Mozioni
e risoluzioni
approvate
dal
Congresso
2000
(7-8-9
aprile 2000)
I. Mozioni
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Verifica
delle
mozioni e risoluzioni approvate dal Congresso 2000 e proposte
(ottobre
2001 - segreteria nazionale)
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1.
Congresso Straordinario dopo le prossime elezioni politiche.
Il Congresso
Nazionale dell'Unione Inquilini, riunito a Chianciano, ritiene
necessario impegnare fin da ora la segreteria nazionale a
convocare un congresso straordinario, successivo alle elezioni
politiche, a fronte del nuovo quadro politico che si verrà
comunque a determinare successivamente alle elezioni politiche,
allo scopo di ridefinire le linee strategiche, le iniziative di
lotta per l'affermazione del diritto alla casa e l'adeguamento
dei nostri livelli organizzativi per la nuova fase. Tale
congresso deve essere tenuto entro il 2001.
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1.
Congresso
Straordinario: perché?
Il
mutamento del quadro politico c’è stato e radicale, insieme
ad una svolta internazionale determinata dalla vittoria di Bush
su Gore. Da allora stiamo assistendo alla accelerazione di
processi che supponevamo graduati nel tempo. Indico di seguito:
-
La crescita esponenziale dei movimenti contro la
globalizzazione neoliberista a partire dal summit di Porto
Alegre (gennaio-febbraio 2001) con impatti sempre più massivi
nei confronti dei vertici ( Biarritz-Davos-Napoli-Genova…);
-
La spaccatura nei DS e nel sindacalismo
confederale con delle componenti orientate ad un dialogo
positivo con i movimenti;
-
L’attacco terroristico agli USA con mandanti
non accertati e immediata scelta di guerra da parte degli USA;
-
Il tentativo di annichilire l’alternativa
democratica al neo-liberismo con un mixing di coinvolgimento
nell’”unione sacra contro il terrorismo” e di epurazioni
delle dirigenze;
-
Ed infine – questo va ben compreso – un
parziale rallentamento e ammorbidimento delle politiche
neoliberiste più spinte (keynesismo sporco) per non perdere il
consenso o la neutralità di vasti settori popolari
nell’Occidente: è questo mi pare (salvo le cose che ci
riguardano!) anche il senso della Finanziaria 2002 all’esame
del parlamento italiano.
L’attacco
alle Torri Gemelle di Manhattan e al Pentagono costituisce uno
spartiacque: da allora l’iniziativa sta passando a quelli che
continuo a definire “nemici della Terra e dei Popoli”. Certo
è ancora forte il movimento alternativo e cerca di reagire –
ma è soggetto a pesanti provocazioni ed è in forte imbarazzo
negli Stati Uniti.
Rischio
per il nostro congresso: che questo scenario ci schiacci
impedendo a noi tutti di far bene il
nostro lavoro. Per questo è necessario arrivarci con uno
schema nel quale l’agire localmente (o nel settore) sia
potenziato (esaltato) dal “pensare globalmente”. Questo è
possibile ma non vanno banalizzate le difficoltà, perché a
parole e con le formule tutto torna; le cose si complicano con
la prassi. Vi propongo un metodo per accostarci a tale
obiettivo: la “verifica” degli obiettivi stabiliti nel
precedente congresso congiunta con i problemi che non potevano
essere pienamente intravisti nello scorso congresso.
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2. Elezioni, referendum,
CUB
L'Unione
Inquilini
Invita
gli inquilini, i senza casa, gli sfrattati, i piccoli
proprietari, gli assegnatari a partecipare al voto per le
prossime elezioni regionali e a sostenere i candidati che, nella
loro esperienza politica e sociale, hanno mostrato con atti
concreti di difendere il diritto alla casa;
assume
una posizione decisamente negativa sull'insieme dei referendum
dando indicazione di boicottaggio e non voto;
si
impegna a
rafforzare i rapporti con la CUB realizzando una iniziativa
unitaria nazionale contro la privatizzazione dell'ERP;
propone a
tutte le organizzazioni di base, indipendenti e
auto-organizzate, un sistematico collegamento in rete, per una
reciproca informazione e come dibattito sulle questione di fase
prioritaria: un anno di contestazione sistematica e di lotte con
impatti nazionali contro le Privatizzazioni e la Precarizzzione
dei rapporti sociali e di lavoro;
si
impegna a
sperimentare a livello di zona e quartiere, in accordo con le
forme di organizzazione sociale che si renderanno disponibili,
momenti di opposizione agli aspetti più acuti della condizione
di oppressione economica, sociale ed ambientale;
è
disponibile a partecipare alla Consulta
della Sinistra plurale come ambito unitario di lavoro politico e
di sociale in opposizione alla demolizione dello Stato Sociale;
concorre
alla promozione delle manifestazioni del Primo Maggio insieme a
numerosi sindacati indipendenti, centri sociali, associazioni
del volontariato, contro gli attacchi al diritto di sciopero e
alla dignità del lavoro sancita dalla Costituzione Italiana,
per la difesa e lo sviluppo dello Stato sociale;
aderisce
alla proposta della CUB di sciopero generale in una data
precedente all'indizione dei Referendum antisociali promossi dai
Radicali.
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2. Riflessioni sulle scelte
generali.
Elezioni
regionali e referendum (2000):
l’esito
incrociato fortemente negativo per l’Ulivo ma non esaltante
per il PRC aveva convinto la nostra Segreteria Nazionale a
sostenere l’iniziativa di Pintor – condivisa da Bertinotti -
per una Convenzione Alternativa (vedi lettera di Simoni
integralmente pubblicata su Liberazione, contenente la proposta
di un meeting europeo con Bertinotti, Pintor, Livingtone, La
Fontainte e … Salvi). E’ noto che
, al contrario, dopo alcune riunioni la Consulta della
Sinistra Alternativa si estinse; ognuno fece i suoi conti
perdendo l’occasione di costituire un “fronte ampio della
sinistra plurale” mentre più acuta era la crisi dei dalemiani
e non emergeva ancora il progetto Margherita. Poi siamo arrivati
alla demenziale conduzione delle trattative preelettorali
dell’Ulivo con il PRC ma anche con Di Pietro (mancato accordo
al Senato) con le conseguenze a tutti note. Il nostro Congresso
si svolge una settimana dopo quello dei DS. Noi, organizzazione
parziale, con pochi mezzi e con grande passione, non potremmo
evitare attualizzare la nostra riflessione sul futuro della
sinistra. Sarà oggetto della relazione introduttiva.
La
risoluzione congressuale impegnava l’U.I. a rafforzare i
rapporti con la CUB,
a proporre azioni e forme di organizzazione comune ad uno
schieramento vasto contro le privatizzazioni e la
precarizzazione delle condizioni abitativa. Francamente devo
dichiarare che questa rimane una esigenza non tradotta da
iniziative congiunte. Come ci rapportiamo con la CUB, di cui
pure facciamo parte? Siamo amici.
Rapporti
con il resto dei movimenti: è vero che qualche nostra
bandiera è stata presente ad eventi locali, nazionali ed
internazionali; è vero che qualche dirigente dell’Unione
Inquilini partecipa a degli incontri dei Social Forum ed è vero
altresì che in tali riunioni emerge la necessità di passare
all’azione sul territorio in difesa dei diritti civili e
sociali.
Ma
tutto questo è ancora embrionale e fortemente condizionato da
scadenze sempre più drammatiche che assorbano le energie dei
partecipanti, ma anche da altri due fattori:
1) la specificità di ogni impegno sindacale – si fa
massa comune solo quando l’attacco è visibilmente contro
tutti e questo avviene di rado (per fortuna).
2)
e per una carenza non solo politica dei quadri dirigenti che non
riescono a selezionare tempestivamente nella quotidianità
dell'impegno gli eventi con forte significato simbolico e su
questi attaccare.
Oppressi
da un ritmo fatto di consulenze assorbenti, riunioni
istituzionali, bandi e schede da riempire, lettere di avvocati,
istanze ai comuni rischiamo di considerare ordinaria oppressione
lo sfratto che colpisce il diritto alla vita, il risarcimento
danni con richieste aberranti, la sentenza di un tribunale o di
una corte superiore, il saccheggio dei patrimoni sociali.
Rischiamo
di subire e di ripiegarci invece di reagire ai soprusi e alle
violenze con atti pubblici eclatanti.
E
questo vale anche per gli altri sindacati e movimenti sociali:
un esempio per tutti, così ci intendiamo.
Firenze
– Nuovo Pignone-General Elettric: licenziamento di un
dipendente; causa di lavoro, riassunzione disposta dal
magistrato; risposta dell'azienda, messa in mobilità del
dipendente; ordini del giorno della Regione, riunioni sindacali;
durezza della multinazionale americana. Cose di questi giorni.
Contro
tale prepotenza dovrebbe mobilitarsi tutto il Social Forum di
Firenze in modo totale e radicale, investendo del fatto le 22
università americane operanti in città, volantinando ai
turisti, facendo leva sulla natura internazionale di Firenze per
colpire duramente l'immagine di questo colosso. Questo metodo -
se ci si attrezza mentalmente - può applicarsi a molti altri
eventi .
Sintesi
per il congresso e per il dopo.
Un
attento e competente lavoro sindacale lo stiamo facendo:
dobbiamo supportarlo con inchieste puntuali e rafforzarlo con un
potenziamento delle nostre risorse umane.
Ma
quando si verificano momenti di conflitto acuto tra le parti
nelle quali una ha un potere legale quasi assoluto (che si
traduce in capacità di utilizzare la sanzione sorretta dai
mezzi repressivi più ampi) il livello sindacale non solo non è
più sufficiente ma ci porta a certa sconfitta o a mediazioni
sempre più basse.
Si
deve passare ad un livello etico. Scelgo questo termine e non
quello “politico” con molta convinzione. Etico, come morale,
una moralità che sta dentro lo stesso senso comune, che è
maggioritario, che può esprimere una forza immensa, che è
“scelta di civiltà” in ogni luogo e per ogni persona… e
che fa venire a noi altre energie.
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3.
Questioni internazionali
L'Unione Inquilini è
fortemente impegnata sulle questioni internazionali che, sempre
più, riguardano le condizioni abitative e di vita dei singoli
paesi.
Durante gli scorsi anni ha perciò sviluppato positivamente i
rapporti con altre associazioni di inquilini e di abitanti, a
livello europeo e dei paesi del sud del mondo, ricavandone
strumenti di scambio di esperienze, di analisi e di iniziativa.
Tale ruolo è stato apprezzato e riconosciuto a livello
nazionale ed internazionale, portando il presidente dell'Unione
Inquilini ad essere eletto quale coordinare del punto focale
europeo di HIC, la rete mondiale dei movimenti e delle
associazioni per il diritto alla casa, riconosciuta dalle
Nazioni Unite.
Di fronte alle sfide della globalizzazione e, in particolare,
della variante assunta dalla costituzione dell'Unione Europea,
l'Unione Inquilini ritiene indispensabile rilanciare le
iniziative internazionali, con un maggiore coinvolgimento
dell'intera struttura, nei confronti di altre associazioni,
forze sindacali e politiche nel nostro paese e a livello
internazionale.
A questo scopo l'Unione Inquilini realizzerà specifichi studi e
ricerche, in particolare sui sistemi locativi e sulle modalità
di finanziamento e di gestione dell'edilizia sociale a livello
europeo, per avere strumenti di conoscenza e di iniziativa volti
a rivendicare il rispetto di veri e propri criteri di
convergenza sociale nell'Unione Europea.
In tale direzione, il Congresso dell'Unione Inquilini aderisce e
fa propria la proposta di HIC di realizzare il prossimo ottobre
2000 l'Assemblea Globale degli Abitanti a Città del Messico.
Tale Assemblea sarà preparata da Local Heroes 21, controsummit
di Urban 21 (Berlino, 2-6 luglio 2000) e dall'Assemblea Europea
degli Abitanti (Parigi, settembre 2000) in occasione del
prossimo incontro dei ministri europei dell'alloggio sul ruolo
pubblico nelle politiche abitative, a cui l'Unione Inquilini
decide di partecipare attivamente.
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3. Questioni
internazionali
·
Dobbiamo
in questo caso rovesciare i termini della questione
e cioè verificare se e in quale misura l’impegno
internazionale di alcuni membri della segreteria nazionale e di
alcuni dirigenti di sezione ("il pensare globalmente")
abbia avuto una ricaduta sull’agire localmente. Ritengo che la
partecipazione a eventi forti da parte di alcuni esponenti delle
sezioni faccia un gran bene. Le sensazioni e le emozioni sono
importanti, qualche colloquio con altra gente ti rafforza, torni
a casa con altri racconti, sei qualcosa di più che il
consulente. La ricaduta sull’agire locale c’è, nel dialogo
con gli aderenti, con le controparti e – per stare in
quello che ho dichiarato in precedenza – aumenta la
capacità di scelta dell’impegno: la qualità della prassi.
Deve farci riflettere che solo l’Unione Inquilini – in modo
costante in questo anno e mezzo – si è fatta vedere e
conoscere (anche se con i limiti che conosciamo) negli incontri
internazionali, non solo europei, nelle manifestazioni – da
Parigi a Nizza, a Napoli, a Genova, nella marcia Perugia -
Assisi, nei rapporti con il Genoa Social Forum e oltre. Il resto
del sindacalismo degli inquilini è fuori – fuori del tutto.
·
Insufficiente
è stata finora l’altra possibile ricaduta, quella delle
informazioni sui processi globali o di altri paesi. Ancora oggi non
disponiamo di documentazioni sui sistemi locativi in Europa,
sulle modalità di finanziamento e di gestione dell’edilizia
sociale in Europa; ci arrivano notizie su appetiti dei “fondi
pensione” dei sindacati USA sui patrimoni residenziali
pubblici europei… ma altro non sappiamo. La stessa nostra
scelta fatta a Parigi nel settembre dell’anno scorso di
realizzare un punto di inchiesta sulle privatizzazioni di
settore è rimasta sulla carta ed invece di questo abbiamo un
bisogno urgente. Da che dipende? In buona parte dalla nostre
costituzionali difficoltà. Non basta l’impegno del presidente
e tanto meno del segretario nazionale assorbito quotidianamente
dalle questioni locali e nazionali. Credo che in una certa
misura la carenza di informazioni derivi dalla mancanza di
direttive obbliganti che impongano scelte e scadenze. Insomma se
certe informazioni sono essenziali queste vanno trovate e
utilizzate in tempi utili. Alcuni rimedi: suggerisco alle sedi
dell’UI si stabilire un rapporto con i Social Forum e con la
rete di Lilliput. A Firenze stiamo tentando di farlo con ATTAC
che ha sede presso di noi. La questione “privatizzazioni” è
nell’agenda dei Social Forum. Sarebbe auspicabile che persone
che viaggiano, anche su Internet e molto bene, lavorassero anche
per i nostri bisogni. Suggerirei ad alcune sedi ben attrezzate
di mettere a disposizione di questi gruppi ora molto informali
le loro risorse.
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4. Boicottiamo
la Goodyear
Seicento lavoratori
della sede di Latina della Goodyear sono stati licenziati.
Questo nonostante che il mercato italiano assorba ben oltre la
quantità di pneumatici prodotti a Latina.E' l'effetto reale
della globalizzazione.
Le multinazionali prima ricevono sovvenzioni per centinaia di
miliardi, poi occupano fette di territorio nazionale, infine ci
impongono di diventare semplici consumatori.
A questo dobbiamo dire NO.
Il Congresso dell'Unione Inquilini invita i propri iscritti e le
sedi a sostenere con forza il boicottaggio della Goodyear e di
tutte le multinazionali che hanno operato o opereranno le stesse
scelte.
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II.
RISOLUZIONI
1. Legge 431/98
Ad oggi, nei Comuni il
contratto libero è il modello contrattuale della 431\98 più
praticato, mentre il Contratto Concordato trova difficoltà ad
attuarsi e in molte situazioni, ove sono stati anche depositati
gli accordi sindacali, questi non vengono riconosciuti nella
contrattazione reale.
In particolare è il fronte
della piccola proprietà che risulta indisponibile ad attuarlo.
L'Unione Inquilini deve dispiegare una forte iniziativa per
rendere diffuso e praticabile il Contratto Concordato, anche al
fine di ridurre l'evasione fiscale nella locazione. E'
essenziale aggravare fiscalmente il Contratto Libero ed
eliminare tutte le attuali agevolazioni fiscali di cui gode;
parallelamente aprire vertenze con i Comuni sul pieno utilizzo
dell'ICI per incentivare la locazione concordata ed
disincentivare la locazione libera.
In particolare il Congresso Nazionale da mandato alla Segreteria
Nazionale di operare una verifica dello stato di applicazione e
di avanzamento del Canone Concordato in corrispondenza
all'erogazione del Contributo all'Affitto e verificare
l'efficacia di calmierazione dei canoni.
Dobbiamo ottenere l'estensione della detrazioni fiscali per gli
inquilini a tutti i contratti e a tutti i Comuni e una loro
maggiore coper -
tura finanziaria.
Il nostro obbiettivo è cercare di ottenere e fare applicare una
normativa sul mercato locativo in linea con le maggiori tutele
riscontrabili all'interno dei paesi dell'Unione Europea.
Il
Congresso Nazionale
Esprime una forte e motivata
opposizione all'ipotesi di patti territoriali contenuti nella
legge delega in discussione al Parlamento, che di fatto tende a
demolire lo stesso impianto già ampiamente liberista della
431/98, con deroghe alla durata dei contratti, maggiorazioni dei
canoni concertati e sgravi fiscali per i locatori al di fuori di
tali limiti; né queste deroghe sono motivate dalla protezione
degli inquilini sfrattati a basso reddito dal momenti che con
tali contratti "atipici" essi perderebbero ogni
punteggio nelle graduatorie per l'accesso all'ERP.
Sul
fondo sociale a sostegno dell'affitto vi sono delle
improrogabili esigenze.
- Estendere tutti i benefici
della 431\98 a tutti i Comuni.
- Evitare che il fondo
all'affitto diventi sostitutivo dell'ERP.
- Spingere in tutte le realtà
per una rapida attribuzione del Fondo dalle Regioni ai Comuni.
- Aprire vertenze con i
Comuni sui bandi, affinché vengano formulati in maniera
semplice e chiara per poter erogare in tempi rapidi il
finanziamento agli inquilini.
- Contrastare ogni tipo di
bando che tenti di inserire criteri di valutazioni del reddito
diversi da quelli previsti per l'ERP,
escludendo il RICCOMETRO
e qualunque clausola discriminatoria.
-Assumere l'obbiettivo del
pieno utilizzo del finanziamento stanziato, battersi affinché
Regioni e Comuni inseriscano propri fondi.
-Prevedere una voce del
bilancio dello stato che finanzi il Fondo
Sociale.
-Attrezzare tutte le nostre
sedi per istruire il maggior numero di domande, anche per far
emergere la contraddizione tra fabbisogno abitativo e risorse
dello stato.
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II. SULLE RISOLUZIONI
1. Legge
431/98
Il
congresso dello scorso anno su questa risoluzione lavorò
moltissimo e conobbe dei momenti di tensione perché era ed è
cosa importante. Cerco di dire qualcosa sulla base delle
informazioni pervenute dalle sedi UI e da altre fonti ma prima
faccio alcune considerazioni.
Avevamo
ancora a disposizione un anno di centro sinistra
e il momento fondamentale era la Finanziaria 2001, dove si
poteva ottenere qualcosa che modificasse la 431 rafforzando il
canale concordato. Abbiamo registrato la indisponibilità del
centro sinistra a togliere i benefici fiscali – o a ridurli
significativamente – per il canale libero, rafforzando i
benefici fiscali per quello concordato.
Questo ha portato le
compagnie assicurative a far fallire tutti gli incontri con i
sindacati inquilini. Qualche impegno maggiore è venuto dai
Comuni sulla modulazione dell’ICI.
Altri
fatti si sono invece prodotti in netta controtendenza. Mi
riferisco a due sentenze della Corte Costituzionale: la n. 482
del 2000 sul massimo richiedibile
al conduttore come risarcimento del danno per mancato
rilascio nei termini e la n. 33 del 2001 che scinde il diritto
del locatore a sfrattare all'adempimento degli obblighi fiscali
connessi all'immobile locato.
Le due sentenza si sono così
collegate ad altre due, la n. 309/1996 che cancellava il comma 2
dell’art. 11 della L. 359/92 ( connessione organica tra
l’assistenza sindacale obbligatoria e la stipula di contratti
a patti in deroga), e la n. 321/1998 che dichiarava illegittima
nell'art. 1-bis del decreto-legge 19 giugno 1997 n. 172 la parte
in cui si prevede che il prefetto possa determinare il
differimento della singola esecuzione forzosa.
Il tutto può essere
riassunto nei termini seguenti: vengono prima demoliti degli
istituti di controllo e di protezione nelle fasi essenziali
della vita dei contratti di locazione e successivamente prevista
una indeterminata e potenzialmente enorme sanzione economica nei
confronti del conduttore riottoso allo sfratto per il quale non
è richiesta al locatore alcun rispetto delle norme fiscali.
Cosa
resta dell’impianto della 421/98?
La facoltà del locatore a scegliersi il tipo di contratto o
di proseguire con poco rischio con l’illegalità fiscale;
per il alcune fasce sociali di conduttori la possibilità
di ottenere un contributo statale come integrazione all'affitto.
Salvo nella contrattazione
con gli Enti Previdenziali e con qualche altra grande proprietà
(non ancora gli assicurativi), il corpo principale della 431 non
è neppure più il canale concordato (cuore della proposta di
legge di iniziativa popolare del Sunia) ma l’integrazione
all’affitto e anche questo con enormi distorsioni e
limitazioni.
Si sta realizzando quello
che negli incontri nel corso del 1998 al ministero dei LL.PP.
qualche esponente della proprietà già auspicava: il liberismo
totale del mercato accompagnato da un sostegno assistenziale al
conduttore.
Richiesta
ai delegati:
cercate di riferirvi nelle
vostre considerazioni a dati veri e non supposti sull’entità
dei canoni concordati. Se non li avete non inventatevi delle
tesi ad hoc per supportare l’una o l’altra posizione.
Domanda:
è vero e in quale misura l’affermazione nel documento
dell’altro Congresso che la “piccola proprietà è
indisponibile al contratto concordato”?
Bisognerebbe disporre dei
dati degli Uffici del Registro. Dovrebbero esserne in possesso
perché dalla registrazione di tale tipo di contratto derivano
le possibilità di ulteriore detassazione del canone.
Sul
fondo sociale - sostegno all'affitto qualche anticipazione.
Da questa finanziaria il fondo non è più alimentato dai
residui contributi Gescal ma da una voce del Bilancio dello
Stato.
La Segreteria Nazionale non
dispone di notizie circostanziate - se non per alcune città -
su come sta funzionando il meccanismo di erogazione.
Sarebbe opportuno - direi
indispensabile - che almeno Milano, Venezia, Padova, Bologna,
Firenze, Ancona, Roma, Napoli, Palermo (ma se lo fanno tutti è
meglio) presentassero uno schema nei seguenti termini:
-
Anno di bando:………..
-
Entità del finanziamento
-
N. domande presentate
-
N. domande ammesse
-
N. di erogazioni
Due
esempi su Firenze e Sesto F.no estratti da atto della Regione
Toscana:
Stanziamento 1999 -
erogazione 2000
Firenze
Sesto F.no
-
Risorse assegnate
6.680.096.406
542.750.502
-
Contributi erogati
4.925.369.086
542.750.502
o
in via di erogazione
- Risorse risultanti 1.754.727.319
non
utilizzate
- Contributi non erogati per 305.459.882
insufficienza
di risorse
Questi dati ci permettono di
ragionare su - tipo di bando - severità nei criteri di
esclusione - rapporto con il mercato delle locazioni ed altro
ancora.
Le sedi dovrebbero nella
scheda inserire notizie sul contenuto dei bandi - in particolare
sull'esistenza o meno del redditometro e sulle sue conseguenze.
Ritengo
che sulla 431/98 dovrà lavorare il congresso in sede di
commissione e farlo con molta serietà.
Domande da porci:
-
In quale misura lo strumento
fondo sociale è utilizzato per il rinnovo di contratti scaduti?
-
Quale è la situazione di
chi invece è sfrattato e cerca un'altra casa e di chi la cerca
per la prima volta?
-
Quale valutazione date sugli
sfratti per morosità e sulle espropriazioni immobiliari?
-
Sono generalizzate le
condizioni vessatorie per stipulare un contratto di locazione?
-
Le situazioni di crisi sono
generalizzate o localizzate in alcune particolari aree urbane e
quali?
|
2. Sfratti con forza pubblica
La drammaticità della fine
dei blocchi degli sfratti, impone all'Unione Inquilini di porre
con forza al centro della sua battaglia sindacale
l'insostenibilità sociale e l'immoralità degli sfratti.
"NESSUNO SFRATTO
SENZA PASSAGGIO DA CASA A CASA" è
la nostra parola d'ordine
Tornare a chiedere che la sospensione limitata degli sfratti del
Decreto Bordon venga estesa a tutti destinatari di esecuzione di
rilascio.
Aprire un confronto con il governo e il Ministro dell'Interno,
coinvolgendo l'ANCI,
per arrivare a disposizioni che consentano ai Prefetti, sentiti
i Comuni, di programmare l'utilizzo della forza pubblica,
secondo l'effettiva
Disponibilità alloggiativa.
Nelle situazioni più drammatiche spingere affinché Sindaco e
Prefetto, adottino ordinanze urgenti, di blocco temporaneo delle
esecuzioni per tutelare la salute dei cittadini.
Il Congresso impegna la Segreteria Nazionale ad aprire una
vertenza nazionale sul problema degli sfratti, anche con una manifestazione nazionale.
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2.
Sfratti
con forza pubblica
Ci stiamo avvicinando al 31
dicembre 2001, in cui scade la cosiddetta proroghina che qualche
respiro ci ha dato anche se nel frattempo si sono eseguiti a
raffica non solo sfratti per finita locazione non prorogati ma
un numero abnorme di sfratti per morosità o per espropriazione
immobiliare. La resistenza agli sfratti è da praticare con
molta convinzione non solo perché è giusto proteggere la
dignità delle persone da un evento traumatico ma perché è più
facile l' adesione militante su questa resistenza che su altre
lotte, importanti per le questioni economiche ma meno
"emozionanti".
L'ordine
del giorno che fiancheggia queste righe è del tutto valido
ma va reso più caldo… Insomma, è certo auspicabile
coinvolgere l'ANCI (per quello che rappresentano le
Amministrazione Comunali… spesso cose molto losche) ma è
soprattutto indispensabile che altri - associazioni giovanili,
di studenti, scout, altri pensionati, i social forum che cercano
di agire sul territorio – facciano massa con noi in eventi
particolari..
Senza
una diversa massa critica non vi sono molte possibilità –
soprattutto con questo quadro politico – di ottenere
provvedimenti d'emergenza e tanto meno di determinare una svolta
alle non politiche sul diritto alla casa in termini di
incremento dell'edilizia sociale.
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3.
Edilizia Sociale
Il
Congresso
Indica la necessità che il nostro
paese si doti di un patrimonio di edilizia sociale ai livelli più
avanzati presenti nei paesi dell'Unione Europea;
riafferma la
centralità del rilancio dell'Edilizia Sociale e della sua
indispensabile funzione sociale e la contrarietà a qualsiasi
ipotesi di privatizzazione comunque attuata;
esprime forte
preoccupazione per la tendenza di affidare all'esterno la
gestione delle case popolari, prodromica alla trasformazione
degli IACP o loro derivati in SpA;
ribadisce la necessità
che l'edilizia sociale venga gestita dagli Enti Territoriali e
che alle rappresentanze elettive degli assegnatari sia garantito
un forte peso nel controllo e nella programmazione della
gestione di tale patrimonio anche in riferimento alle
riqualificazione urbana e alla qualità degli alloggi.
Il
Congresso
chiede che lo Stato e le Regioni
stabiliscano precise fonti di finanziamento dell'Edilizia
Sociale attraverso il completo utilizzo per l'Edilizia Pubblica
Sovvenzionata dei fondo ex Gescal non ancora utilizzati ed un
limite minimo di stanziamento in percentuale rispetto al proprio
Bilancio annuale;
chiede inoltre che si
verifichi la possibilità di avviare una vertenza specifica nei
confronti dell'Unione Europea affinché siano stanziati e usati
fondi comunitari per l'edilizia sociale;
ribadisce l'assoluta
contrarietà a qualsiasi vendita dell'edilizia sociale e chiede
invece che gli Enti territoriali aumentino la dotazione di case
per l'edilizia sociale e che comunque i proventi delle vendite
siano reinvestiti nella realizzazione di nuovi alloggi sociali..
Il
Congresso
nel
grave e contraddittorio contesto
di vendite e di ventilate privatizzazioni, per contenere al
massimo le conseguenze negative del processo di vendita del
patrimonio pubblico,
impegna l'Unione
Inquilini in una pressante azione nei confronti del Parlamento e
dei Consigli Regionali tesa ad ottenere una normativa che
impedisca in ogni caso e
per chiunque la rivendita sul mercato privato degli alloggi
pubblici individuati nei piani di vendita, stabilendo l'obbligo all'esercizio della prelazione da parte dei Comuni o degli
Enti Pubblici di pertinenza degli alloggi medesimi;
ribadisce che lo
sviluppo quantitativo dell'Edilizia Sociale e di altre forme di
intervento pubblico è tanto più essenziale in questa fase di
emergenza abitativa per rendere effettivo il passaggio da casa a
casa per gli sfrattati e per tutelare tutte le situazioni di
disagio abitativo;
ritiene essenziale
una revisione delle Legislazioni Regionali, riprendendo le
'esperienze più avanzate, come quella della Regione Lazio, per
quanto riguarda i regimi dei canoni e degli oneri accessori, il
recupero sociale della morosità, la sanatoria delle occupazioni
abusive e senza titolo, i diritti degli assegnatari e i tetti di
accesso all'edilizia sociale.
Il
Congresso
esprime la necessità di un
incontro nazionale per il confronto delle normative regionali
vigenti e in fase di approvazione alla luce della Legge
Bassanini e della sua eventuale modifica, per la definizione
di una più articolata e puntuale piattaforma nazionale;
ritiene prioritaria l'apertura di
una campagna nazionale contro la privatizzazione dell'edilizia
sociale a partire dal caso Toscana ed affida alla Segreteria
nazionale il compito di organizzare ogni forma di mobilitazione
degli assegnatari.
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3.
Edilizia
Sociale
Premessa:
Giustamente questa era la
mozione più corposa. Ma vi sono in essa delle parti molto
enfatizzate (come quelle sulla vendita e i suoi rischi), altre
giustamente centrate (la necessità di forti investimenti
nell'ERP, la contrarietà ai processi di privatizzazione delle
gestioni), altre sottovalutate (come la necessità di un
accertamento sull'efficacia dei finanziamenti pregressi e in
atto) o assenti (sui pericoli di un completo stravolgimento dei
sistemi dei canoni sociali).
-
Sulle vendite: è in atto un
blocco o un rallentamento la cui natura andrà ben discussa al
congresso (certo non per fini sociali!);
-
Sui processi di
privatizzazione della gestione: gli impegni assunti sono stati
pienamente rispettati; la campagna di opposizione è dispiegata
e il caso Toscana è davvero assunto come caso nazionale;
-
Ma oggi nessuno, nemmeno il
CER è in grado di accertare per il quinquennio 1995-2000
l'efficacia degli stanziamenti per l’ERP derivati dalle
delibere CIPE 1991 e 1993, dai reinvestimenti in ERP previsti
con la legge 560/93, e dai residui ex Gescal successivi al 1995.
Cinque
anni fa il CER nell'allegato alla relazione sullo stato di
attuazione dei programmi in ERP (min. LLPP, 31 dicembre 1996)
riferiva sullo scarto tra fondi assegnati ed erogazioni (che si
effettuano a fronte di progetti in esecuzione):
Edilizia
sovvenzionata
1.Finanziamenti
del 7° biennio (L..457/78): 1990-91.
Assegnati 5208 miliardi di lire
Erogati 2332
"
per nuove costruzioni
recupero ed acquisti
2.
Finanziamenti quadriennio 1992-1996
Assegnati
10.499 miliardi di lire
Erogati
688
"
Pari al 6,5%
E'
pensabile che la situazione non sia cambiata gran che in meglio
nel quadriennio successivo. Ora dovremmo sommare l'assegnato
alle Regioni non speso al residuo dei fondi ex Gescal -
consistente il oltre 9000
miliardi di lire -
giacente nella Cassa Depositi e Prestiti e trasmesso alle
Regioni con provvedimento del CER prima della fine della
legislatura (aprile 2001)
L'altra
questione riguarda il mal speso; si tratta della dispersione dei
fondi in molti rivoli, spesso per interventi non collegati
all'ERP, come diversi PRU e contratti di quartiere, ma anche di
piani di recupero che una volta avviati si dimostrano
estremamente redditizi per progettisti, architetti, costruttori
con effetti ridicoli in termini di alloggi ricavati.
Comunque
il dato grezzo è impressionante:
Fondi
disponibili derivati dalla Gescal dal 1992 al 2001: oltre
24.000 miliardi.
Stima
alloggi ricavabili se spesi con efficienza: 200.000!
Infatti il costo medio/alloggio ponderato tra diverse
regioni si aggira sui 120 milioni per pezzatura media (70-80
mq).
Esaminiamo
ancora la nostra risoluzione congressuale.
Chiedevamo che "lo Stato e le Regioni stabilissero…"
ecc. ecc. mentre non si contestava il concreto comportamento
degli Enti Locali, comuni in primo luogo, sui quali era più
facile il nostro controllo.
A
mio avviso invece se è indispensabile il rifinanziamento
dell'ERP questo va accompagnato a una durissima contestazione di
quanto è successo e sta succedendo sui fondi ancora
disponibili.
Attenzione:
il CER ci comunicava che con questi si può ancora operare per
un quinquennio.
Mi
soffermo su questo aspetto reiterando l'esigenza
dell’inchiesta, indicazione che come vedete percorre ogni
pagina.
Che cosa acquisire e dove?
Ogni
nostra sede, non solo quelle che operano nelle grandi aree
metropolitane, dovrebbero incrociare:
-
le suddivisioni dei finanziamenti disposti dalla
loro Regione, per comune e tipologia di intervento;
-
gli atti di natura urbanistica e le deliberazioni
esecutive dei Comuni.
La
verifica sul campo è però essenziale: bisogna andare a
verificare se dei cantieri sono in funzione, e da quanto tempo;
o se nulla esiste; accertare quanto si sta realizzando e
assegnando; acquisire i dati sugli acquisti del già costruito e
così via.
Se
non lo facciamo noi, nessuno lo fa, perché è intuibile che si
scoprirebbe che la maggior parte dei programmi sono restati
sulla carta, e che comunque c'è una sproporzione scandalosa tra
somme spese e alloggi ricavati, e che in molti casi s'è fatto
un uso improprio dei finanziamenti con connivenze vergognose nei
confronti di altre aspettative…
Il
congresso sarà una assise molto severa per noi tutti. Ripeto:
dobbiamo uscire dalle sedi, girare, accertare, indagare, e poi
produrre denuncia, contro informazione e controproposta.
E infine passiamo all’ERP
che esiste.
In
una recente circolare le sedi dell'UI sono state invitate ad
acquisire delle notizie sulla realtà sociale nell’ERP:
-
reddito degli assegnatari e canoni corrisposti
per fasce,
-
utilizzazione degli alloggi per numero di
componenti i nuclei familiari,
-
bilanci degli IACP,
-
investimenti,
-
problematiche di maggior rilievo relative a
sanatorie non fatte, manutenzioni carenti, rapporti con enti
gestori e così via.
I
dati in nostro possesso (Ricerca Federcasa - 1998) sono riferiti
alla situazione del 1995/96 cioè prima dell'entrata in vigore
di gran parte delle Leggi Regionali sui Canoni e senza dati
aggiornati sul processo di vendita. Stiamo cercando di
recuperare dati aggiornati dalla Federcasa, ma non è certo che
li avremo prima del Congresso.
Da
Federcasa, da settori ANCI, da alcune Regioni come l'Emilia
Romagna emerge una sostanziale convergenza sulla volontà di
andare ad una completa modifica dell'impianto sui canoni
derivato dalla del. CIPE del dicembre1996 (una nostra vittoria).
Schema
presentato nella ricerca Federcasa:
-
A. fascia sociale un po' più ampia di quella
compresa tra 0 reddito e 2 pensioni sociali: protezione derivata
da un canone minimo ( in Toscana si dice 300.000 lire/mese con
integrazione al canone da un "fondo sociale" esterno
ai bilanci degli Enti; canoni mensili attorno alle 60.000
lire.
-
B1.fascia intermedia fino ai limiti di reddito
per l'accesso: canone mensili tra le 190.000 e le 460.000
-
B2. Per la conservazione dell'assegnazione:
canoni rapportati ai "concordati" con modulazioni per
fasce: canoni mensili tra 460.000 e 750.000;
-
C. fascia oltre i limiti per l'assegnazione:
canone libero di mercato : intorno alle 800.000.
Sintesi:
la ricerca accertava che la media dei canoni era con dati 1996
era di lire 110.000 lire/mese.
Dato
2000 registrato da Federcasa: media dei canoni a livello
nazionale si aggira sulle 200.000 lire/mese: l'aggiornamento
2001 corrisponde al raddoppio rispetto al 1996.
Per
la ricerca Federcasa l'obbiettivo raggiungibile con la
rimodulazione dei canoni era di 353.000 lire/mese ma se il
riferimento dovesse essere quello dei canoni concordati il
valore medio a livello nazionale supererebbe
ampiamente le 400.000 lire/mese!
In
sintesi sii sta prefigurando un colossale attacco ai canoni in
atto, contemporaneamente alla modifica della natura e agli
obiettivi degli Istituti di Gestione.
Suggeriamo
ai delegati di esaminare con attenzione un testo illuminante: è
quello rappresentato dalla Deliberazione Legislativa n. 37 del
12 luglio 2001 della regione Emilia Romagna. Si tratta di una
legge quadro surrogatoria dello stesso disposto dell'art. 59 del
D.Leg. 112/98 di cui parliamo in seguito.
L'Unione Inquilini e più in
generale tutto il sindacalismo di opposizione dovrebbe
realizzare una articolata e puntuale piattaforma nazionale
sull'ERP come indicato nel testo a fronte.
Alcuni
di noi, della Segreteria Nazionale UI,
stanno lavorando ad un testo per la
"determinazione dei
principi e delle finalità di carattere generale ed unitario in
materia di edilizia residenziale pubblica, anche nel quadro
degli obiettivi generali delle politiche sociali" (estratto
dall'art. 59 del D.Leg. 112/98 - Bassanini).
Vorremmo
proporre il seguente impianto:
-
Definizione generale del diritto alla casa e dei
soggetti titolari del diritto;
-
i mezzi per realizzarlo;
-
i principi guida per l'accesso, il sistema dei
canoni, le dismissioni;
-
gli organi di programmazione, loro composizione
ed ambiti di autonomia;
principi
guida per la gestione definendo la natura degli enti di gestione
e formazione degli organismi, la formazione del bilancio e la
destinazione delle risorse.
|
4. Alloggi degli Enti
Previdenziali
Il
Congresso sottolinea l'impegno a salvaguardare il valore d'uso
degli alloggi degli Enti impedendone l'entrata nel circuito
della speculazione.
-
I.
Determinazione dei canoni.
1.Devono essere
conclusi accordi locali sulla base del Protocollo di Intesa
Nazionale da effettuare entro il 14 giugno 2000.
2. Vanno mantenuti i
canoni ai livelli minimi dei valori di riferimento inserendo
coefficienti di abbattimento collegati ai livelli di
manutenzione dell'immobile.
3. Va sviluppato il
massimo impegno per bloccare le iniziative giudiziarie degli
Enti, proponendo la soluzione delle vertenze pregresse,
ricorrendo anche alle transazioni, e per la regolarizzazione
delle occupazioni abusive.
-
II.
Vendita alloggi.
1.Vanno verificate e
contestate le valutazioni effettuate dagli Enti con
particolare attenzione alle categorie catastali e alle superfici
degli immobili nonché alle carenze di manutenzione.
2. Vanno aiutati gli
inquilini ad organizzarsi per l'acquisto in forma
collettiva, evitando le formule speculative proposte dalle
centrali cooperative e da alcuni sindacati inquilini,
proponendo, invece, forme di acquisto che salvaguardino i
diritti degli inquilini.
3. Vanno esercitate
forme di pressione sugli Enti Previdenziali per la
predisposizione dei mutui convenzionati previsti dalla legge.
4. Gli Enti devono
provvedere a tutte le regolarizzazioni catastali degli immobili
ed a realizzare le opere manutentive e di messa a norma.
Il Congresso
Conferma la
contrarietà all'intervento degli intermediari immobiliari nelle
procedure di vendita. Esaurita la fase di dismissione in favore
degli inquilini acquirenti del proprio alloggio si rende
necessario che gli Enti Locali intervengano nella gestione del
patrimonio residuo al fine di calmierare il mercato locativo.
A tale proposito il
Congresso aderisce alla proposta di legge presentata dall'On.
Walter De Cesaris ed si impegna ad effettuare una mobilitazione
degli inquilini per una rapida discussione della proposta
stessa. In questa direzione il Congresso da mandato alla
Segreteria Nazionale di organizzare nel prossimo autunno un
FORUM nazionale dei Comitati Inquilini degli Enti Previdenziali.
A supporto di questa
iniziativa verrà preparato un LIBRO BIANCO sugli Enti
Previdenziali mettendo, a tale scopo, a disposizione il sito web
dell'Unione Inquilini
|
4. Alloggi
degli Enti Previdenziali
In
questi 18 mesi l'Unione Inquilini ha lavorato molto, con un
ruolo nazionale della sede di Roma, derivato dalla
concentrazione nella capitale di gran parte degli alloggi degli
Enti - e in costante rapporto con le altre sedi interessate al
comparto.
Gli
accordi sono stati conclusi in tutte le città dove è presente
patrimonio immobiliare degli enti previdenziali.
A
Roma, dove insistono circa 60.000 alloggi degli enti su un
totale di circa 90.000 a livello nazionale, l'accordo è stato
siglato lo scorso 21 giugno 2001. E' un accordo molto buono che
di fatto applica quanto stabilito dal congresso scorso.
Siamo
rimasti all'interno delle sub fasce minime e c'è una buona
clausola di salvaguardia per coloro con reddito di 30 milioni più
6 milioni per ogni ulteriore componente.
E'
da sottolineare come gli accordi locali sono il frutto anche
della nostra cocciutaggine ne garantire i rinnovi contrattuali,
anche in vista delle alienazioni, mentre altri erano
affaccendati nel promuovere cooperative che ad oggi sono fallite
anche perché si sono fatte avanti cooperative poco trasparenti
e dedite solo al perseguimento dell'affare.
Visti
gli sviluppi della cartolarizzazione
degli immobili avere garantito a tutti il rinnovo
contrattuale con canoni sostenibili è un fatto di indubbia
valenza.
Per
quanto riguarda le valutazioni relative alla vendite si sono
avute importanti esperienze a Roma e a Firenze laddove con una
rigorosa verifica delle situazioni siamo stati capaci di far
rivedere valutazioni che sembravano inamovibili.
Ma
il Governo Berlusconi, utilizzando un input proveniente dalla
precedente finanziari approvata dal centro sinistra ha con la
cartolarizzazione avviato un nuovo processo di alienazioni che
ha creato notevole sconcerto e preoccupazione tra gli inquilini
degli enti previdenziali.
A
parte la scelta di campo sul mandato collettivo, oggi unica
forma di acquisto, da
noi perorata in tempi non sospetti e che vede oggi tutte le
organizzazioni sindacali favorevoli a questa modalità di
acquisto, il decreto legge 351/2001 è un vero e proprio regalo
alle immobiliari e alle banche che avranno modo e tempi, senza
rischi e senza imposte da pagare di "scegliere" tra
gli immobili liberi e quelli di pregio l'affare più proficuo.
L'Unione Inquilini ha risposto con forza al decreto legge
351/2001 organizzando due manifestazioni molto partecipate
davanti alla Camera e davanti al Senato. A fronte di un decreto
blindato la mobilitazione ha colto due importanti successi. Il
primo è quello relativo all'innalzamento a 19.000 euro
calcolati ai sensi della legge 457/78, l'altro emendamento è
quello relativo al fatto che coloro che hanno espresso entro il
31 ottobre 2001 la volontà di acquisto, procederanno nelle
alienazioni con le modalità e i criteri precedenti al decreto
legge.
Anche
su questo aspetto l'Unione Inquilini si è mossa con tempestività
ed ha permesso a migliaia di famiglie di poter procedere
all'acquisto avendo a che fare con l'ente e non con la società
veicolo.
Tali
parziali successi però non fanno modificare la nostra posizione
di assoluta contrarietà alla cartolarizzazione imposta dal
governo delle destre. Anche tenendo conto che con questo decreto
si impedisce ai comuni sia di acquistare immobili che di vedersi
assegnati alloggi per garantire il passaggio da casa a casa per
famiglie con sfratto esecutivo. Ciò è per noi in assoluto la
cosa più grave prevista dal decreto legge 351/2001.
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5.
Cooperazione
L'Unione
Inquilini promuove e sostiene la cooperazione tra l'inquilinato
affinchè il problema casa trovi soluzioni collettive dignitose
e consone all'ideale del valore d'uso dell'alloggio.
L'Unione
Inquilini promuove e sostiene forme di sperimentazione
cooperativa
tra l'inquilinato che
siano rispettose dell'ambiente e dell'ecologia umana,
promovendo cooperative di abitazione che intervengono nel
territorio senza deturparne i tratti peculiari e ponendo
riguardo all'utilizzo di tecnologie appropriate (bioedilizia,
ecotecnologie, autorecupero).
L'Unione
Inquilini promuove e sostiene il movimento cooperativo tra l'inquilinato
in special modo nelle forme cooperative di abitazione a proprietà
indivisibile,
procurando in tale direzione di fornire adeguata consulenza in
sede locale e nazionale.
L'Unione
Inquilini si impegna a sostenere
tutte le azioni che si rendessero necessarie affinché si possa
addivenire ad un quadro legislativo favorevole alla cooperazione
tra l'inquilinato che non preveda la sola forma della proprietà
divisa anche e soprattutto nel processo di vendita del patrimonio abitativo pubblico.
Per
la realizzazione dei Villaggi dell'Utopia, per il riconoscimento
dei diritto ad abitare e alla cittadinanza dei lavoratori
extracomunitari.
L'Unione
Inquilini si impegna, unitamente alle
associazioni di volontariato e sindacali, a rendere possibile e
praticabile la realizzazione dei Villaggi
dell'Utopia.
A tal fine si intende utilizzare tutti i fondi comunitari e/o
statali disponibili e immediatamente spendibili per recuperare
e/o ristrutturare immobili di proprietà pubblica attualmente in
stato di abbandono.
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5. Cooperazione
Questa
parte è ancora tutta da attuare.
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