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Roma: Da Renato Rizzo (membro della segreteria romana dell'UI: Per il diritto alla casa e alla citta' futura; costruiamo un mondo migliore.


Renato Rizzo (membro della segreteria romana dell'UI: "Per il diritto alla casa e alla citta' futura; costruiamo un mondo migliore.

 

La situazione e' molto difficile nel nostro paese, la deriva di gran parte della popolazione italiana verso forme di egoismo,consumismo e scelte individuali e' forte il ruolo dei mass media sempre piu' massficato ,la caduta-quasi una precipitazione- delle posizioni solidaristiche e egualitaristiche ; e' alla base delle vittorie del centro destra delle posizioni moderate dei Democratici e delle grandissimi difficolta' della sinistra ampia, cosa di cui facciamo parte.

Parallelamente alla sgretolamento di un blocco progressista imperniato sui diritti del mondo del lavoro e i diritti civili e sociali,che fu' forte negli anni 70, assistiamo sempre di piu' al rafforzamento di un blocco di destra con forte punte razzistiche e antisociali, come neanche ai tempi della democrazia cristiana furono portate avanti, che attacca frontalmente tutti i diritti conquistati, e regala ,all'interno di una controriforma di tutto il sistema in funzione liberista,pezzi di potere e dei pochi finanziamenti che rimangono agli amici degli amici, puntando alle privatizzazioni e attaccando quel poco che rimane di Welfar e di pubblico.

In questo contesto, l'attacco al diritto alla casa e alla citta' e' stato generalizzato sia da parte del governo nazionale che delle giunte delle regioni e delle citta'.E' stato affossato il lavoro fatto con il governo Prodi e Ferrero e con l'utilizzo speculare dell'Housing sociale da parte della confedilizia, si specula sui terreni ancora liberi delle citta', non creando case popolari, ma bensi' "case sociali" dove gli affitti saranno altissimi inoltre centinaia di migliaia di famiglie non riusciranno a pagare i mutui per la prima casa, per via della crisi economica.

Crisi che i piu' benevoli, ritengono superabile verso 2010, con una previsione di milioni di disoccupati e ulteriori precarizzazione di tutta la catena sociale, ridurrà grandissimi settori di cittadini ad una vita costruita per la sopravvivenza,  con prevedibili contraccolpi anche sul piano del diritto alla casa, proprio, qui in Italia, dove in maniera indecente rispetto al resto d'Europa, le case popolari sono pochissime a discapito di una maggioranza che e' stata costretta a comprarsela o a costruirsela.

E' prevedibile comunque  che in previsione della crisi, milioni di giovani precari , di immigrati di famiglie che rimaranno senza una casa.

Quale e' il nostro compito? 

Credo che con le nostre forze, possiamo impegnarci su cinque settori.

 

- Il primo e' quello di organizzare piu' e' meglio tutti gli inquilini delle case popolari, lavorando per un unificazione di tutto il patrimonio pubblico,un contenimento degli affitti, un rilancio della nuova edilizia pubblica, costruendo liste dei futuri assegnatari che aprono vertenze con le amministrazioni e il governo per aprire vertenze per l'ottenimento di un loro diritto fondamentale.

Dovremo fare in maniera , con una vera e propria campagna politica,di far iscrivere alle liste per richiedere la casa popolare milioni di persone che oramai sfiduciate neanche aprono piu' la pratica di richiesta; ne ha buon gioco chi dice che il problema e' superato, perche' per esempio gli iscritti a Roma potrebbero essere piu' di centomila e invece sono solo trentamila,e questo non ci serve.

Ci serve far esprimere in maniera e quantificare il dramma e l'esigenza di una casa, per poi organizzare il bisogno casa.

Con liste organizzate, possiamo pensare a presidi degli assessorati, e dei comuni, a picchettaggi degli immobili che devono essere finiti e o assegnati, e occupazioni di terreni dove si richiede E.R.P.ed ad arrivare a scadenze nazionali contro il governo e per nuove e migliori leggi nel campo del diritto all'abitare.

 

- Il secondo e' quello di organizzare piu' e meglio chi si rivolge a noi per la difesa degli sfratti e le speculazioni che avvengono sul fronte dell'affitto privato; la pratica dei picchetti antisfratto deve essere sempre portata avanti, come fatto di denuncia e atto simbolico di resistenza, piu' collettiva e solidale possibile.

Anche nel campo dell'aiuto all'affitto che sta sempre di piu' riducendo, dobbiamo cercare di coinvolgere la massa degli affittuari, anche come forma di protesta e organizzarli, nel momento in cui ci sono riduzione e o ritardi nel versamento del contributo.

 

- Il terzo e' aprire la nostra proposta alla sperimentazione,e alle nuove proposte del diritto alla casa; L'autoristrutturazione e l'autocostruzione sono due proposte fattibili e interessanti, su cui possiamo costruire organizzazione, proposte, nuove cooperative con migliaia di soci ( come e' l'esperienza di Alisei e di alcune coop di Roma), andando a bloccare futura speculazione edilizia sul patrimonio pubblico vecchio e nuovo, per esempio cambiando destinazione d'uso a centri commmerciali gia' previsti ma non piu' proponibili, o andando come per l'autocostruzione, a proporsi sui piani di zona 167. Coinvolgendo i soci in un impresa personalizzata,e collettiva al contempo, che parte dall'autoprogettazione e poi alla costruzione del proprio habitat futuro e che puo' rimanere pubblico o ,dopo un po' di tempo addivenire di proprieta' per i soli soci.

 

- Il quarto  é costruire in maniera piu' unitaria possibile alle altre realta' di lotta per la casa, iniziative unitarie che sappiano incidere il piu' possibile per l'ottenimento dei nostri obiettivi. Da soli non ce la possiamo fare, un Movimento che sappia unire i vari pezzi, con un attenzione alle nuove forme di autorganizzazione degli immigrati, e' fondamentale. Dovremo decidere i tempi e i modi di una proposta di Forum nazionale per il diritto alla casa, che sappia ricostruire proposte e linguaggi, nuova fiducia e iniziativa.

Questo pone il nodo del rapporto con i sindacati confederali, con cui nelle maggioranze delle situazioni, abbiamo un agire comune; e' possibile pensare che su una proposta nostra con pochi punti e' possibile aggregare piu' forze senza veti da "destra e da sinistra"?

Io credo di si. Far rimanere le forze residue attente solo al loro territorio, di fronte all'attacco del nemico e' suicida,dobbiamo uscire dal locale e sforzarci di ragionare e fare iniziative globali.

 

- il quinto e' costruire in maniera unitaria insieme ai settori ambientalisti, a tecnici e urbanisti democratici e a quei pochi rappresentanti di forze politiche e sociali disponibili, degli 'osservatori sulla e sulle città', che permetta di ragionare ,informarsi e denunciare quelle che sono le speculazione vecchie e nuove che avvengono sulle nostre citta', non possiamo pensare di vincere la battaglia sul diritto alala casa, se non abbracciamo quello del diritto all'abitare e alla citta' futura. Pensare che quando si progetta e si finanziano nuovi progetti urbanistici, il 90% sia gestito dai privati e il 10% dal pubblico e' una cosa intollerabile, siamo ritornati al tempo delle 'Mani sulla Citta', ma allora c'era un forte P.C.I. che denunciava, ora la disgregazione della sinistra ci porta ad un vuoto di controllo democratico che è insostenibile. 

 

Spero che il nucleo vivo dei volontari e dei militanti dell'Unione Inquilini abbia uno scatto di voglia di partecipazione,i tempi attuali lo impongono.......il futuro è incerto.

                                                                                            Renato Rizzo della segreteria romana dell'Unione Inquilini di Roma.

 




Data notizia29.01.2009