UNIONE ARMA CC, MILITARI SPINTI IN MISSIONE DA MISERIA ECONOMICA
(ANSA) - ROMA, 12 NOV - «Una morte annunciata».
Così l'Unac, Unione nazionale arma carabinieri, commenta l'attentato
in Iraq e invita «i governanti a esaminare la possibilità
di un ritiro immediato dei nostri uomini da questa situazione che potrebbe
costare ancora vittime al nostro popolo che ha già fin troppi
problemi in patria».
«Dopo americani e inglesi - scrive il segretario generale dell'Unac,
Antonio Savino, direttore de La rivista dell'arma - non poteva che toccare
ai nostri carabinieri e soldati italiani in Iraq. Ragazzi spinti alle
missioni estere da non solo senso umanitario di aiuto a quelle popolazioni,
da non solo senso di patriottismo o contributo alla lotta al terrorismo
ma anche e soprattutto per portare a casa qualche soldo in più
e vivere una vita con maggiore dignità».
«Per essere assegnati alle missioni estere - racconta Savino -
tra i carabinieri vi è una concorrenza spietata a suon di raccomandazioni.
In termini economici, sei mesi di missione estera, soprattutto in zone
belliche, contribuisce a comprarsi almeno metà della tanto agognata
casa».
«La miseria economica in cui versano tutti i carabinieri, poliziotti
e militari italiani - prosegue il segretario dell' Unac - non può
essere sottaciuta come non può essere sottaciuto il mancato impegno
degli attuali governanti alle tanto evidenziate situazioni migliorative
in tutto il comparto sicurezza, in cui i carabinieri, parte integrante,
vivono con regolamenti da prima guerra mondiale e con stipendi da fame.
Non siamo guerrafondai, siamo solidali con quelle popolazioni ma costretti
a combattere una guerra che non tutto il popolo italiano e non tutto
il parlamento hanno voluto, perchè non avallata dall'Onu».
I nostri carabinieri, denuncia l'Unione nazionale arma carabinieri,
«non sono affatto preparati nè psicologicamente nè
professionalmente a combattere una simile guerra civile come quella
in Iraq. Chi ritiene il contrario, per motivi di opportunismo, non dice
il vero. Piangiamo i nostri morti e assistiamo all'ennesima farsa di
lacrime di coccodrillo da parte di chi una certa responsabilità
nell'invio di quel contingente deve pur averla». (ANSA).
VR
12-NOV-03 18:16 NNN