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Congresso UI: Relazione delle Commissioni edilizia pubblica e privata


Ci sembra giusto partire dalla denuncia del nuovo condono preventivo di Berlusconi in concerto con la conferenza Stato Regioni, contrabbandato come Piano Casa, anche se non affronta in alcun modo i problemi degli inquilini e dei senza casa.

Dovremo invece intraprendere un grande piano di rilancio di edilizia pubblica, un piano di recupero di aree dimesse, ambientalmente sostenibile, capace di creare una nuova offerta di 500.000 case popolari.

E’ coerentemente necessario sospendere qualsiasi vendita non solo di ERP, ma anche di edilizia comunale e/o pubblica, congelare i mutui e bloccare gli sfratti di morosità, (la vendita delle case popolari è risultata devastante e ha quasi dimezzato il patrimonio ERP, per la scarsa redditività). Su ogni 4 vecchie case vendute se ne può costruire solo una nuova perciò è evidente che si produce un danno sociale rilevante.

 

Disastrosa e truffaldina è stata la vendita delle case degli enti: la vicenda Scip si configura come un vero esproprio ai danni dei lavoratori.

22mila alloggi degli enti sono rimasti invenduti, la Scip è fallita, e ora i cocci rischiamo di pagarli noi. Occorre aprire un inchiesta parlamentare e tutelare gli acquirenti e gli inquilini.

Unanime è il nostro giudizio negativo sul tentativo di far pagare la crisi agli assegnatari ERP aumentando gli affitti in modo significativo (in alcuni casi quasi di raddoppio).

Bisogna  abolire il tetto di decadenza, quasi sempre legati alla somma di redditi e pensioni dei genitori e dei figli: facendo pagare affitti adeguatamente onerosi, proporzionalmente ai redditi (reali), ma mantenendo il loro status di assegnatari.

 

Nel pieno rispetto delle competenze costituzionali regionale e comunali, in materia di pianificazione territoriale e della casa, si ritiene necessario tuttavia un quadro generale di indirizzo sul diritto alla casa, che scaturisca da una conferenza nazionale promossa dal governo a cui partecipano tutti i soggetti interessati.

Condanniamo la esternalizzazione per la gestione degli alloggi pubblici che a Napoli ha prodotto tali effetti distorsioni da produrre una inchiesta della magistratura.

 

E’ indiscutibile che spesso le graduatorie generali sono inadeguate a fotografare i rapidissimi cambiamenti del mondo del lavoro.

I punteggi per i nuovi lavoratori e i lavoratori migranti sono insufficienti e inefficaci a concorrere alle assegnazioni.

Quanto alle edilizia privata oggi tutti dobbiamo riconoscere che la 431 è risultata una cattiva legge che ha sancito la levitazione spropositata e legale degli affitti.

 

Occorre con provvedimenti urgenti, affrontare il problema di decine di migliaia di case private sfitte e o fatiscenti, utilizzando gli strumenti normativi vigenti dell’urbanistica.

Occorre obbligare all’affitto i proprietari di case fatiscenti (sfitte da anni) offrendo, in caso di disponibilità ma di carenza di mezzi economici, accordi che consentano l’acquisizione in proprietà mista da parte di AA.CC. e Cooperative di Autocostruzione, oppure la cessione in gestione ai comuni, ad affitto sostenibile, a tempo indeterminato.

 

In caso di indisponibilità totale, proponiamo l’acquisizione o la requisizione a tempo determinato e con equo indennizzo.

Trarre esperienza delle gravi distorsioni speculative prodotte dalla urbanistica contrattata e tornare a una gestione del territorio, partecipata, socialmente utile e ambientamente sostenibile questo ci pare il miglior piano casa augurabile.

Il diritto alla casa deve essere riconosciuto come diritto costituzionale.

 

In conclusione riteniamo importante evidenziare alcune questioni fondamentali.

 

Bisogna ripristinare una precisa ripartizione dei fondi per la casa destinando il 60% all’edilizia sovvenzionata e il 40% all’edilizia agevolata in affitto per almeno 25 anni a canone sostenibile ed equo.

Vanno eliminate le discriminazioni che vivono i lavoratori migranti i relazione all’accesso all’ERP e al contributo all’affitto.

Istituire quote di ERS come standard urbanistico aggiuntivo e non sostituito nei piani regolatori delle città, consegnerà alle nuove generazioni centri urbani più vivibili.

 

 

Propongono come manovra straordinaria anticrisi i seguenti punti:

 

PIANO STRAORDINARIO ANTICRISI:

 

  1. piano straordinario per 500.000 case popolari, pubbliche finanziate dalla fiscalità generale, sospensione totale vendite ERP e case statali.
  2. Acquisizione non onerosa di tutte le proprietà immobiliare (case e capannoni, aree dimesse, etc) degli enti privatizzati o del demanio o aree smilitarizzate.
  3. Blocco totale degli sfratti compreso quelli per morosità incolpevole con indennizzo alla proprietà pari allo 0,0385 del valore  catastale. Sospensione delle esecuzioni immobiliari per insolvenza dei mutui
  4. Blocco dell’affitto libero e riduzione ad affitto concordato per 5 anni di tutti i nuovi contratti e anche di quelli in vigore.
  5. Istituzione in tutti i comuni di commissioni per la graduazione degli sfratti, attraverso le appropriazione immediata di leggi regionali finalizzate alla graduazione degli sfratti, ai sensi della sentenza della Corte Costituzionale n° 66 del 2008.

 

 




Data notizia06.04.2009