IL PIANO DEL 1949 PER AIUTARE LE FAMIGLIE
Cari/e Compagni/e
Il Governatore della Regione Campania Antonio Bassolino su l'Unità
del 30/10/2203 e successivamente sul Mattino di Napoli del 31/10/2003
propone di rimettere mano ad un nuovo piano di interventi pubblici nel
settore dell'edilizia residenziale pubblica e prende ad esempio per illustrare
la sua tesi piano Gescal del 1949 elaborato e fatto approvare dall'allora
Ministro Fanfani.Il Governatore della Campania si è finalmente
accorto che nel nostro paese ( e quindi non solo a Napoli e in Campania
) esiste un'allarmante situazione di emergenza abitativa paragonabile
a quella esistente nell'immediato dopoguerra e che non esistono allo stato
attuale dei fatti politiche governative in grado di affrontarle e risolverle.Aggiungiamo
noi che sono soprattutto i lavoratori dipendenti e i pensionati i soggetti
sociali impossibilitati ad accedere agli affitti praticati dal cosiddetto
libero mercato.Naturalmente il Governatore della Regione Campania nulla
dice circa le responsabilità sue e dei suoi compagni di Partito
e di coalizione in merito allo smantellamento della legge sull'equo canone
e all'approvazione della legge sui patti in deroga e successivamente alla
431/98 che hanno avuto come scopo quello di liberalizzare del tutto il
mercato dell'affitto.Al di là delle responsabilità che gravano
per intero su questa classe dirigente che ha governato male questo paese
in questo momento è necessario raccogliere questo suggerimento
e volontà e lavorare con tenacia e forza per costruire un movimento
di massa che imponga a questo governo e a quelli che lo succederanno di
fronteggiare ed affrontare l'emergenza abitativa ripartendo da un intervento
diretto dello Stato che progetta,finanzia e rilancia l'edilizia residenziale
pubblica in tutto il paese.Certamente non bisogna pensare di ripetere
le brutualità commesse negli anni 50 e 60 quanto con i fondi Gescal
si costruivano enormi agglomerati urbani privi di propria identità,luoghi
senza memoria e storia dove metterci dentro tutti coloro che bisognava
emarginare o allontanare dai centri storici ed antichi delle città.Il
nostro auspicio è che Bassolino le cose dette al Mattino e all'
Unità le pensi non da solo ma che sia un ragionamento che coinvolga
altri esponenti del suo Partito e suoi amici all'interno dell'Ulivo, se
così fosse penso sia utile e necessario stringere rapporti ed alleanze
sia con lui e sia con tutti quelli che la pensano come lui, penso che
sia necessario stringere accordi con movimenti antiliberisti ed antiliberali,con
Partiti ed esponenti politici,con associazioni e organizzazioni sindacali
e di volontariato che hanno a cuore non solo le sorti del grande capitale
ma anche dei lavoratori,dei pensionati e degli studenti ed anche e soprattutto
a nuove cementificazioni di aree verdi presenti nelle nostre città.Noi
dobbiamo proporre progetti di autorecupero ed autoristrutturazione,valorizzazione
e acquisizione al patrimonio pubblico di tutti gli immobili di proprietà
privata esistenti nelle nostre città e non utilizzato da una proprietà
assente e parassitaria. Altra nostra posizione da diffondere a livello
di massa dovrebbe essere quella che tutto ciò che è stato
costruito nel passato sia esso pubblico o privato che sia brutto e fatiscente
e causa di degrado ed emarginazione vada abbattuto,eliminato e ricostruito.Gli
alloggi vuoti e sfitti, abbandonati o fatiscenti, devono essere requisiti
dai Sindaci e messi a disposizione del nuovo ed emergente bisogno casa
esistente nelle nostre città.Insieme ad esse,opportunamente ristrutturate
e messe a nuove, vanno riutilizzate le scuole,le caserme e tutti gli uffici
pubblici abbandonati dalle pubbliche amministrazioni.I Sindaci devono
essere messi in grado di utilizzare i poteri che la legge già gli
conferisce e che non fanno per non inimicarsi la proprietà.Noi
li dobbiamo pungolare ad agire,non possono essere spettatori impassibili
di fronte ad un dramma sociale che si consuma giorno dopo giorno sotto
i loro occhi senza che facciano niente per risolverlo.Così come
dobbiamo gridare forte che è utopico pensare che premiare la proprietà
con incentivi economici sia il toccasana per costringerli a mettere sul
mercato gli alloggi che tengono sfitti a prezzi calmierati.L'esperienza
ci dimostra che questi signori sono bravi ad incassare gli incentivi e
a continuare a fare gli speculatori e i parassiti.Bisogna partire da subito
per costruire un movimento di massa che non solo si opponga all'ulteriore
svendita e dismissione degli alloggi di proprietà pubblica ma si
ponga da subito l'obiettivo del rilancio e della riqualificazione dell'edilizia
residenziale pubblica.In questa battaglia le Regioni e i Comuni con le
loro autonomie e i loro poteri non possono tirarsi fuori dallo scontro:
con la lotta avremo la possibilità di tastare la loro sincerità
e volontà
EDILIZIA POPOLARE, Bassolino rimpiange Fanfani.
“ Ci vorrebbe un nuovo piano Fanfani ”, recrimina Antonio Sassolino
intervistato ieri dall’ Unità: il tema dell’edilizia
residenziale pubblica è infatti “ cruciale ” , sottolinea
il Governatore della Campania , e invece nella nuova finanziaria sono previste
in proposito “ zero risorse ”. Per chiedere nuovo impulso all’edilizia
pubblica , il Presidente della Regione pesca nella memoria un’iniziativa
che risale al 1949 , in pieno dopoguerra, e promuove a posteriore un progetto
che, quanto fu approvato , si attirò le critiche delle sinistre ,
in particolare del P.C.I. e della CGIL , perché a loro giudizio minacciava
di gravare sulle classi meno abbienti e non offriva garanzie sufficienti
di equità nei criteri di assegnazione degli alloggi. In effetti,
con tutti i suoi limiti, è stato l’unico programma di edilizia
popolare di ampio respiro che abbia visto la luce in Italia. A elaborarlo
fu il democristiano Amintore Fanfani, uno dei padri della Costituzione ,
all’epoca Ministro del Lavoro ; successivamente sarebbe stato Ministro
dell’Agricoltura, degli Interni, del Bilancio ( l’ ultima volta
nel 1989 ) e più volte Presidente del Consiglio , poi Segretario
della D.C., Presidente del Senato , senatore a vita e fra i papabili al
Quirinale. La sua legge per la “ costruzione delle case dei lavoratori
” fu approvata dal Parlamento il 28 febbraio 1949. Prevedeva una spesa
di 15 miliardi l’anno, per sette anni, da reperire attraverso prelievi
sulle retribuzioni dei lavoratori, contributi versati dai datori di lavoro
e l’intervento pubblico. |