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Poi ci arrivano lettere come queste. Leggetela.


È arrivata una lettera, firmata da un inquilino.
E' una testimonianza che ci pare bello condividere con voi perché rappresenta tutti.

Possiamo darvi un consiglio? Fatelo anche voi, leggetela e condividetela. magari sulla bacheca di qualche forchettone parlamentare...

Caro Governante, onorevole o ministro che sia,
sono una persona che vive in affitto.
Con un gioco di parole, potrei dirle che la mia non è una scelta di vita ma piuttosto una vita senza scelta: ciò che guadagno, poco e mai certo, mi basta appena per pagare le spese di casa.
Perciò sarebbe stato più preciso scriverle “sopravvivo in affitto”.
Le aggiungo anche che vorrei continuare a farlo, ma il lavoro non ce l’ho più e così insieme allo stipendio rischio di perdere pure la casa.
Dalla politica mi attendo poco, scusi la franchezza, perché ho imparato a diffidarne. Parlate di “equità sociale”, ma tanto quelli come me conoscono solo stipendi miserabili e affitti incontrollati!
E va così da decenni…
Finora non le ho mai chiesto nulla perché so che nulla mi avreste dato: qualche spicciolo di detrazione fiscale, contratti “calmierati” in teoria e insostenibili nella pratica, un numero da giocarmi alla lotteria delle liste d’attesa per le case popolari (dove uno su mille ce la fa, come nella canzone), qualche briciola di “bonus” da litigarsi con altre migliaia di disgraziati.
A chiedervi una mano, valeva più la fatica burocratica che l’entità dell’aiuto.
Ma ora, dopo due mesi di serrata nazionale, almeno quel poco, gentilissimamente, lo vorrei.
Il Governo dice che vuole darmi “un aiuto” e leggo che si tratta di 100 milioni, da dare alle regioni che dovrebbero darli ai comuni sperando che poi arrivino anche me.
A parte la trafila burocratica (quando uno è affogato il salvagente serve a poco), 100 milioni sembrano tanti ma in realtà significano poche decine di euro a testa per ognuno. Sono soldi che a malapena basterebbero per la sola città di Roma.
Questo non è neanche il poco di routine, ma è un insulto, un farsi beffe della dignità mia e del Paese!
L'ho detto, non mi aspetto tanto.
Non mi aspetto che riprendiate il filo della “democrazia nella giustizia” spezzato decenni fa, lo stesso che almeno ha portato ad abbassare gli affitti (equo canone) e a costruire case popolari per tanta povera gente ( “piano Fanfani” ).
Quella sarebbe la soluzione definitiva al problema, per ora vi chiedo di limitarne gli effetti più spietati.
Quei 100 milioni devono diventare almeno 550, che è ciò che le regioni chiedevano al governo.
E garantiteci che la casa comunque non la perderemo, perché lo sfratto ai danni di un poveraccio colpevole solo di aver perso il lavoro è un’infamia, roba indegna di uno stato di diritto.
Soprattutto adesso, che bombardato come siamo dalla retorica dell’”andrà tutto bene” e della “solidarietà nazionale”.
Lo dica anche ai suoi colleghi, tempo per rettificare il tiro ne avete poco.
Ps: l’insulto non lo dimentico comunque.

Distinti saluti




Data notizia04.05.2020

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