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Sciopero Atm Milano: ‘’La lotta dei lavoratori dei trasporti, oggi a Milano, che hanno scioperato ben oltre le modalità decise da cgil-cisl-uil, mette in luce che in realtà il diritto di sciopero è stato compresso in maniera insostenibile. 

La Cub è a fianco dei lavoratori con lo stesso obiettivo: ripristinare appunto il diritto di sciopero’’. 

Lo ha affermato il coordinatore nazionale della Confederazione Unitaria di Base (Cub) Piergiorgio Tiboni.
‘’
Le normative via via applicate sullo sciopero e le scelte molto restrittive della Commissione di garanzia hanno privato i lavoratori dell’unico strumento che hanno per contrastare le decisioni padronali – ha sottolineato Tiboni -. 

E’ infatti da ben due anni un contratto non viene rinnovato perché le modalità di lotta legittime sono spuntate’’.


’Ovviamente – ha concluso il coordinatore - le aziende e la Commissione di garanzia tentano di criminalizzare gli scioperanti rispetto al disagio che si crea per l’utenza ignorando il fatto che maggiori responsabilità hanno coloro che non rinnovano i contratti. 

Inoltre i lavoratori hanno una perdita salariale rilevantissima e quindi non si astengono certo a cuor leggero’’.

La Cub diffida la Commissione di garanzia e l’Atm a stabilire sanzioni nei confronti di lavoratori perché,  in caso contrario, ci sarà una risposta sindacale di carattere generale’’.

Milano 1 dicembre 03



Un brindisi allo sciopero dell’ATM di Milano


Che cos’è un blocco del traffico

di fronte all’orrore dell’ordinario traffico metropolitano?

 

Il 1 dicembre gli autisti dell’ATM di Milano hanno realizzato l’unica possibile critica pratica rispetto ad una legislazione sul diritto di sciopero che consegna i lavoratori stessi al pieno dispiegarsi del dispotismo aziendale.

Trasformando lo sciopero rituale di CGIL-CISL-UIL, limitato ad una precisa fascia oraria, in uno sciopero dell’intera giornata e senza preavviso hanno dimostrato la vulnerabilità della struttura produttiva e sociale metropolitana. Secondo la Camera di Commercio di Milano lo sciopero ha impedito a 150.000 persone di recarsi al lavoro ed ha comportato un danno per le imprese per 140 milioni di euro. 

In sintesi, lo sciopero del 1 dicembre ha realizzato quello che è l’obiettivo fisiologico degli scioperi: fare male all’avversario e cioè al Comune di Milano guidato dall’ineffabile Gabriele Albertini e all’assieme del padronato.

è, d’altro canto, perfettamente chiaro che la normativa antisciopero ha un unico obiettivo e cioè quello di impedire ai lavoratori che la subiscono (trasporti, scuola, sanità ecc.) la possibilità di contrastare efficacemente il taglio delle retribuzioni e dell’organico e l’esternalizzazione di quote crescenti di lavoratori.

I “difensori” degli interessi generali della cittadinanza, politici, burocrati sindacali, imprenditori inorridiscono di fronte alla mala creanza degli scioperanti.

I massimi dirigenti di CGIL, CISL e UIL si sono affrettati a condannare lo sciopero. Guglielmo Epifani, Cgil, ha, finalmente dopo due millenni, battuto Ponzio Pilato affermando:

”Non condividiamo e condanniamo, la categoria è esasperata da due anni di ritardo ma quando si sciopera bisogna rispettare le regole. Il sindacato è a fianco di questi lavoratori e capisce anche l’esasperazione. Bisogna però essere molto netti e chiari quando si violano le regole è sbagliato, è inammissibile perché così si prendono in ostaggio altri lavoratori” da “Il Manifesto” del 2 dicembre 2003

In cosa consiste “l’essere a fianco dei lavoratori” non ci è chiaro, quello che è evidente è il fatto che centinaia di ore di sciopero fatte secondo le “regole”  nel 2002 e nel 2003 non hanno spostato nulla e si sono risolte in una perdita secca per i lavoratori. D’altro canto, non ci risulta  che le “regole” in questione siano state consegnate direttamente dal buon dio a Mosé sul Monte Sinai ed, anzi,  è noto che sono state concordate dal governo e dagli stessi sindacati che ne invocano il rispetto. 

Oggi Epifani e i suoi sodali scoprono che i lavoratori sono esasperati, se fossero in buona fede, e sappiamo che la buona fede si compra al mercato a un tanto al chilo, dovrebbero chiedersi le ragioni di questa esasperazione.

Il comune di Milano, il padronato e la destra chiedono sanzioni severe contro gli scioperanti, oltre che di multe si parla di denunce per “violenza privata” , la Commissione di garanzia per l’esercizio del diritto di sciopero propone un accrescimento dei propri poteri e al loro soccorso corre la sinistra “riformista” con in testa il buon Pietro Ichino, campione del giuslavorismo, che preme su CGIL-CISL-UIL perché non dimostrino alcuna cedevolezza.

Quando si leggono su “Il Corriere della Sera”  del 2 dicembre titoli come  “L’urlo della città: licenziateli” e, sulla prima pagina de “La Stampa” dello stesso giorno il fascista putrescente Forattini presenta gli scioperanti come stupratori,  è perfettamente chiaro quale sia la posta in gioco: la libertà sindacale e la stessa possibilità di condurre lotte efficaci.

Noi, per parte nostra, non possiamo che ricordare che l’azione diretta fuori dai vincoli statuali si dimostra, ancora una volta, l’unico strumento reale di azione dei lavoratori.

Certamente, quando scioperano i servizi essenziali, vi sono problemi veri di rapporto fra scioperanti e resto dei lavoratori, certamente è necessario un sindacalismo indipendente che sappia collocare le lotte aziendali e categoriali in una prospettiva più ampia ed è necessario ragionare seriamente sulle forme di mobilitazione e di coinvolgimento degli utenti.

Le lotte radicali di settori di lavoratori scontano oggi la burocratizzazione delle relazioni sociali, la mancanza di un movimento di classe indipendente capace di produrre pratiche di solidarietà ma questo è un problema nostro e non delegheremo certo ai governi e ai burocrati sindacali il compito di stabilire quali siano le corrette relazioni fra i diversi segmenti dei lavoratori.

Va, anzi, anche detto, senza alcuna ambiguità, che è proprio la normativa antisciopero il primo ostacolo da abbattere se si vuole andare in questa direzione. Se, infatti, i lavoratori, per scioperare devono farlo “a sorpresa” pena la vanificazione dello sciopero stesso, è chiaro che i disagi per i cittadini non possono che crescere.

Paradossalmente, sono proprio i nemici della libertà di sciopero a rendere gli scioperi selvaggi tanto devastanti.

Nei prossimi giorni sarà necessario garantire agli scioperanti la massima solidarietà possibile a fronte delle ritorsioni padronali e governative.

Sarà necessaria una campagna di informazione nei posti di lavoro  e sul territorio e la messa in atto di strumenti per sostenere i lavoratori dell’ATM milanese sul piano legale. Soprattutto, dobbiamo lavorare perché lotte indipendenti e radicali si sviluppino ovunque. In fondo, la miglior tutela per chi conduce lotte illegali è l’estensione dell’illegalità al punto che non sia possibile sanzionarla.

Cosimo Scarinzi





I LAVORATORI DELL’ATM DI MILANO SCONFESSANO GLI SCIOPERI FARSA !

Partito come il solito sciopero inconcludente di CGIL-CISL-UIL e FAISA per minime richieste salariali, a fronte di un pessimo contratto che non poteva che portare ad un peggioramento delle condizioni dei lavoratori, lo sciopero di oggi 1 dicembre si è trasformato in un boomerang per chi pensava di contenere così la crescente rabbia degli autoferrotranvieri. A Milano i lavoratori dell'ATM sono spontaneamente scesi in sciopero prima dell'orario previsto ed hanno sostenuto per tutta la giornata la loro iniziativa fino a quando non è intervenuta la precettazione del Prefetto.

La richiesta di aumenti salariali, ormai indifferibili vista la miseria dell'ultimo contratto, l'aumento costante e sostenuto dell'inflazione, l'opposizione al peggioramento delle condizioni normative, l'aumento esasperante della produttività, la continua pressione del potere disciplinare delle aziende, utilizzato per intimorire i lavoratori combattivi, i limiti sempre maggiori creati dalla Commissione di Garanzia per impedire nei fatti lo svolgimento degli scioperi, hanno portato i lavoratori a non poterne più ed a rispondere nel solo modo che hanno per opporsi all'arroganza padronale: lo sciopero!

Subito l'apparato sindacale ha cominciato a prendere le distanze "giuste le motivazioni ma non l'iniziativa" e sono iniziate le grandi manovre per strumentalizzare, isolare e far fallire la protesta dell'ATM di Milano.

Perché l’iniziativa non sia stata inutile, è necessario che tutti i lavoratori sostengano e facciano proprie le sue ragioni, allargando ovunque possibile le basi del consenso, creando casse di resistenza per le spese legali che ci saranno da affrontare, arrivare finalmente a creare e far funzionare la fondazione per il diritto di sciopero, coordinare le iniziative e liberare finalmente gli autoferrotranvieri dai lacci e dalla doppiezza di CGIL-CISL-UIL e FAISA.

Lottare per opporsi alla distruzione del servizio pubblico, alla svendita di un bene collettivo a vantaggio di pochi profittatori, non solo si può ma si deve! Richiedere aumenti salariali è un diritto di tutti i lavoratori e non può essere considerato un reato: anche quando è necessaria la lotta dura per riprendersi quello che altri hanno svenduto negli anni!

SOSTENIAMO LA LOTTA DEI LAVORATORI ATM !

Genova, 01/12/2003.



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