|
||
|
||
Mozioni
e risoluzioni approvate
dal Congresso 2001
(Chianciano
23-24-25 novembre 2001)
I.
Mozioni 1.
Per
lo sciopero generale L'Unione
Inquilini di fronte al grave attacco portato dal Governo Berlusconi
all'art. 18 dello Statuto dei Lavoratori PARTECIPERA'
attivamente alle mobilitazioni sindacali dei lavoratori, auspicando con
venga indetto lo SCIOPERO
GENERALE NAZIONALE a
cui chiamare non solo i lavoratori ma tutti i settori sociali e i
democratici italiani che vogliono difendere la dignità del lavoro come
elemento fondante della Costituzione repubblicana. 2.
Disobbedire
e resistere è giusto. L'Unione
Inquilini aderisce fin d'ora alla futura giornata di "disobbedienza
civile" indetta per il prossimo gennaio dal "social forum
italiano". Caratterizzeremo la nostra presenza organizzando insieme
ai social forum locali occupazioni simboliche ed effettive di palazzi
pubblici abbandonati, picchetti antisfratto e altre forme di lotta per
il diritto alla casa. 3.
Impegno
internazionalista dell'Unione Inquilini. Il
congresso nazionale dell'Unione Inquilini: sottolinea
l'importanza e la positività del rapporto sviluppato con Habitat
International Coalition (HIC). Questo
ha favorito sia la conoscenza che l'analisi dei nuovi termini della
questione abitativa ed urbana, sia la costruzione di iniziative di lotta
e di pressione per il riconoscimento e la difesa del diritto alla casa e
l'attivazione di politiche pubbliche sociali a tutti i livelli. Conferma
e rilancia
l'impegno europeo ed internazionale come elemento fondante il proprio
essere sindacato solidale, che contrasta la globalizzazione neoliberista
e costruisce invece assieme ad altre forze sociali e politiche. A
tale scopo
la prima riunione della segreteria nazionale e del coordinamento
nazionale decideranno un programma di lavoro 2001-2002 individuando
peraltro le persone che ne saranno responsabili. Decide
l'invio di una delegazione della segreteria nazionale al Foro Sociale
Mondiale di Porto Alegre
(Gennaio-Febbraio 2002) e invita le sezioni a ricercare accordi con la
CUB, i Forum Sociali locali e gli enti locali per organizzare una
partecipazione congiunta più larga possibile. 4.
Generalizzare
l'iniziativa di Perugia. L'Unione
Inquilini dell'Umbria insieme all'Unione Emigrati di questa regione è
impegnata a costruire un forte e qualificata struttura di assistenza e
di vertenza sul diritto alla casa "per tutti". La
Segreteria Nazionale dell'Unione Inquilini sarà per questo presente
all'incontro del 1 dicembre 2001 a Perugia sul tema della Condizione
dell'immigrato per verificare la possibilità di riprodurre in altre
città analoghe iniziative. 5.
Un
libro nero su saccheggio e privatizzazioni. L'Unione
Inquilini ha elaborato una proposta che rivolge ad associazioni
ambientaliste, dei consumatori ed utenti, sindacati dei lavoratori e al
Social Forum italiano: realizzare un "libro nero sulla reale natura
del processo di privatizzazione delle strutture pubbliche e dei servizi
collettivi ". Si
tratta di dar vita ad una raccolta critica delle documentazioni
esistenti, ma anche delle resistenze opposte e in atto e delle
conseguenze sull'assetto di potere economico e politico, E'
evidente che la questione non è
solo nazionale ma si connette a processi vasti di natura internazionale.
Per questo sarebbe auspicabile il coinvolgimento in questo progetto di
associazioni come ATTAC. L'Unione
Inquilini prende atto con soddisfazione che la proposta è stata
apprezzata e sostanzialmente accolta durante il Congresso dagli
esponenti della CUB, di Verde Ambiente Società e della Associazione
Consumatori Utenti. Si tratta di verificare molto rapidamente la sua
fattibilità in tempi ravvicinati, accertando anche quanto va investito
nel progetto in termini finanziari e di impegno soggettivo. 6.
L'Unione
Inquilini partecipa alla manifestazione dell'ANCI contro i tagli della
Finanziaria al fondo nazionale di sostegno all'affitto e la mancanza di
finanziamenti dell'ERP. Il
Congresso ha acquisito la posizione dell'ANCI espressa dall'Assessore
alla casa del Comune di Firenze coordinatore del settore e - pur nella
distinzione delle posizioni, critiche da parte nostra sulle gravi
carenze nell'impiego da parte dei fondi ex Gescal residui disponibili
per l'ERP - parteciperà al presidio previsto a dicembre dall'ANCI
davanti a Montecitorio. Fa appello alle sedi per una significativa
presenza. 7.
Va abolire il vincolo di reciprocità nei bandi ERP. Il
Congresso impegna la Segreteria Nazionale a presentare al Ministro degli
Interni e al Ministro alle Politiche Sociali nonché alle forze
politiche presenti in Parlamento la proposta di abolire il vincolo della
reciprocità ai fini della partecipazione ai bandi per l'assegnazione
degli alloggi di ERP ai lavoratori stranieri presenti sul territorio
nazionale. Oggi infatti ai fini dell'assegnazione di un alloggio di ERP
ai cittadini stranieri viene richiesto se i loro paesi d'origine
riconoscono ai cittadini italiani uguale diritto. Provenendo
la gran parte dei lavoratori stranieri da paesi poverissimi tale
richiesta è del tutto sproporzionata. 8.
Mozione particolare dell'Unione Inquilini di Napoli, Salerno ed Avellino
sulla rappresentanza. La
Regione Campania ha deliberato di riconoscere solo quattro
Organizzazione sindacali nelle Commissioni Provinciali e
nell'Osservatorio Regionale ex Legge 18/97 escludendo di fatto dalle
medesime la nostra rappresentanza sindacale. La
Segreteria e il Coordinamento Nazionale sono impegnate a promuovere
tutte le iniziative che si rendono necessarie per rimuovere e al tempo
stesso fronteggiare la grossa anomalia creatasi all'interno della
Regione Campania per quanto attiene alla questione della
rappresentatività dello OO.SS. al fine della partecipazione e presenza
ai lavori delle Commissioni Permanenti per l'Assegnazione Alloggi
operanti presso gli IACP di tutta la Regione Campania. La
nostra Organizzazione Sindacale è fortemente rappresentativa nella
stessa regione ed è discriminata ingiustamente soprattutto nell'ERP
dove diventa fondamentale stabilirne criteri ed atti , nonché
condizioni sia di oggettività che di soggettività, sapendo che, a
nostro giudizio sui fatti, vi partecipano organizzazioni sindacali che
non hanno la minima rappresentatività e conoscenza del territorio. II.
RISOLUZIONI 1.
Inquilini
e mercato privato: rapporti
con la proprietà diffusa e la grande proprietà. Il
Congresso nel prendere atto, anche a seguito delle sentenze della Corte
Costituzionale, del fallimento della legge 431/98 e pertanto della
necessità del rilancio di una vasta iniziativa finalizzata alla
creazione di strumenti e proposte che portino alla modifica della
suddetta legge, assume e delibera le seguenti linee strategiche: 1)
la necessità di abolire il canale del libero mercato ritenendo
il canale con il sistema concertato l'opzione per il contenimento dei
canoni in alternativa alla attuale imperante liberalizzazione. In vista
di quanto sopra si ritiene opportuno fin da subito giungere ad una
significativa riduzione dell'attuale detrazione forfetaria del 15%
riconosciuta ai contratti liberi e di utilizzare queste risorse per
l'incremento dei fondi da mettere a disposizione per le detrazioni
fiscali in favore dei locatori che accettano di stipulare contratti nel
canale concertato di cui alla legge 431/98; 2)
E' altresì indispensabile , sia per moralizzazione del settore,
che per il reperimento di risorse da destinare ai fini dell'incremento
delle detrazioni fiscali per i conduttori, avviare una campagna
nazionale di denuncia e di lotta politica, sociale e legale, contro
l'evasione fiscale e il mercato nero delle locazioni. In tale contesto
va aumentata ulteriormente la tassazione sia ai fini IRPEF che ICI degli
immobili sfitti. 3)
Costituire un Centro Studi Nazionale, con carattere permanente,
cui conferire adeguate risorse, che abbia come primo obiettivo la
elaborazione di una proposta complessiva (ERP, Locazioni Private,
Sfratti) che sia il contenuto di una legge di iniziativa popolare come
elemento unificante di un movimento per l'affermazione del diritto alla
casa. 4)
In vista dell'imminente scadenza del 31 dicembre 2001 della
proroga degli sfratti nei confronti di categorie particolarmente deboli
si rende necessario ed urgente ricostruire un ampio fronte che veda
coinvolte l'ANCI, i Presidenti delle Regioni, le associazioni del
movimento degli studenti, dei lavoratori, dei pensionati e dei
"social forum" per ottenere un ulteriore blocco degli sfratti
nei confronti delle categorie disagiate. In tale contesto vanno
proseguite e rafforzate iniziative solidali di resistenza agli sfratti,
con la parola d'ordine, già assunta dalla nostra organizzazione,
"nessuno sfratto senza il passaggio da casa a casa". 5)
Dalle prime applicazioni del contributo all'affitto nei vari
comuni emerge la necessità di modificare e superare il decreto
ministeriale che richiede per la concessione dei contributo stesso la
registrazione del contratto di locazione; si ritiene al fine della
concessione, sufficiente la presentazione delle ricevute del canone e
l'autocertificazione da parte del conduttore che dichiari l'esistenza di
un contratto di locazione .
2.
Sfratti
per morosità (integrazione al punto 2 della elaborazione della
segreteria nazionale uscente) E'
gravissima nell'ERP e per l'ERP la normativa discriminatoria nei
confronti di una condizione di morosità di tantissimi conduttori,
derivata dalla riduzione del potere d'acquisto di salari e pensioni e da
stati di disoccupazione, di lavoro precario e variabile, di fallimenti
negli esercizi commerciali ed artigiani. E'
urgente una iniziativa a vasto raggio per eliminare le clausole di
esclusione dalle assegnazioni di alloggi di ERP -presenti in diverse
leggi regionali - che consiste anche soltanto nella mancata attribuzione
di un punteggio da sfratto. E'
altrettanto assurdo ed iniquo il fatto che in moltissime disposizioni
non vengano tenute in nessun conto le ragioni di indigenza o malattia
come causa di mancato rispetto degli impegni contrattuali.L'Unione
Inquilini è pertanto impegnata a promuovere adeguate modifiche delle
normative e ad appoggiare concretamente le famiglie, con reddito sotto
il limite dell'accesso all'ERP, sfrattate per morosità, a causa
dell'insostenibile incidenza del canone sul loro magro reddito. Tale
appoggio si concretizza non solo nei picchetti antisfratto ma anche con
pressioni per l'utilizzazione di alloggi sfitti pubblici o privati.
3.
Edilizia
Sociale La
Commissione ha sottoposta al Congresso una
relazione che tra le varie proposte indicava anche l'esigenza
della "sospensione delle vendite delle case popolari". Vincenzo
Simoni ha proposto di cassare tale indicazione e di approfondire
tutta la tematica dell'ERP - compresa la questione delle vendite - in un
convegno nazionale da tenere nella primavera del 2002. La proposta è
stata approvata a grande maggioranza. Di seguito il testo emendato: "
La maggior parte delle Regioni ha modificato di recente le Leggi
Regionali che fissano i criteri per la domanda e l'assegnazione di
alloggio e i metodi di calcolo per i canoni di affitto. Solo poche
regioni sono
dotate da vecchie leggi degli anni 80. Va segnalato che in Lombardia, a
seguito di affidamento ad amministrazione privata, sono state introdotte
modifiche dall'ente proprietario (ALER). La
manutenzione risulta carente, o quasi inesistente, sia dove c'è
gestione diretta dell'amministrazione che dove essa viene assunta
mediante agenzia privata, in quanto non vengono erogati adeguati fondi
per gli interventi. Le
vendite (ex legge 560/93) sono state attuate per circa il 20-30% del
patrimonio pubblico, mentre i finanziamenti ex Gescal giacciono
inutilizzati per svariate migliaia di miliardi, oppure sono stati
utilizzati per costruire alloggi in edilizia agevolata, o per i
contratti d'area e di quartiere. Le
autogestioni sono abbastanza estese, ma comunque rimangono facoltative e
in ogni caso non risolvono la carenza di investimenti nella
manutenzione. Permangono
sacche di morosità, legate all'impoverimento sociale, specie nelle aree
industriali in crisi. Nelle
zone ad alta emergenza abitativa continuano ad esserci occupazioni, per
lo più spontanee, di case
popolari. Abbiamo
registrato una pressione crescente da parte degli assegnatari,
all'acquisto delle case di proprietà pubblica. Questa
tendenza, determinata anche da interventi culturali, si è fortemente
accentuata a causa della impennata degli affitti e per la forte
insicurezza generata dai processi di privatizzazione in corso. Con
lo sblocco degli sfratti nelle grandi-medie città, l'emergenza è
diventata acuta e non governabile. Per
quel che riguarda l'elemento di trasformazione, in assoluto più
preoccupante in quanto strutturale, cioè il processo di
privatizzazione, siamo per fortuna ancora all'inizio. Solo a Firenze la
gestione del patrimonio pubblico, oggi di proprietà comunale per legge
regionale, è stato conferito ad una S.p.A. a capitale pubblico ma
aperta all'ingresso del capitale privato. Nelle
altre regioni il processo non è ancora iniziato. Indicazioni
generali: 1)
nessuna esternalizzazione del patrimonio pubblico, se pur
limitata alla riscossione degli affitti e alla manutenzione; 2)
no alla privatizzazione del patrimonio pubblico, già avviata con
la gestione delle case popolari a
S.p.A aperte al capitale privato; 3)
riapertura dei finanziamenti per case popolari e spesa efficace
degli ingenti residui ex Gescal per la costruzione o recupero di case
per l'affitto (con l'edilizia sovvenzionata): 4)
rivisitazione dei tetti di accesso ai bandi per le case popolari,
attraverso un maggiore abbattimento del reddito familiare, per carichi
familiari; 5)
le
morosità e le occupazioni devono essere gestite come fenomeni di
disagio sociale e non come questioni di ordine pubblico. Obbiettivo
unificante per tutti gli assegnatari e gli aspiranti assegnatari è la
costruzione di una lotta generalizzata contro la privatizzazione del
settore e per il rilancio dell'ERP. Per
questo - per una migliore partecipazione, informazione e per realizzare
lotte incisive ed efficaci - è essenziale la costruzione di reti di
comitati di caseggiato. 4.
La
condizione degli inquilini nelle grandi proprietà immobiliari. (Le
lettura di tale testo va incrociato la risoluzione del congresso 2000
per gli "alloggi degli
enti previdenziali" ). L'esistenza
stessa di una commissione "grandi proprietà" rappresenta il
segnale di una tendenza all'unificazione dei grossi comparti, sua sul
fronte degli affitti che - in parte sulle vendite. I.
Sugli affitti
le grandi proprietà tendono ad uscire dai patti in deroga calmierato
(rappresentati ad esempio dalla Circolare Cristofori per gli Enti
Previdenziali), attraverso il canale concordato anche se con evidenti
differenze. Negli
Enti Previdenziali si raggiunge un buon accordo (vedi illustrazione
punto 6) senza neanche una particolare mobilitazione (forse gli Enti
erano stati scottati dalla precedente mobilitazione nell'INPDAI -
istituto previdenziale per i dirigenti di azienda). In
altri casi (vedi INPGI e Banco di Roma) si raggiunge un accordo
accettabile anche se non al livello degli Enti Previdenziali pubblici. Vi
è poi la vicenda Enasarco (Ente previdenziale per gli agenti di
commercio), che si colloca come risultato contrattuale intermedio; però
il livello delle lotte espresse si rivela per lo sviluppo sindacale,
molto interessante. In
questo quadro c'è da rilevare il comportamento anomalo dell'ENPAF (ente
previdenziale dei farmacisti) che non ha a tutt'oggi inteso
sottoscrivere alcun accordo e di conseguenza triplica gli affitti
rispetto alla circolare Cristofori. Vi
è infine la questione degli assicurativi, ancora tutta aperta, a
dimostrazione che anche nelle grandi proprietà, senza una adeguata
pressione degli inquilini non è automatico il canale concordato. Si
registra tra l'altro nelle case ex INA attraverso giochi societari,
trasferimenti, spin off, uno spezzettamento della proprietà che crea
situazioni di ingiustizia e divisione tra gli inquilini. Valga per tutti
l'esempio delle case ex INA di via Dogali, Lungarno del Tempio, via
Guicciardini di Firenze. Questo e altri casi analoghi necessitano di un
nostro forte intervento. II.
Sulle questioni delle vendite
degli alloggi degli Enti Previdenziali pubblici oltre alla fotografia
della situazione presentata al Congresso si può fare una rapida
verifica di quanto ci eravamo proposti nel precedente congresso. Sul
comma 1 nei casi in cui l?unio e Inquilini con i suoi legali è
intervenuta nel processo di vendita tramite mandato collettivo si è
potuto ottenere qualcosa - anche significativo - sulla riduzione dei
prezzi già valutati. Sul
comma 2 le cooperative sono ormai fuori dal processo di vendita. Sul
comma 3 riguardante i mutuo si registra una sostanziale rigidità delle
banche sulla concessione di mutui a persone anziane. Sul
comma 4, mentre si riesce ad intervenire sulla questione delle
regolarizzazioni catastali meno lo si riesce sulle opere manutentive e
sulla messa a norma. Sempre
sulla questione della determinazione dei canoni, lo scorso congresso, ci
si impegnò a bloccare le iniziative giudiziarie degli Enti (soprattutto
dell'INPDAP) proponendo la soluzione delle vertenze sul debito
pregresso. La situazione non si è sbloccata; anzi pone ulteriori
problemi al processo di vendita. E'
necessaria dunque una più forte iniziativa di lotta che assuma
caratteristicje di vertenza nazionale. Si
registra infine una grave sconfitta sulla questione essenziale del
destino degli alloggi inoptati o liberi. Non solo non si è riusciti ad
ottenere la certezza che gli enti locali li otessero acquisire ma il
D.L. 351/2001 esclude definitivamente questa possibilità. Soprattutto
gli Enti Locali, Comuni in testa, sempre presi dalla questione sfratti,
sono danneggiati da questo provvedimento. E'
auspicabile una ripresa di iniziativa su questo punto a partire magari
dalla manifestazione promossa dall'ANCI sotto il Parlamento a cui
l'Unione Inquilini da pieno sostegno. In
sintesi: che
bilancio si può trarre da queste vicende riguardanti i grossi comparti?
1)
L'Unione Inquilini entra a pieno titolo nelle trattative
assumendo una forma più compiutamente sindacale. Lo fa sempre con la
competenza di chi tratta, ma non sempre con il necessario supporto di
comitati inquilini interessati. Laddove questo avviene, in forme diverse
ed originali (ENPAF, Ente Poste, Enasarco..) si aprono prospettive
entusiasmanti e comunque decisive per lo sviluppo sindacale (si pensi
alla questione della formazione di nuovi quadri). E' da queste azioni di
resistenza (e a quelle dell'ERP) che si potrà probabilmente intervenire
sulle questioni più generali della lotta per il diritto alla casa. 2)
Sulla questione delle vendite l'Unione Inquilini interviene
(almeno rispetto agli altri sindacati) con pulizia e competenza.
Probabilmente non si poteva fare di più; troppo forti erano e sono i
gruppi interessati a questo processo di dismissione. Tuttavia qui la
sconfitta è cocente perché questo processo divide e disgrega gli
inquilini. E' impressionante la immediata perdita di coesione sociale
che si registra nel passaggio dalla lotta per l'affitto alla questione
della vendita. Queste amare considerazioni non devono però diminuire il
nostro massimo impegno affinché l'inquilino "costretto"
all'acquisto non possa realizzarlo alle condizioni migliori. E' ovvio
che questo passaggio da affittuari alla condizione di proprietari rende
ancora più urgente la trasformazione da sindacato per soli inquilini a
quello per il diritto alla casa. Infine
una nota organizzativa: il lavoro della Commissione evidenzia una non più
rinviabile esigenza di coordinamento, con la messa a comune conoscenza
delle varie esperienze su questo settore.
|
||
|
||