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Braccio di ferro perduto?


Questa succinta ricostruzione inizia dalla disamina dei fatti "nostri" e dei fatti "loro" dall'ottobre 2013 al febbraio 2014 e prosegue con dei suggerimenti.

 

Il corteo antagonista sociale di Roma del 19 ottobre scorso, il movimento dei forconi, la radicale opposizione parlamentare del M5S erano unificati, anche se con qualificazioni non omogenee, dal "tutti i politici a casa";  non secondario era il riferimento alla sentenza della Corte Costituzionale contro il Porcellum.

Era in corso cioè una serrata "nostra" offensiva che avrebbe potuto bloccare ogni contromossa del trasversale blocco affaristico.

 

Perché non ha funzionato?

La chiave strutturale e non episodica dell'arretramento sta nella subalterna azione sindacale contro le delocalizzazioni e il dumping salariale che, già evidente nella crisi Indesit nel sistema Marche e anticipata per tempo da Marchionne, ha assunto una valenza complessiva nel caso Elettrolux.

La subalternità confederale non è stata contrastata da chi lo poteva; mi riferisco alla Fiom, ai sindacati di base, al M5S.

La Fiom che ha insistito sulla necessità di investimenti e sul cuneo fiscale, glissando sull'internazionalizzazione dei sistemi industriali; gli altri sindacati di base per non aver riversato unitariamente i loro attivisti nelle vertenze industriali con una presenza anche fisica significativa e costante; il M5S per non essersi presentato davanti alle fabbriche, nemmeno in quelle regioni come le Marche dove nelle politiche era arrivato ad essere il primo partito!

Senza le saldature, assolutamente praticabili, tra lotte sociali e lotte dei lavoratori e tra lotte del lavoratori e difesa della Costituzione la grande paura nel blocco globalista mercatile - finanziario ha prodotto una reazione che ha portato al rovesciamento dei rapporti di forza.


Le mosse erano state covate in luoghi e incontri particolari, che non è difficile ricostruire. Basta essere stati attenti alle frequentazioni nei diversi appuntamenti della Leopolda, alle preziose ricostruzioni del potere renziano disponibili sul fatto Quotidiano e addirittura acquisendo informazioni direttamente in certi ambienti fiorentini a noi noti.

Renzi, consigliato in ogni momento da un ristretto trust, una volta accertata la sconnessione tra i diversi movimenti di opposizione, ha proceduto con una serie di colpi di mano, questi sì accuratamente connessi! In quattro mosse sempre più ravvicinate è andato a rete,  con le proposte di leggi truffa elettorali, con il patto con Forza Italia, con il rovesciamento del debole governo Letta  e infine con la sua ascesa a Palazzo Chigi.

Come altri prima di lui ha scelto di misurarsi in questi frangenti non con delle forze sociali avverse, incerte, ma non ancora disarmate, ma con le sputtanate istituzioni statali.

Nel frattempo altri per lui hanno saggiato il terreno con incursioni specifiche. Mi riferisco alla repressione giudiziaria di stampo cileno contro attivisti No Tav, compresi  Alberto Perino e Beppe Grillo, alla violazione degli stessi regolamenti della Camera con la boldrinesca ghigliottina anti M5S, ai recentissimi oculati provvedimenti cautelativi contro i promotori della efficacissima manifestazione antagonista dello scorso 19 ottobre. E ne vedremo degli altri giorno dopo giorno. 


Che fare? Senza alcuna presunzione egemonica bisogna far fronte tra tutti i sindacati di base, ovviamente tra tutti i movimenti per il diritto alla casa (questo riguarda anche noi dell'Unione Inquilini!) e non ultimo tra quello che cerca di aggregarsi a sinistra e il Movimento5Stelle.

 

Far fronte per che cosa e contro quali mosse? E' inevitabile che l'allarme salariale scatenato dal modello Elettrolux, possa essere  compensato anche a livello mediatico da una più sostanziosa riduzione del cuneo fiscale. Con quali effetti sul resto della società? Con una riduzione, più o meno forzosa dei risparmi delle famiglie, a partire da nuove pesanti clausole limitative all'erogazione gratuita delle prestazioni socio-sanitarie, di nuovo sul possesso della prima casa, e sull'erogazione delle utilities (gas, acqua, energia elettrica). Per il resto la fantasia non mancherà e riguarda tra l'altro tutto il sistema dei canoni sociali nell'edilizia residenziale pubblica fino alla sua esistenza come tale.

L'allegria borsistica di questi giorni pregusta una ulteriore compressione della vasta platea di un vastissimo ceto medio indicato ad una genia di rampanti giovinastri come non più produttivo... mentre si salvaguardano le grandi banche d'affari dalle loro fallimentari imprese immobiliari.

E' questa la sostanza comportamentale dell'etnia leopoldina di Matteo Renzi. Disinvolta manovra, piena di luoghi comuni e di iperboli che però non permette alcuna nostra faciloneria. Ecco dunque la necessità non solo di un fronte politico-sociale ma di una accurata riunificazione elaborativa, che incroci le connessioni internazionali con quelle nazionali, intraveda resistenze parziali con progressivi rovesciamenti degli "obblighi" mercantili, dove la protezione si incontri con la sobrietà e in una autentica solidarietà interregionale l'Europa assuma un diverso significato. Sono titoli di considerazioni sofferte, articolate, ognuno di noi ha riflettuto, scritto, sperimentato. Sia questo trauma uno stimolo per tutti a maturare  ...

se non ora in quale esilio!!!

V. Simoni, 14.02.2013





Data notizia14.02.2014

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