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Fondi ex GESCAL: rivelazione choc


A Roma, come in molte città, si pensa a sgomberare, ma nessuno pensa a un piano per l’emergenza abitativa o per garantire un tetto sopra la testa di chi ha bisogno, per questo l’Unione Inquilini si è attivata ancora una volta per chieder risposte al nuovo Governo. “La question time svoltasi oggi, presso la Commissione Ambiente della Camera dei Deputati in merito all’aggiornamento delle giacenze nel conto corrente 18128 presso la Cassa depositi e prestiti dei fondi Gescal inutilizzati e destinati alla realizzazione di alloggi popolari, ci dice che ancora risultano complessivamente inutilizzati 970 milioni... (segue)

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A Roma, come in molte città, si pensa a sgomberare, ma nessuno pensa a un piano per l’emergenza abitativa o per garantire un tetto sopra la testa di chi ha bisogno, per questo l’Unione Inquilini si è attivata ancora una volta per chieder risposte al nuovo Governo. “La question time svoltasi oggi, presso la Commissione Ambiente della Camera dei Deputati in merito all’aggiornamento delle giacenze nel conto corrente 18128 presso la Cassa depositi e prestiti dei fondi Gescal inutilizzati e destinati alla realizzazione di alloggi popolari, ci dice che ancora risultano complessivamente inutilizzati 970 milioni Tenuto conto che la ex Gescal è stata soppressa nel 1992 con la riforma delle pensioni Dini, è scandaloso che dopo circa tre decenni siano ancora ingenti le risorse mai spese, confermando quanto denunciato negli ultimi anni dall’Unione Inquilini. Ringrazio i deputati Muroni, Fornaro e Palazzotto che hanno presentato l’interrogazione alla Ministra delle infrastrutture De Micheli che ci ha consentito di conoscere i dati ad oggi”. È quanto ha dichiarato Massimo Pasquini, Segretario nazionale Unione Inquilini che aggiunge: “Le cifre parlano chiaro e sono un J’accuse nei confronti di quelle Regioni e di quei comuni che negli ultimi trenta anni pur potendo disporre di ingenti risorse non le hanno utilizzate e perfino deviate, incostituzionalmente verso altri programmi. Eppure ho ancora nelle orecchie la litania di Regioni e Comuni che lamentano la mancanza di fondi e al contempo la crescente e cosiddetta ‘emergenza abitativa’. Una incapacità di spesa intollerabile se si considera che la precarietà abitativa coinvolge 650 mila famiglie e che ogni anno 60.000 famiglie subiscono una sentenza di sfratto, al 90% per morosità”.
La Gescal (Gestione Case per i Lavoratori) era il fondo dove, dalle tasse dai redditi da lavoro, venivano dirottate le risorse necessarie alla realizzazione soprattutto delle case popolari. Quando questo ha smesso di esistere però una parte delle risorse risultava ancora inutilizzata, soldi finiti nella pancia di Cassa Depositi e Prestiti e ripartiti per regioni.
“Ora sappiamo – precisa Pasquini – ed è stato accertato, che esistono importanti risorse che potrebbero essere ricentralizzate (salvo i finanziamenti immediatamente cantierabili) e utilizzate per avviare il Piano di edilizia residenziale pubblica, previsto dal punto del programma di governo, finalizzato ad aumentare la disponibilità di case popolari attraverso il recupero degli immobili pubblici e privati inutilizzati. Un Programma di rigenerazione urbana che trova il suo perfetto connubio con il contrasto alla cementificazione del territorio che è responsabile dell’aumento delle temperature nelle aree urbane di ben due gradi come reso noto recentemente dal rapporto Ispra”

Per utilizzare i fondi Gescal esiste una precisa procedura. Prima di tutta la Regione dove stabilire una “programmazione”, vale a dire gli interventi da realizzare, poi i comuni e gli enti preposti si occupano della costruzione degli alloggi, predisponendo la progettazione, i bandi e gestendo le assegnazioni. A Roma si calcola che siano circa 13.000 le famiglie in attesa di una casa popolare, mentre le graduatorie scorrono lentamente. Tra loro moltissimi degli occupanti di palazzi e alloggi vuoti o invenduti. Per questo il segretario di Unione Inquilini sostiene che “le Regioni e i Comuni come atto di onestà intellettuale dovrebbero chiedere scusa ai lavoratori dipendenti che hanno versato la gescal per anni per trovarsi senza case popolari e senza che quelle risorse siano state pienamente utilizzate”. Infine Pasquini conclude: “Per i motivi esposti Unione Inquilini chiede al Governo la ricentralizzazione delle risorse per avviare e attuare il Piano di edilizia residenziale pubblica che è nel suo programma, un impegno al quale ottemperare già dalla prossima legge di bilancio, insieme al rifinanziamento del fondo contributo affitti e all’interno del Green new deal realizzare interventi di efficientamento energetico nei caseggiati di casa popolari”.




Data notizia10.10.2019