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Intervento al congresso di Vincenzo Acampora


 

  Caro Presidente ,
mi spiace non aver potuto partecipare personalmente, ma voglio esprimere
il mio più vivo apprezzamento per la battaglia che avete intrapreso a
tutela del "diritto alla casa per tutti".
Il problema della casa costituisce, ancora oggi, per estesi strati della
popolazione, uno dei principali fattori di disagio nello sviluppo proprio
della vita. Infatti, accanto alla richiesta di alloggi in affitto a
canone moderato proveniente dalle categorie sociali tradizionalmente
svantaggiate (disoccupati, lavoratori precari, pensionati, immigrati,
ecc.) che da sempre hanno cercato nell'Edilizia Pubblica una risposta al
problema abitativo, stanno emergendo "nuovi fabbisogni" manifestati dai
"nuovi poveri" (anziani, studenti, disabili, giovani coppie, famiglie
monoreddito, ecc.).
In particolar modo nelle città più grandi, le famiglie meno abbienti che
si trovano nelle impossibilità economiche di accedere al libero mercato
delle locazioni, si rivolgono al comparto dell'Edilizia Residenziale
Pubblica per poter individuare adeguate soluzioni abitative.
Aumentano sempre di più le famiglie soggette alle finite locazioni, non
solo, anche quelle soggette a sfratto per "morosità" che è indice di
aumento della povertà rispetto ad un mercato delle locazioni
"illiberale".
Tuttavia i Comuni, senza una politica della casa che coinvolga sia lo
Stato che le Regioni, non sono in grado di soddisfare la crescente
domanda di alloggi in assegnazione (vedi le migliaia di richieste di
partecipazione ai bandi comunali) a causa essenzialmente della drastica
riduzione delle risorse finanziarie a cui sono stati sottoposti, basta
guardare la Legge Finanziaria presentata dal Governo Nazionale ed
approvata dal Parlamento negli ultimi anni ed il trasferimento delle
competenze e della intera problematica della "casa" sulle Regioni e
sugli Enti Locali. Un errore imperdonabile, visto che la "casa" è il
primo servizio essenziale alla vita delle persone e specificamente delle
famiglie, poiché sono ancora numerosi i cittadini accomunati dalla
povertà e dalla appartenenza agli strati sociali più deboli della
società.
La mancanza di case o il "degrado" delle case in cui vivono li fa sentire
diversi, ancor più cittadini di serie "B" (basta guardare i numerosi
rioni popolari in alcune città).
In questi casi la Società Civile non può badare esclusivamente ai costi,
ma deve agire e disporre di risorse per offrire risposte adeguate alla
crescente domanda di alloggi in affitto a canone modesto costruendo
nuovi fabbricati e risanando quelli esistenti, ma degradati ed insicuri.
Pertanto si rende necessario, nella campagna elettorale per le Regionali
2005 ed in prospettiva per le Politiche del 2006, che contro una politica
penalizzante per il settore della casa la Regione Campania, che in questi
anni pur tra difficoltà di rapporti politico-istituzionali con il Governo
Nazionale ha varato alcuni provvedimenti che stanno producendo effetti
positivi sulla domanda abitativa, trovi gli strumenti per lo snellimento
delle procedure di attuazione e per il reperimento di idonee risorse
finanziarie.

Nell'ultimo anno sono stati stanziati fondi per l'acquisto della "prima
casa" a favore delle giovani coppie e degli abitanti a rischio della zona
Vesuviana, nonché sono state messe a disposizione ingenti somme per la
realizzazione di programmi complessi per il recupero e la costruzione di
nuovi alloggi e delle bonifiche delle aree limitrofe ed in particolare:
PRU di S.Giorgio a Cremano, Torre Annunziata e Napoli (Soccavo-Ponticelli
per ?. 17 milioni circa), P. Integrativi, Contratti di Quartiere II, tra i
quali Acerra, Torre Annunziata e Volla, Accordi di programma (Napoli -
rione San Gaetano e Scampia).
Finanziamenti messi a disposizione dei Comuni, degli IACP e delle imprese
private per l'attuazione delle opere e per garantire un rilancio
economico-sociale e culturale di intere parti di territorio al fine di
garantire una migliore vivibilità.
Parallelamente alle politiche di salvaguardia del territorio, della
massiccia e disordinata consumazione ad opera dell'abusivismo edilizio
(non sempre di "necessità") occorre mettere in campo proposte e
provvedimenti a largo raggio: da una maggiore "attenzione" alla
pianificazione urbanistica con interventi di regolamentazione
intercomunale ed inter-provinciale che delineino una ipotesi di sviluppo
economico e produttivo dei territori quale quadro di riferimento per
ipotizzare i conseguenti processi migratori all'interno della Regione,
fino a stabilire percentuali minime obbligatorie di aree comunque
fabbricabili da destinare a edilizia pubblica sovvenzionata (da assegnare
a locazione) nell'ambito delle normative urbanistiche dei Comuni.
Occorre una radicale inversione di rotta che trovi risposta in una nuova
politica dell'abitare che abbia al centro la promozione sociale ed
economica dell'individuo e la lotta all'emarginazione.
In conclusione, nella prospettiva della riforma dello stato sociale,
bisogna trovare delle risposte diversificate per individuare gli elementi
essenziali per la vita, muovendosi sulle seguenti direttive:

1. Legge regionale di riforma degli Enti Gestori che preveda la
trasformazione degli IACP in aziende.

2. Vincolare l'approvazione dei Piani Regolatori (e delle loro varianti)
al vincolo di destinazione del 20% delle aree comunque edificabili in
ciascun Comune (per le aree metropolitane la proporzione può essere
incrementata) all'edilizia pubblica sovvenzionata (da assegnare in
locazione) eliminando la ghettizzazione dei Piani di Zona (legge 167/62).

3. Revisione della legge regolamentante la misura dei canoni di locazione
al fine di razionalizzare il settore (attualmente il canone medio è di
?uro 41,00/mese).

4. Costituzione di un fondo a sostegno delle famiglie a basso reddito
finalizzato sia ad integrare le "perdite di gestione" conseguenti
all'applicazione dei canoni sociali per l'E.R.P., sia per sostenere la
gravità dei canoni delle locazioni private per le famiglie monoreddito o
comunque con reddito complessivo medio-basso, che per incentivare
l'acquisto della prima casa.

Nella speranza che questo mio contributo possa servire come base di
discussione, auguro a Lei ed a tutti i partecipanti buon lavoro.

Il Presidente
IACP Napoli.
(Vincenzo Acampora)



Data notizia20.03.2005