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Mozioni e risoluzioni

approvate dal Congresso 2001

(Chianciano 23-24-25 novembre  2001)

 

I. MOZIONI

1. Per lo sciopero generale
2. Disobbedire e resistere è giusto
3. Impegno internazionalista dell Unione Inquilini
4. Generalizzare l'iniziativa di Perugia
5. Un libro nero su saccheggio e privatizzazioni.
6. L'Unione Inquilini partecipa alla manifestazione dell'ANCI contro i tagli della Finanziaria al fondo nazionale di sostegno all'affitto e la mancanza di finanziamenti dell'ERP.
7. Va abolire il vincolo di reciprocità nei bandi ERP.
8. Mozione particolare dell'Unione Inquilini di Napoli, Salerno ed Avellino sulla rappresentanza.

II. RISOLUZIONI

1. Inquilini e mercato privato: rapporti con la proprietà diffusa e la grande proprietà.
2. Sfratti per morosità
3. Edilizia Sociale La condizione degli inquilini nelle grandi proprietà immobiliari.
4. La condizione degli inquilini nelle grandi proprietà immobiliari

 


 

I. Mozioni    (Top)

 

1.      Per lo sciopero generale    (Top)

 

L'Unione Inquilini di fronte al grave attacco portato dal Governo Berlusconi all'art. 18 dello Statuto dei Lavoratori PARTECIPERA' attivamente alle mobilitazioni sindacali dei lavoratori, auspicando con venga indetto lo SCIOPERO GENERALE NAZIONALE  a cui chiamare non solo i lavoratori ma tutti i settori sociali e i democratici italiani che vogliono difendere la dignità del lavoro come elemento fondante della Costituzione repubblicana.

 

2.      Disobbedire e resistere è giusto.    (Top)

 

L'Unione Inquilini aderisce fin d'ora alla futura giornata di "disobbedienza civile" indetta per il prossimo gennaio dal "social forum italiano". Caratterizzeremo la nostra presenza organizzando insieme ai social forum locali occupazioni simboliche ed effettive di palazzi pubblici abbandonati, picchetti antisfratto e altre forme di lotta per il diritto alla casa. 

 

3.      Impegno internazionalista dell'Unione Inquilini.    (Top)

 

Il congresso nazionale dell'Unione Inquilini:

sottolinea l'importanza e la positività del rapporto sviluppato con Habitat International Coalition (HIC).

Questo ha favorito sia la conoscenza che l'analisi dei nuovi termini della questione abitativa ed urbana, sia la costruzione di iniziative di lotta e di pressione per il riconoscimento e la difesa del diritto alla casa e l'attivazione di politiche pubbliche sociali a tutti i livelli.

Conferma e rilancia l'impegno europeo ed internazionale come elemento fondante il proprio essere sindacato solidale, che contrasta la globalizzazione neoliberista e costruisce invece assieme ad altre forze sociali e politiche.

A tale scopo la prima riunione della segreteria nazionale e del coordinamento nazionale decideranno un programma di lavoro 2001-2002 individuando peraltro le persone che ne saranno responsabili.

Decide l'invio di una delegazione della segreteria nazionale al Foro Sociale Mondiale di Porto Alegre (Gennaio-Febbraio 2002) e invita le sezioni a ricercare accordi con la CUB, i Forum Sociali locali e gli enti locali per organizzare una partecipazione congiunta più larga possibile.

 

4.      Generalizzare l'iniziativa di Perugia.    (Top)

 

L'Unione Inquilini dell'Umbria insieme all'Unione Emigrati di questa regione è impegnata a costruire un forte e qualificata struttura di assistenza e di vertenza sul diritto alla casa "per tutti".

La Segreteria Nazionale dell'Unione Inquilini sarà per questo presente all'incontro del 1 dicembre 2001 a Perugia sul tema della Condizione dell'immigrato per verificare la possibilità di riprodurre in altre città analoghe iniziative.

 

5.    Un libro nero su saccheggio e privatizzazioni.    (Top)

 

L'Unione Inquilini ha elaborato una proposta che rivolge ad associazioni ambientaliste, dei consumatori ed utenti, sindacati dei lavoratori e al Social Forum italiano: realizzare un "libro nero sulla reale natura del processo di privatizzazione delle strutture pubbliche e dei servizi collettivi ". 

Si tratta di dar vita ad una raccolta critica delle documentazioni esistenti, ma anche delle resistenze opposte e in atto e delle conseguenze sull'assetto di potere economico e politico,

E' evidente che la questione non  è solo nazionale ma si connette a processi vasti di natura internazionale. Per questo sarebbe auspicabile il coinvolgimento in questo progetto di associazioni come ATTAC.

L'Unione Inquilini prende atto con soddisfazione che la proposta è stata apprezzata e sostanzialmente accolta durante il Congresso dagli esponenti della CUB, di Verde Ambiente Società e della Associazione Consumatori Utenti. Si tratta di verificare molto rapidamente la sua fattibilità in tempi ravvicinati, accertando anche quanto va investito nel progetto in termini finanziari e di impegno soggettivo.

 

6. L'Unione Inquilini partecipa alla manifestazione dell'ANCI contro i tagli della Finanziaria al fondo nazionale di sostegno all'affitto e la mancanza di finanziamenti dell'ERP.    (Top)

 

Il Congresso ha acquisito la posizione dell'ANCI espressa dall'Assessore alla casa del Comune di Firenze coordinatore del settore e - pur nella distinzione delle posizioni, critiche da parte nostra sulle gravi carenze nell'impiego da parte dei fondi ex Gescal residui disponibili per l'ERP - parteciperà al presidio previsto a dicembre dall'ANCI davanti a Montecitorio. Fa appello alle sedi per una significativa presenza.

 

7. Va abolire il vincolo di reciprocità nei bandi ERP.    (Top)

 

Il Congresso impegna la Segreteria Nazionale a presentare al Ministro degli Interni e al Ministro alle Politiche Sociali nonché alle forze politiche presenti in Parlamento la proposta di abolire il vincolo della reciprocità ai fini della partecipazione ai bandi per l'assegnazione degli alloggi di ERP ai lavoratori stranieri presenti sul territorio nazionale. Oggi infatti ai fini dell'assegnazione di un alloggio di ERP ai cittadini stranieri viene richiesto se i loro paesi d'origine riconoscono ai cittadini italiani uguale diritto.

Provenendo la gran parte dei lavoratori stranieri da paesi poverissimi tale richiesta è del tutto sproporzionata.

 

8. Mozione particolare dell'Unione Inquilini di Napoli, Salerno ed Avellino sulla rappresentanza.    (Top)

 

La Regione Campania ha deliberato di riconoscere solo quattro Organizzazione sindacali nelle Commissioni Provinciali e nell'Osservatorio Regionale ex Legge 18/97 escludendo di fatto dalle medesime la nostra rappresentanza sindacale.

La Segreteria e il Coordinamento Nazionale sono impegnate a promuovere tutte le iniziative che si rendono necessarie per rimuovere e al tempo stesso fronteggiare la grossa anomalia creatasi all'interno della Regione Campania per quanto attiene alla questione della rappresentatività dello OO.SS. al fine della partecipazione e presenza ai lavori delle Commissioni Permanenti per l'Assegnazione Alloggi operanti presso gli IACP di tutta la Regione Campania.

La nostra Organizzazione Sindacale è fortemente rappresentativa nella stessa regione ed è discriminata ingiustamente soprattutto nell'ERP dove diventa fondamentale stabilirne criteri ed atti , nonché condizioni sia di oggettività che di soggettività, sapendo che, a nostro giudizio sui fatti, vi partecipano organizzazioni sindacali che non hanno la minima rappresentatività e conoscenza del territorio.

 

II. RISOLUZIONI    (Top)

 

1.      Inquilini e mercato privato:  rapporti con la proprietà diffusa e la grande proprietà.    (Top)

 

Il Congresso nel prendere atto, anche a seguito delle sentenze della Corte Costituzionale, del fallimento della legge 431/98 e pertanto della necessità del rilancio di una vasta iniziativa finalizzata alla creazione di strumenti e proposte che portino alla modifica della suddetta legge, assume e delibera le seguenti linee strategiche:

1)      la necessità di abolire il canale del libero mercato ritenendo il canale con il sistema concertato l'opzione per il contenimento dei canoni in alternativa alla attuale imperante liberalizzazione. In vista di quanto sopra si ritiene opportuno fin da subito giungere ad una significativa riduzione dell'attuale detrazione forfetaria del 15% riconosciuta ai contratti liberi e di utilizzare queste risorse per l'incremento dei fondi da mettere a disposizione per le detrazioni fiscali in favore dei locatori che accettano di stipulare contratti nel canale concertato di cui alla legge 431/98;

2)      E' altresì indispensabile , sia per moralizzazione del settore, che per il reperimento di risorse da destinare ai fini dell'incremento delle detrazioni fiscali per i conduttori, avviare una campagna nazionale di denuncia e di lotta politica, sociale e legale, contro l'evasione fiscale e il mercato nero delle locazioni. In tale contesto va aumentata ulteriormente la tassazione sia ai fini IRPEF che ICI degli immobili sfitti.

3)      Costituire un Centro Studi Nazionale, con carattere permanente, cui conferire adeguate risorse, che abbia come primo obiettivo la elaborazione di una proposta complessiva (ERP, Locazioni Private, Sfratti) che sia il contenuto di una legge di iniziativa popolare come elemento unificante di un movimento per l'affermazione del diritto alla casa.

4)      In vista dell'imminente scadenza del 31 dicembre 2001 della proroga degli sfratti nei confronti di categorie particolarmente deboli si rende necessario ed urgente ricostruire un ampio fronte che veda coinvolte l'ANCI, i Presidenti delle Regioni, le associazioni del movimento degli studenti, dei lavoratori, dei pensionati e dei "social forum" per ottenere un ulteriore blocco degli sfratti nei confronti delle categorie disagiate. In tale contesto vanno proseguite e rafforzate iniziative solidali di resistenza agli sfratti, con la parola d'ordine, già assunta dalla nostra organizzazione, "nessuno sfratto senza il passaggio da casa a casa".

5)      Dalle prime applicazioni del contributo all'affitto nei vari comuni emerge la necessità di modificare e superare il decreto ministeriale che richiede per la concessione dei contributo stesso la registrazione del contratto di locazione; si ritiene al fine della concessione, sufficiente la presentazione delle ricevute del canone e l'autocertificazione da parte del conduttore che dichiari l'esistenza di un contratto di locazione .    

 

2.      Sfratti per morosità (integrazione al punto 2 della elaborazione della segreteria nazionale uscente)    (Top)

 

E' gravissima nell'ERP e per l'ERP la normativa discriminatoria nei confronti di una condizione di morosità di tantissimi conduttori, derivata dalla riduzione del potere d'acquisto di salari e pensioni e da stati di disoccupazione, di lavoro precario e variabile, di fallimenti negli esercizi commerciali ed artigiani.

E' urgente una iniziativa a vasto raggio per eliminare le clausole di esclusione dalle assegnazioni di alloggi di ERP -presenti in diverse leggi regionali - che consiste anche soltanto nella mancata attribuzione di un punteggio da sfratto.

E' altrettanto assurdo ed iniquo il fatto che in moltissime disposizioni non vengano tenute in nessun conto le ragioni di indigenza o malattia come causa di mancato rispetto degli impegni contrattuali.L'Unione Inquilini è pertanto impegnata a promuovere adeguate modifiche delle normative e ad appoggiare concretamente le famiglie, con reddito sotto il limite dell'accesso all'ERP, sfrattate per morosità, a causa dell'insostenibile incidenza del canone sul loro magro reddito. Tale appoggio si concretizza non solo nei picchetti antisfratto ma anche con pressioni per l'utilizzazione di alloggi sfitti pubblici o privati.  

3.      Edilizia Sociale    (Top)

 

La Commissione ha sottoposta al Congresso una  relazione che tra le varie proposte indicava anche l'esigenza della "sospensione delle vendite delle case popolari".

 

Vincenzo Simoni ha proposto di cassare tale indicazione e di approfondire tutta la tematica dell'ERP - compresa la questione delle vendite - in un convegno nazionale da tenere nella primavera del 2002. La proposta è stata approvata a grande maggioranza. Di seguito il testo emendato:

" La maggior parte delle Regioni ha modificato di recente le Leggi Regionali che fissano i criteri per la domanda e l'assegnazione di alloggio e i metodi di calcolo per i canoni di affitto. Solo poche regioni

sono dotate da vecchie leggi degli anni 80. Va segnalato che in Lombardia, a seguito di affidamento ad amministrazione privata, sono state introdotte modifiche dall'ente proprietario (ALER).

La manutenzione risulta carente, o quasi inesistente, sia dove c'è gestione diretta dell'amministrazione che dove essa viene assunta mediante agenzia privata, in quanto non vengono erogati adeguati fondi per gli interventi.

Le vendite (ex legge 560/93) sono state attuate per circa il 20-30% del patrimonio pubblico, mentre i finanziamenti ex Gescal giacciono inutilizzati per svariate migliaia di miliardi, oppure sono stati utilizzati per costruire alloggi in edilizia agevolata, o per i contratti d'area e di quartiere.

Le autogestioni sono abbastanza estese, ma comunque rimangono facoltative e in ogni caso non risolvono la carenza di investimenti nella manutenzione.

Permangono sacche di morosità, legate all'impoverimento sociale, specie nelle aree industriali in crisi.

Nelle zone ad alta emergenza abitativa continuano ad esserci occupazioni, per lo più spontanee,  di case popolari.

Abbiamo registrato una pressione crescente da parte degli assegnatari, all'acquisto delle case di proprietà pubblica.

Questa tendenza, determinata anche da interventi culturali, si è fortemente accentuata a causa della impennata degli affitti e per la forte insicurezza generata dai processi di privatizzazione in corso.

Con lo sblocco degli sfratti nelle grandi-medie città, l'emergenza è diventata acuta e non governabile.

Per quel che riguarda l'elemento di trasformazione, in assoluto più preoccupante in quanto strutturale, cioè il processo di privatizzazione, siamo per fortuna ancora all'inizio. Solo a Firenze la gestione del patrimonio pubblico, oggi di proprietà comunale per legge regionale, è stato conferito ad una S.p.A. a capitale pubblico ma aperta all'ingresso del capitale privato.

Nelle altre regioni il processo non è ancora iniziato.

Indicazioni generali:

1)      nessuna esternalizzazione del patrimonio pubblico, se pur limitata alla riscossione degli affitti e alla manutenzione;

2)      no alla privatizzazione del patrimonio pubblico, già avviata con la gestione delle case popolari  a S.p.A aperte al capitale privato;

3)      riapertura dei finanziamenti per case popolari e spesa efficace degli ingenti residui ex Gescal per la costruzione o recupero di case per l'affitto (con l'edilizia sovvenzionata):

4)      rivisitazione dei tetti di accesso ai bandi per le case popolari, attraverso un maggiore abbattimento del reddito familiare, per carichi familiari;

5)      le morosità e le occupazioni devono essere gestite come fenomeni di disagio sociale e non come questioni di ordine pubblico.

 

Obbiettivo unificante per tutti gli assegnatari e gli aspiranti assegnatari è la costruzione di una lotta generalizzata contro la privatizzazione del settore e per il rilancio dell'ERP.

Per questo - per una migliore partecipazione, informazione e per realizzare lotte incisive ed efficaci - è essenziale la costruzione di reti di comitati di caseggiato.

 

4.      La condizione degli inquilini nelle grandi proprietà immobiliari.    (Top)

 

(Le lettura di tale testo va incrociato la risoluzione del congresso 2000 per gli  "alloggi degli enti previdenziali" ).

 

L'esistenza stessa di una commissione "grandi proprietà" rappresenta il segnale di una tendenza all'unificazione dei grossi comparti, sua sul fronte degli affitti che - in parte sulle vendite.

I. Sugli affitti le grandi proprietà tendono ad uscire dai patti in deroga calmierato (rappresentati ad esempio dalla Circolare Cristofori per gli Enti Previdenziali), attraverso il canale concordato anche se con evidenti differenze.

Negli Enti Previdenziali si raggiunge un buon accordo (vedi illustrazione punto 6) senza neanche una particolare mobilitazione (forse gli Enti erano stati scottati dalla precedente mobilitazione nell'INPDAI - istituto previdenziale per i dirigenti di azienda).

In altri casi (vedi INPGI e Banco di Roma) si raggiunge un accordo accettabile anche se non al livello degli Enti Previdenziali pubblici.

Vi è poi la vicenda Enasarco (Ente previdenziale per gli agenti di commercio), che si colloca come risultato contrattuale intermedio; però il livello delle lotte espresse si rivela per lo sviluppo sindacale, molto interessante.

In questo quadro c'è da rilevare il comportamento anomalo dell'ENPAF (ente previdenziale dei farmacisti) che non ha a tutt'oggi inteso sottoscrivere alcun accordo e di conseguenza triplica gli affitti rispetto alla circolare Cristofori.

Vi è infine la questione degli assicurativi, ancora tutta aperta, a dimostrazione che anche nelle grandi proprietà, senza una adeguata pressione degli inquilini non è automatico il canale concordato.

Si registra tra l'altro nelle case ex INA attraverso giochi societari, trasferimenti, spin off, uno spezzettamento della proprietà che crea situazioni di ingiustizia e divisione tra gli inquilini. Valga per tutti l'esempio delle case ex INA di via Dogali, Lungarno del Tempio, via Guicciardini di Firenze. Questo e altri casi analoghi necessitano di un nostro forte intervento.

II. Sulle questioni delle vendite degli alloggi degli Enti Previdenziali pubblici oltre alla fotografia della situazione presentata al Congresso si può fare una rapida verifica di quanto ci eravamo proposti nel precedente congresso.

Sul comma 1 nei casi in cui l?unio e Inquilini con i suoi legali è intervenuta nel processo di vendita tramite mandato collettivo si è potuto ottenere qualcosa - anche significativo - sulla riduzione dei prezzi già valutati.

Sul comma 2 le cooperative sono ormai fuori dal processo di vendita.

Sul comma 3 riguardante i mutuo si registra una sostanziale rigidità delle banche sulla concessione di mutui a persone anziane.

Sul comma 4, mentre si riesce ad intervenire sulla questione delle regolarizzazioni catastali meno lo si riesce sulle opere manutentive e sulla messa a norma.

Sempre sulla questione della determinazione dei canoni, lo scorso congresso, ci si impegnò a bloccare le iniziative giudiziarie degli Enti (soprattutto dell'INPDAP) proponendo la soluzione delle vertenze sul debito pregresso. La situazione non si è sbloccata; anzi pone ulteriori problemi al processo di vendita.

E' necessaria dunque una più forte iniziativa di lotta che assuma caratteristicje di vertenza nazionale.

Si registra infine una grave sconfitta sulla questione essenziale del destino degli alloggi inoptati o liberi. Non solo non si è riusciti ad ottenere la certezza che gli enti locali li otessero acquisire ma il D.L. 351/2001 esclude definitivamente questa possibilità. Soprattutto gli Enti Locali, Comuni in testa, sempre presi dalla questione sfratti, sono danneggiati da questo provvedimento.

E' auspicabile una ripresa di iniziativa su questo punto a partire magari dalla manifestazione promossa dall'ANCI sotto il Parlamento a cui l'Unione Inquilini da pieno sostegno.

 

In sintesi:

che bilancio si può trarre da queste vicende riguardanti i grossi comparti? 

1)      L'Unione Inquilini entra a pieno titolo nelle trattative assumendo una forma più compiutamente sindacale. Lo fa sempre con la competenza di chi tratta, ma non sempre con il necessario supporto di comitati inquilini interessati. Laddove questo avviene, in forme diverse ed originali (ENPAF, Ente Poste, Enasarco..) si aprono prospettive entusiasmanti e comunque decisive per lo sviluppo sindacale (si pensi alla questione della formazione di nuovi quadri). E' da queste azioni di resistenza (e a quelle dell'ERP) che si potrà probabilmente intervenire sulle questioni più generali della lotta per il diritto alla casa.

2)      Sulla questione delle vendite l'Unione Inquilini interviene (almeno rispetto agli altri sindacati) con pulizia e competenza. Probabilmente non si poteva fare di più; troppo forti erano e sono i gruppi interessati a questo processo di dismissione. Tuttavia qui la sconfitta è cocente perché questo processo divide e disgrega gli inquilini. E' impressionante la immediata perdita di coesione sociale che si registra nel passaggio dalla lotta per l'affitto alla questione della vendita. Queste amare considerazioni non devono però diminuire il nostro massimo impegno affinché l'inquilino "costretto" all'acquisto non possa realizzarlo alle condizioni migliori. E' ovvio che questo passaggio da affittuari alla condizione di proprietari rende ancora più urgente la trasformazione da sindacato per soli inquilini a quello per il diritto alla casa.

Infine una nota organizzativa: il lavoro della Commissione evidenzia una non più rinviabile esigenza di coordinamento, con la messa a comune conoscenza delle varie esperienze su questo settore.

 


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