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Da Segretario Nazonale UI : lettera ai capigruppo al Senato su decreto IMU


 

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Roma, 20 ottobre 2013

 

 

Ai presidenti delle Commissioni Bilancio e Finanze

Ai presidenti dei gruppi Commissione Bilancio e Finanze

SENATO DELLA REPUBBLICA

 

 

OGGETTO: Comma 5 dell'art. 6 del "Decreto IMU" e richiesta di audizione.

 

         Egregio Sig. Presidente,

 

         Il cosiddetto "Decreto IMU", recentemente approvato presso la Camera dei Deputati e attualmente in discussione preso il Senato della Repubblica, presenta numerosi rilievi che hanno riferimento diretto alle politiche abitative e in particolare alle locazioni.

 

         Per molti aspetti di tale decreto, abbiamo  critiche non marginali, che abbiamo espresso alla Camera in una audizione tenuta presso le commissioni competenti riunite e tradotti in emendamenti che abbiamo sottoposto alla valutazione dei gruppi.

 

         Anche se, secondo la nostra opinione, rimangono tuttora questioni non risolte e contraddizioni non sanate, non possiamo certamente affermare che l'interlocuzione avuta sia stata senza esito.

 

         Ci riferiamo, in particolare, alla nuova stesura del comma 5 dell'art. 6 del decreto che ha per oggetto misure di sostegno finanziario  per gli inquilini morosi incolpevoli.

 

Nel testo sono stati inseriti la possibilità per i Prefetti di intervenire al fine della graduazione programmata della forza pubblica nell'esecuzione dei provvedimenti di sfratto e la previsione di percorsi di accompagnamento sociale da parte delle autonomie locali per i soggetti sottoposti a provvedimenti di sfratto. E' stato inoltre chiarito che, nel decreto ministeriale che dovrà ripartire le risorse destinate al costituendo fondo per la morosità incolpevole, dovranno anche esseri stabiliti i criteri e le modalità da rispettare per definire le condizioni di morosità incolpevole che potranno consentire l'accesso ai benefici previsti.

 

Come è ormai evidente dall'evoluzione dell'andamento delle procedure di sfratto in Italia, così come esplicitate dai rapporti ufficiali pubblicati a cura del Ministero dell'Interno, la questione degli sfratti è ormai una questione nazionale, non più limitata alle grandi aree metropolitane, la cui incidenza è cresciuta in questi ultimi 10 anni in maniera enorme:  da circa 40 mila sfratti esecutivi all'anno si è infatti giunti a quasi 70 mila nuove sentenze nel 2012. Nell'aumento complessivo, però, il vero sconvolgente dato è rappresentato dalla morosità che ha avuto un balzo esponenziale in avanti, giungendo da circa 25 mila sentenze l'anno a oltre 60 mila nel 2012. Il dato da cui occorre partire per affrontare il problema sfratti in Italia è che ormai, ogni 10 nuove sentenze, 9 sono per morosità.

         In questo contesto, riteniamo che la nuova versione del suddetto comma 5 dell'art.6, possa rappresentare una prima risposta positiva in quanto può consentire una programmazione delle esecuzioni degli sfratti che viene messa in relazione ai percorsi di accompagnamento sociale previste dalle amministrazioni locali e ai benefici concessi attraverso il fondo per la morosità incolpevole.        

 

Abbiamo appreso di opposizioni che alcune organizzazioni della proprietà avanzano a queste nuove formulazioni.

 

Ci permettiamo di segnalare come, invece, il legislatore intervenga  al fine di innescare percorsi virtuosi che consentano di trasformare gli sfratti in nuovi contratti ovvero permettere la soluzione del passaggio da casa a casa.

 

         Le obiezioni, inoltre, sembrano rispondere più a "furore ideologico" che a considerazioni che prendano in esame la realtà concreta. Infatti, per evidenti motivi di carattere oggettivo nonché di opportunità, l'esecuzione degli sfratti con l'uso della forza pubblica non supera il numero, già di per sé eccessivamente elevato per la sostenibilità sociale, di 30 mila. Con una media di sfratti per morosità che viaggia ad oltre 60 mila l'anno, è in essere una sorta di graduazione di fatto, che però, invece di avere una "governance", con un ruolo di indirizzo e di verifica coordinati, è lasciata a una sorta di "corpo a corpo" nelle viscere del conflitto di strada, spesso senza regole e controlli.

 

         Riteniamo, pertanto, che le norme previste dall'attuale testo del comma 5 dell'articolo 6 del decreto in oggetto vadano assolutamente confermate.

 

         Ci rendiamo conto che, mancando solo pochi giorni alla scadenza del decreto, il dibattito al Senato dovrà essere molto concentrato.

 

         Pure, pertanto, in un contesto limitato, chiediamo di poter essere ascoltati in audizione in modo da poter rappresentare in maniera maggiormente puntuale le nostre osservazioni.

 

         Ringraziando dell'attenzione, cogliamo l'occasione per inviare distinti saluti.

 

 

 

IL SEGRETARIO NAZIONALE

Walter De Cesaris

 




Data notizia21.10.2013

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