Nota editoriale: Immobiliare. Il punto sulla depressione economica e sulle ipotesi di ripresa. Fonti: Istat, Agenzia delle Entrate, Confindustria, Cresme, analisti finanziari, scenari immobiliari.
Letta ipotizza un aumento del PIL a fine 2014 ad un massimo dell'1%. Il dato, rapportato al consuntivo 2013, va ricompreso nella serie 2007-2013 che è devastante per la produzione industriale e nei consumi delle famiglie e non si sta risolvendo.
Per quanto riguarda il settore immobiliare bisogna coordinare l'andamento dei rogiti al livello dei prezzi di vendita; i primi crollano mentre i secondi nella sostanza tengono. Conseguenze: crisi nei conti economici delle grandi agenzie immobiliari e delle loro filiali con tagli robusti; qualche problema per lo stesso notariato; insignificante vantaggio per la domanda diffusa mentre nei grandi affari la componente estera si afferma, coprendo nel primo trimestre del 2013 il 90% del valore delle transazioni.
La nota trimestrale non fornisce alcun dato sui valori medi ed assoluti delle transazioni. Per questo bisogna ricorrere ad altre fonti immobiliari. Si può comunque affermare che è strutturale il rapporto tra l'andamento delle compravendite con il settore delle costruzioni. Quello che conta per i programmi delle imprese non è il valore medio nei rogiti ma la loro entità.
Segnalazione: convegno Cresme - mercato delle costruzioni - previsioni 2013-2017 http://www.cresme.it/congiunturale-evento.aspx
Nota redazionale: lo scenario europeo presenta trend preoccupanti per la stessa Germania; negli Usa la ripresa è solo un auspicio. Preoccupante per i liberisti è il rallentamento della crescita cinese, indiana, brasiliana. In un mondo ulteriormente disaggregato (crisi degli organismi economici internazionali) i paesi in difficoltà sono oggetto di saccheggio; dopo la Grecia, l'Italia è preda ambita, come alla metà del XVI secolo. Sintomatico è l'interesse immobiliare di gruppi finanziari arabi, russi e cinesi che va oltre alla colonizzazione industriale; abominevole è la complicità dei governi, in una plurisecolare vigliaccheria, con effetti corrosivi per quel tanto di coesione sociale che resisteva nel nostro paese.