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Risoluzione della commissione Edilizia privata


 

Documento commissione edilizia privata      

         La premessa generale è che il dramma della situazione abitativa oggi in Italia non si configura come semplice emergenza ma è di carattere strutturale, non risolvibile senza un adeguato rilancio dell’edilizia pubblica.

In primo luogo, come già constatato nel X congresso della nostra organizzazione sindacale,  la L.431/98 ha segnato un’ulteriore liberalizzazione del canone e una maggiore precarietà abitativa.

Non solo gli affitti sono continuati a salire in maniera vertiginosa (a partire dall’introduzione dei patti in deroga) ma è stata eliminata  la determinazione legale del canone che tutelava l’inquilinato.

L’importante è che si arrivi all’obiettivo di un affitto compatibile e proporzionato ai salari e alle pensioni che si realizzi con l’abolizione del canale a libero mercato o con adeguate modifiche alla normativa  fiscale, per esempio detraibilità totale dell’affitto anche per il canale libero, o attraverso un canone fissato per legge (una nuova forma di equo canone).

In secondo luogo, si pone l’obiettivo, di introdurre l’obbligo di affitto e l’abolizione dell’istituto dello sfratto per finita locazione.

A questo proposito, si invitano tutte le sedi a praticare le legittime forme di resistenza (presidi, picchetti, ecc.) anche per dare un senso concreto alla visita della Commissione ONU sugli sfratti avvenuta a Roma nel mese di febbraio.

Si invitano, inoltre, tutte le sedi dell’Unione Inquilini a promuovere in maniera più unitaria possibile, il 31 marzo prossimo, data di scadenza della proroga degli sfratti per le categorie protette,  iniziative  in tutte le città (per esempio presidi sotto le Prefetture, ecc. ecc.).

La vendita del patrimonio delle grandi proprietà sia pubbliche che private, ha portato all’eliminazione di una cospicuo numero di appartamenti (solo a Roma sono circa 100 mila) che avendo dei canoni intermedi fra quelli di edilizia pubblica e libero mercato, costituivano un fattore calmierante.

Vi è la necessità di ricostituire questo patrimonio sia attraverso la messa  a disposizione da parte delle fondazioni bancarie del loro patrimonio immobiliare con la locazione di quote consistenti di detto patrimonio così come di quote per tutte le nuove costruzioni private a canone concordato nella fascia minima.

Come è possibile realizzare questi obiettivi o comunque spostare i rapporti di forza in maniera più favorevole agli inquilini?

Riteniamo che sia necessario innanzitutto, dotare l’organizzazione sindacale di una piattaforma nazionale che contenga i suddetti punti, alla cui realizzazione possano  anche concorrere momenti di mobilitazione generale (esempio: l’organizzazione di una manifestazione nazionale ovviamente la più unitaria possibile).

         La realizzazione di tali obiettivi passa, però, anche per la pratica quotidiana che viene svolta nelle nostre sedi.

La modalità di questa pratica è, per forza di cose,  diversa tra situazione e situazione anche nell’ambito della stessa città:

·        Stiamo parlando delle occupazioni  e della loro difesa in quanto diventano una delle forme possibili per esercitare il diritto alla casa di sempre più ampi settori sociali; dai lavoratori extracomunitari agli studenti e  ai pensionati, ma  anche ormai a famiglie monoreddito che non possono accedere né al mercato delle locazioni e tanto meno a quello dell’acquisto.

·        Stiamo parlando, inoltre,  dei picchetti antisfratto senza tralasciare alcuna forma di  intervento sindacale  quali richieste di trattative e vertenze  con la residua grande proprietà

·        Forme di comunicazione, richieste di intervento e pressione  verso  le Istituzioni locali  con forme diversificate.

·        Stiamo anche parlando, infine, di ipotizzare nuove forme di intervento (in realtà, già patrimonio del nostro passato)  quale l’autoriduzione e la requisizione

Autoriduzione: si chiede che la segreteria approfondisca il significato e verifichi la fattibilità di questa forma di lotta nel privato, l’obiettivo dovrebbe essere una grande campagna che affermi il diritto ad un affitto adeguato la reddito approfondendone anche gli aspetti giuridici.

Requisizione: con la parola d’ordine che tutti i comuni devono essere “a sfratti 0” è necessario costringere i Sindaci e i Prefetti a requisire gli alloggi sfitti per assegnazioni anche provvisorie (solo sfratti da casa a casa garantendo comunque per gli anziani e portatori di handicap comunque il mantenimento delle relazioni interpersonali e territoriali)  a requisire gli alloggi su cui insiste lo sfratto fino alla messa in disponibilità di un alloggio pubblico per la famiglia sfrattata.

         Il filo comune che deve legare queste iniziative di lotta è la pratica della  democrazia diretta che può risvegliare e rafforzare  il protagonismo  dei soggetti sociali direttamente interessati e anche la crescita della nostra organizzazione sindacale con la formazione di nuovi militanti.




Data notizia20.03.2005