Roma: ENPAM: “l’Unione Inquilini non ha firmato l’accordo sulle dismissioni, si tratta di un accordo che va sostanzialmente modificato" Le motivazioni nel comunicato.di Guido Lanciano, Segretario Unione Inquilini di Roma
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26 gennaio 2012
COMUNICATO STAMPA
ENPAM: "l'Unione Inquilini non ha firmato l'accordo sulle dismissioni, si tratta di un accordo che va sostanzialmente modificato, proponiamo agli inquilini e ai comitati di chiedere la riapertura delle trattative per le modifiche all'accordo e comunque di votare contro un accordo non chiaro che non da certezze agli inquilini né sulle tutele, né sulle modalità di acquisto, né su un prezzo che sia adeguato.
Dichiarazione di Guido Lanciano, Segretario Unione Inquilini di Roma
L'ENPAM ha presentato un'ipotesi di accordo quadro sulle vendite che modificava completamente le modalità di acquisto degli appartamenti rispetto alle ipotesi sino ad ora discusse e molto distanti dalle modalità previste da altri accordi. Nell'ipotesi di accordo è scritto che la proposta di prezzo di acquisto dell'intero immobile è presentata dal "soggetto giuridico acquirente" e NON dall'ENPAM, e che quest'ultimo si riserva di "verificare la congruità della proposta di acquisto", ovvero l'Enpam si riserva se accettare o meno. Abbiamo chiesto una pausa di riflessione per valutare, anche insieme ai comitati inquilini, tale modalità di fissazione del prezzo, del tutto nuovo e mai discussa, e l'inserimento di alcune modifiche delle tutele, ma le altre sigle sindacali hanno chiesto che l'ipotesi fosse firmata immediatamente con la sola modifica dell'aggiunta di una parola.
A Roma sono 4500 le famiglie interessate dalle dismissioni un numero di famiglie quindi elevato che potrebbero aggravare ulteriormente l'emergenza abitativa della Capitale qualora si proceda con modalità di dismissioni che non producono certezza di congruità dei prezzi di acquisto e soprattutto nelle tutele di coloro che saranno impossibilitati all'acquisto
L'Unione Inquilini ritiene necessario che si apra un'ampia riflessione sulle conseguenze di tale modalità di fissazione del prezzo e sulle procedure della vendita per le quali mancano del tutto riferimenti certi. Le perplessità che ci hanno portato in dissenso con le altre sigle sindacali a non firmare l'ipotesi di accordo sono:
1 - Non vi è alcuna indicazione o individuazione del range del prezzo a mq. poiché, come tutti sanno, le valutazioni dell'OMI oscillano da un minimo ad un massimo tra loro molto distanti
2 - Non vi è alcuna indicazione sui tempi e i modi con cui i singoli inquilini conosceranno il prezzo del loro singolo appartamento
3 - Non indica con chiarezza chi deve garantire le tutele ai soggetti deboli che non possono acquistare; infatti non c'è alcun obbligo del soggetto collettivo a tale impegno.
4 - Nell'ipotesi di accordo si dice che "il soggetto giuridico acquirente" si dovrà far carico "delle morosità esistenti nell'immobile", anche per gli appartamenti che non verranno acquistati dai conduttori
5 - Nulla si dice in merito alla posizione dei portieri
6 - Si prevede che il diritto di opzione (che non è un diritto di prelazione!) sarà garantito solo ai conduttori con contratto valido, ma non si specifica chi deve accertare la validità del contratto in essere, che, come sappiamo, è oggetto di contrasto
7 - Nulla si dice dei complessi immobiliari che non riusciranno a presentare una proposta di acquisto accolta dall'ENPAM
Chiediamo agli inquilini e ai comitati dell'Enpam di convocare assemblee, o di partecipare alle assemblee che si terranno allo scopo di: A) proporre modifiche sostanziali all'ipotesi di accordo, B) la riapertura del tavolo di trattativa, C) di votare contro l'ipotesi di accordo.