT (Roma, Piazza del Gesù 49) circa 4000 alloggi. Generali Properties con capitali aggiuntivi, derivati anche da queste operazioni, sta concorrendo alla cosiddetta “trasformazione e valorizzazione” dell’ex area della Fiera di Milano in via di trasferimento (270 ettari!). Il Fondo per garantire il massimo di redditività agli investitori ha deciso di non rinnovare i contratti di locazione e di procedere a vendite frazionate, con preliminare offerta agli inquilini. Di seguito un promemoria che descrive la situazione attuale con particolare riguardo a Firenze, città investita dalla vendita di 500 alloggi. PREMESSA. La segreteria nazionale dell’Unione Inquilini aveva richiesto al Fondo Investire Immobiliare 2 un incontro immediatamente dopo la trasmissione degli immobili da Generali Properties (Giugno 2003, lettere AR/R): la richiesta è stata lasciata inesitata. Nel periodo successivo il “fondo” ha provveduto, evitando qualsiasi rapporto con i sindacati inquilini, a disdettare tutti i contratti in corso preavvisando i conduttori nella sua intenzione di non rinnovarli. Tali atti, in alcuni settori dell’inquilinato, che confidavano nel rinnovo dei contratti, hanno esercitato una formidabile pressione nella immediatamente successiva fase di vendita, inducendo diverse famiglie in condizioni economiche al limite della precarietà, a sottomettersi ai prezzi indicati nelle lettere d’offerta. A metà settembre è stata inviata al “fondo” da Unione Inquilini, Sunia, Sicet, Uniat una richiesta urgente d’incontro allo scopo di concordare un protocollo nazionale d’intesa per la gestione del processo di dismissione e vendita. Tale obiettivo non è stato raggiunto. Nell’incontro di martedì 7 ottobre avvenuto a Roma presso la sede di Pirelli Real Estate, il rappresentante del Fondo infatti ha opposto alla richiesta dei sindacati l’argomento che il processo anche su Investire 2 (con circa 2000 alloggi in vendita) già avviato (salvo che a Firenze, per circa 500 alloggi) e con un ampio consenso degli inquilini rendeva inutile un protocollo nazionale tra le parti. Il rappresentante della proprietà aggiungeva che per i casi critici avrebbe in qualche modo provveduto, intervenendo appunto “caso per caso” a discrezione, senza di bisogno di affidarsi a criteri generali. I sindacati hanno osservato criticamente che questo processo di vendita aveva una conduzione del tutto anomala. In tutti gli altri casi e il più rilevante è quello ancora in corso sugli immobili ex INA (passati a Pirelli Real Estate) si sono convenuti con i sindacali i prezzi di vendita e le modalità per i rinnovi dei contratti! Il Fondo ha obbiettato che nel suo statuto aveva stabilito “a garanzia degli investitori” di non rinnovare i contratti e che a questo si sarebbe attenuto. I sindacati degli inquilini prendendo atto con rammarico dell’indisponibilità della proprietà a stabilire rapporti sindacali sul piano nazionale si sono riservati piena libertà d’azione, con un’attenta vigilanza su ogni contenzioso che potesse emergere, soprattutto a Roma. Restava comunque aperta la questione Firenze. LA QUESTIONE A FIRENZEQuesto inquilinato, quasi tutto concentrato in una stessa zona della città, sia per le vertenze del passato che per i livelli di sindacalizzazione e d’autoorganizzazione, è riuscito ad assorbire senza troppi traumi la “pressione” determinata dalle disdette per finita locazione. Del resto ancor prima della trasmissione di tali immobili da Generali Properties al Fondo oltre il 40% degli inquilini era stato già disdettato e conviveva con convalide e precetti. A questo si aggiungeva un’attenzione da parte dell’amministrazione comunale che in diverse fasi era intervenuta sulla proprietà, non solo nei conflitti ma anche – in modo positivo – per ottenere la disponibilità da parte della Generali d’alloggi che si liberavano e che venivano assegnati a famiglie soggette a sfratto in precarie condizioni economiche. Ad oggi si registrano dei rapporti sistematici tra un livello d’autoorganizazione (Cooperativa tra inquilini) e il fondo teso ad arrivare ad una chiusura eventuale della questione. L’Unione Inquilini, prendendo atto di tale rapporto, e al tempo stesso rappresentando una quota significativa di inquilinato e un decennio di rapporti e di lotte in difesa dei diritti di tutti gli inquilini, ha da mesi ribadito la necessità di una trattativa trasparente che coinvolga i sindacati anche per l’esperienza che hanno maturato nella nostra città su altri settore (INA in primo luogo): la richiesta d’unità è condivisa da TUTTI gli inquilini. Gli obbiettivi da raggiungere, che sappiamo condivisi e che riteniamo comunque opportuno ribadire, dovrebbero sintetizzarsi nella: - possibilità d’acquisto da parte delle famiglie, con il minimo possibile di sofferenza economica. Da nostre valutazioni rispetto ai prezzi che stanno circolando, tra capitale perduto e rate di mutuo, molte famiglie, oggi ancora con regime di patti in deroga, dovrebbero attrezzarsi a defalcare dal loro reddito mensile delle somme pari 3 volte l’affitto da loro pagato! E’ dunque essenziale fare ogni sforzo affinché vengano ottenuti dei prezzi con rate di mutuo non solo “sopportabili” ma tali da non impoverire drasticamente e per decenni centinaia di famiglie che già ora non nuotano nell’oro; - protezione sociale per chi non può comprare, le cui condizioni reddituali potrebbero rapportarsi a quanto convenuto nazionalmente per i rinnovi dei contratti con Milano Centrale nella trattativa immobili ex INA; tale livello di protezione dovrebbe essere stabilito in un accordo territoriale con la controparte proprietaria. La conduzione di tale processo dovrebbe essere guidata unitariamente dalle segreterie provinciali dei sindacati inquilini da tempo coinvolti nella questione e dalla struttura d’autoorganizzazione che una parte consistente dell’inquilinato ex Generali di Firenze si è data in forma Cooperativa. L’Unione Inquilini ha proposto la costituzione di un gruppo di lavoro unitario che possa trattare con la proprietà e promuovere assemblee d’informazione e verifica per tutto l’inquilinato ex Generali. |
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