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Firenze: Con Guido Maria Brera.


Con Guido Maria Brera.

 I tasti si ingarbugliano, vado lento e a scatti; sapete del mio decadimento, come il sangue circola un po’ su e un po’ giù; così scorre e devo rassegnarmi.

Dunque questa storia mi trovava in una casuccia tra via dei Macci e San Giuseppe; da questa penetravano centinaia di cinesi forse anche giapponesi, ma più cinesi; si intruppavano in certe ore del pomeriggio con l’uscita degli scolari ed anche era “peggio”; facevano la coda al turno per un pasto standard al “Fantasia” (sigla impropria per un locale razionale, ben servito da alte e snelle educatissime cameriere) ; tutto normale, anche le ripetute effrazioni per niente esotiche che sfondavano le porticine degli alloggetti modificati in b&b, per rubare quasi niente ma intanto mi obbligavano a rintanarmi a doppia mandata.

Insomma era il mondo reale, immodificato, normalizzato. Masse, gruppacci, affari in corso; rassegnato e far le rampe di quattro scale con la testa che mi girava e quasi vomito. Ma questo stava nelle regole della vita che si spegne.

La storia sembra ordinaria, era globo-selettiva, finché dei genietti che pare siano  colorati come gioielli, si sono intrufolati in una provocazione universale e hanno schiantato le regole mercantili.

Ecco, mi sono detto, come siamo fragili, e fragili sono i forti, quelli con le mani in pasta, che disprezzano chi suggerisce di darsi una regolata. Questo stava capitando senza alcuna dichiarazione di guerra.

Chissà?!

Mentre almanaccavo su un possibile raccontino mi ha sorpreso una intervista ad una tv importante con un giovane che ispira simpatia, nato nel 1969, curriculum brillante ma diverso da tanti banali imprenditori: è uno scrittore, il suo nome è Guido Maria Brera, l’ultimo suo libro che esce in questi giorni è “La fine del tempo”.

Ho trascritto l’intervista e una corposa segnalazione. Sto proponendole nel sito che ancora mi sostiene.

 Meritano…!

Ciao a tutti voi, in qualche modo ce l’ho fatta…E leggete gli altri allegati

 

Da Vincenzo Simoni nato nel 1937, a Rovigno d’Istria… da  decenni in questa Firenze.



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Data notizia29.02.2020

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