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Sintetiche annotazioni a margine dell’incontro di Padova.

In una situazione, come quella attuale, di completo (o quasi) disinteresse per i problemi relativi all’abitare, ritengo che sia per noi fondamentale mantenere rapporti organici con tutto ciò che si muove sul tema della casa e in particolare con le situazioni che si esprimono con maggiore radicalità.

Credo che con Action sia necessario mantenere rapporti stretti, anche se ciò può causare tensioni, precisando quale ruolo, secondo noi, devono giocare in questa fase le organizzazioni che si battono per il diritto alla casa.

Penso che la maggiore differenza con Action, sia costituita dalla differente valutazione che diamo delle occupazioni di case; sinteticamente mi sembra di poter dire quanto segue:

- per noi dell’Unione Inquilini, le occupazioni sono uno strumento di lotta per diffondere la coscienza sul problema abitativo e per trovare parziali soluzioni concrete nei casi di emergenza; il nostro obiettivo consiste nella adozione, da parte del governo nazionale e dei governi locali, di piani-casa a breve termine sull’emergenza abitativa e di piani-casa a medio termine con un respiro più ampio. Le nostre iniziative devono quindi pretendere dalle nostre controparti precisi impegni sulla base di proposte articolate che, in ogni situazione, noi per primi dobbiamo essere in grado di produrre.

- per i compagni di Action le occupazioni (così almeno appare dall’esterno) diventano un obiettivo in se stesso, così come lo sono tutte le iniziative che esprimono radicalità; a volte sembrano incapaci di formulare una piattaforma, sembrano rifiutare la possibilità di risolvere un problema (magari solo parzialmente) e per questo appaiono convinti sostenitori del “tanto peggio-tanto meglio”.

Se questa analisi è corretta, noi che siamo un sindacato, che puntiamo alla soluzione dei problemi, che istituzionalmente puntiamo al raggiungimento di compromessi (anche se per aprire fronti più avanzati di conflittualità), incontreremo difficoltà ad organizzare iniziative comuni con i compagni di Action, ma questo non ci esime dal perseguire con determinazione una possibilità di azione, se non comune, almeno parallela.

Per muoverci in questa direzione dobbiamo però, noi per primi, dimostrare di essere capaci di elaborare piattaforme (credibili e non subalterne alle logiche del capitale) anche a livello locale e dobbiamo pretendere che ogni Amministrazione comunale ne elabori una con il nostro contributo e sotto la pressione dell’iniziativa diretta degli inquilini e dei senza casa.

A Sesto ci abbiamo tentato, con tutti i limiti che ci contraddistinguono e che cercheremo di superare con l’esperienza e con la crescita del potere contrattuale che speriamo di conquistarci piano piano.

In allegato spediamo la nostra piattaforma per Sesto San Giovanni che abbiamo sottoposto all’Amministrazione Comunale e che ci è servita per aprire il dibattito nella città utilizzando ogni iniziativa e ogni mobilitazione.

Spero di non aver annoiato troppo.

 

Marco de Guio - UI Sesto S. Giovanni


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